Per il Grifo è ora di cambiare schieramento tattico

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Troppe pecche per il 4-2-3-1 di Zauli: Dell'Orco e Riccardi meglio nella difesa a tre, Lisi fuori ruolo e Montevago troppo solo

Troppe pecche nel 4-2-3-1 di Zauli: Dell’Orco e Riccardi meglio nella difesa a tre, Lisi fuori ruolo e Montevago troppo solo

 

Un pareggio contro una delle sole sei squadre, la Spal, che seguono il Perugia in classifica, scesa in campo con il chiaro obiettivo di muovere la classifica anche con un pareggio, dopo la sconfitta della diretta concorrente alla salvezza Lucchese a Gubbio e tra l’altro rimasta in dieci per ben cinquantatré minuti, tre nel primo tempo e per tutta la ripresa, recuperi compresi, per l’espulsione del perno del loro centrocampo, il play, ex Torino, El Kaddouri, equivale ad una sconfitta.

Il tutto nonostante la conseguente pressione costante, determinata dalla superiorità numerica, abbia portato al bel gol del vantaggio di Di Maggio quasi a metà ripresa, perché, dopo appena sei minuti, i grifoni si facevano incredibilmente infilzare da un certo Antenucci, non un “pinco-palla” qualsiasi, lasciato assolutamente libero a centro area dall’inedita coppia centrale formata dal nuovo arrivato Riccardi e dal rientrante dal lungo infortunio Dell’Orco, dopo che Matos aveva rivitalizzato l’azione d’attacco spallina con uno scellerato rinvio corto di testa in piena area, tra l’altro centralmente.

Se non si riesce a portare a casa i tre punti in partite come queste ci domandiamo quando il Perugia potrà uscire dal mediocre limbo della classifica in cui viaggia da molto tempo, tra l’altro perdendo posizioni invece di guadagnarne, visto che ora è quattordicesimo, fortunatamente sempre con quattro lunghezze di vantaggio sulla zona calda. Vincendo, invece, i grifoni avrebbero agganciato Carpi e Campobasso e forse anche Pianese e Ascoli, se nel pomeriggio pareggeranno il loro scontro diretto, nel gruppetto a quota ventisei, a cavallo tra la coda della zona nobile e la parte superiore del limbo.

Oltre alla posizione in classifica, continua contemporaneamente ad abbassarsi, lentamente ma inesorabilmente, la media punti di Mister Zauli, scesa, con il solo punticino conquistato a Ferrara, ad un modesto 1,10 a partita, 11 punti in 10 gare, nelle quali le vittorie sono state solo due, Campobasso ed Arezzo in casa, ben cinque i pareggi, due in casa e tre esterni, questi ultimi raccolti contro squadre modestissime come Legnago Salus, Sestri Levante e Spal, mentre sono tre le sconfitte, tutte fuori casa, con Torres, Pineto e Pontedera.

Zauli ha continuato a proporre il solito quattro-due-tre-uno, nonostante i nuovi arrivi e il recupero di Dell’Orco e Giraudo gli avrebbero consentito di schierare un più compatto e omogeneo tre-cinque-due, con Mezzoni riportato centrale vicino a Riccardi e Dell’Orco, Bartolomei play, vicino a Giunti e Di Maggio, in attesa che Broh avesse più minuti nelle gambe, a centrocampo, con Giraudo e Lisi, in attesa del ritorno di Cisco, come quinti, con Matos sotto punta a dare una mano al sempre troppo solo Montevago.

Non esiste la controprova, ma riteniamo che con questo modulo e con il ritorno di Riccardi, Dell’Orco, abituati a giocare più a tre che a due, Lisi e lo stesso Di Maggio, autore, comunque, di una prestazione sopra le righe, nelle loro posizioni abituali, quelle dove si esprimono meglio, i tre punti, al “Mazza”, non sarebbero sfuggiti. Per carità, sarebbe poco obiettivo affermare che il Perugia ieri non abbia giocato meglio rispetto a tante opache prestazioni precedenti, ma è innegabile come la superiorità numerica, tenuta per oltre un tempo, abbia notevolmente influito su questo.

Quanto ai singoli, abbiamo già accennato alla buona prova di Di Maggio, impreziosita dal bel gol realizzato, ancora sottotono è apparso Torrasi, con Giunti che ha lottato come sempre anche se a volte con troppa confusione. La prestazione pressoché sufficiente dell’inedita coppia difensiva Riccardi-Dell’Orco è stata sporcata dal grave errore di marcamento di un “bomber” del calibro di Antenucci  sul gol del pareggio, arrivato praticamente nell’unica occasione vera costruita dalla Spal.

Probabilmente è stato un azzardo da parte di mister Zauli rischiare contemporaneamente al centro della difesa due giocatori come il capitano, che in questa stagione non aveva mai giocato, e come Riccardi, che di presenze, sempre quest’anno, ne aveva messe insieme appena quattro, tutte, tra l’altro, ad inizio stagione. Positiva la prova dell’altro nuovo acquisto Broh, subentrato nell’ultima mezzora, che ha dato il là all’azione del gol di Di Maggio imbeccando molto bene Mezzoni, autore del cross per Di Maggio.

La prestazione generosa di Matos, fresco di rinnovo, è stata invece macchiata dall’errore sul gol del pari e da un eccesso di egoismo, quando avrebbe potuto servire il libero Montevago invece di tirare, sullo zero a zero. Continua a non piacerci Lisi in quella posizione, non sua, di esterno avanzato della linea a tre, mentre non riusciamo a capire l’insistenza di Zauli nello schierare Torrasi, una vera delusione in queste due stagioni, mentre gli esterni Mezzoni e Giraudo hanno dato il loro consueto apporto. Montevago, troppo solo, costretto a fare a sportellate con l’intera difesa, avrebbe bisogno di un supporto davanti.

Archiviata l’ennesima delusione, tra quattro giorni si ritorna già in campo. Venerdì sera, infatti arriverà al “Curi” il Carpi, squadra che ci ha battuto seccamente due a zero all’andata e che viaggia due punti sopra il Perugia, a cavallo tra zona playoff e parte destra della classifica. Occasione irripetibile visto che con un successo, non facile da cogliere ma assolutamente necessario, oltre a vendicare la sconfitta dell’andata, i grifoni scavalcherebbero gli emiliani in classifica.

Probabilmente sarà l’ultima chance per mister Zauli. Pareggiare anche col Carpi o, ancor peggio, addirittura perdere, porterebbe probabilmente all’inevitabile esonero dell’ex tecnico del Crotone che, ricordiamo, anche in caso di successo col Carpi, avrebbe totalizzato, a parità di partite, undici, solo un punto in più, quattordici contro tredici, rispetto al giustamente esonerato mister Formisano.

Danilo Tedeschini