Per il Grifo una sconfitta che fa male e fa tornare coi piedi a terra

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I grifoni rimediano la loro dodicesima sconfitta stagionale su ventiquattro gare disputate, perdendo uno a zero ad Ascoli e, diciamolo chiaramente, è una sconfitta che fa male! Fa male perché il pari sarebbe stato il risultato più giusto di una partita priva di emozioni e risolta da una fiammata dell'appena subentrato Marsura sulla fascia sinistra, con il rinvio sbilenco di Bartolomei a servire la zampata vincente di Collocolo, favorita dalla sfortunata, ma decisiva deviazione di Dell'Orco, con l'autore del gol graziato, nel primo tempo, del secondo giallo dal direttore di gara. Fa male perchè adesso il Perugia si ritrova di nuovo impelagato nella cinquina a rischio, in zona playout, con il suo quintultimo posto a quota ventisei, con due sole lunghezze di vantaggio sulla zona retrocessione diretta, dopo aver assaporato per una sola settimana l'aria un po' più pulita, ma sempre poco edificante per una piazza come la nostra, del sestultimo posto. Infine, fa male perché arrivata nel momento più sbagliato, alla vigilia di un derby, già di per se sentito e complicato, diventato decisivo per il prosieguo del campionato dei grifoni, attesi da una Ternana, non più scintillante come quella con mister Cristiano Lucarelli in panchina, ma forse più pragmatica con l'esperto mister Aurelio Andreazzoli alla guida e, per questo, oltre che per gli otto punti in più, pericolosa. La settimana scorsa avevamo scritto, dopo aver sentito parlare avventatamente, addirittura di zona playoff, che sarebbe stato più obiettivo valutare in che modo erano arrivate le due vittorie consecutive di Bari e col Brescia, dando il giusto valore all'assenza fondamentale di Cheddira, come cavallerescamente sottolineata anche da Castori nella conferenza pre-gara, non solo capocannoniere del campionato e del Bari, ma anche fulcro del gioco offensivo dei pugliesi. Alla stessa stregua occorreva considerare che il Brescia, umiliato quattro a zero al “Curi”, veniva da ben sei sconfitte e due soli pareggi nelle otto gare precedenti quella col Grifo, sconfitte diventate otto con quella di Perugia e quella casalinga di ieri col Modena, che non aveva i due difensori centrali titolari, l'infortunato Cistana e lo squalificato Mangraviti, mentre anche la prima riserva, nel ruolo, Papetti, era anch'egli squalificato e per di più le rondinelle avevano giocato in dieci contro undici quasi tutta la gara per l'espulsione di Karacic, sullo zero a zero, dopo solo un quarto d'ora. Ad Ascoli tutto questo non si è verificato e il Perugia è tornato ad essere, purtroppo, quello visto in troppe gare di questa stagione, riuscendo a perdere, anche se, lo ripetiamo, immeritatamente, contro un avversario, l'Ascoli, volenteroso ma modesto tecnicamente e tutt'altro che trascendentale, che ha raggiunto i tre punti con un'unica fiammata in tutta la gara, sfruttata al meglio, per di più, con una conclusione sporca. Il centrocampo, privo di Santoro, è apparso lento e macchinoso, con un Bartolomei deludente, nonostante fosse tornato finalmente a giocare nella sua posizione preferita, quella di mezzala, con uno Iannoni che non ha ripetuto le ultime buone prestazioni e un Kouan assolutamente impalpabile nel ruolo di trequartista. Chiaro che a risentirne sarebbe stato anche l'attacco, con un Di Carmine, ancora una volta evanescente per quasi un tempo e mezzo e un Matos ancora lontano dalla giusta condizione, al pari del subentrato Olivieri, reduce dall'infortunio in allenamento. La difesa ha retto abbastanza bene ma l'atteggiamento guardingo con cui mister Breda ha impostato la gara, con i difensori di fascia bloccati, non poteva certo esaltare Gondo e Forte. Difesa che, però, ha sofferto subito, purtroppo, con Casasola e Sgarbi, l'ingresso del rapido Marsura, dalla cui percussione è poi scaturita l'azione della rete ascolana. Se qualcuno, dopo le vittorie con Bari e Brescia, si era illuso che il più fosse fatto, è bene che torni con i piedi per terra perché la classifica è impietosa e la strada verso la salvezza è ancora lunga e irta di difficoltà. D'altro canto, se perdi la metà delle gare fin qui giocate, il valore della rosa è, evidentemente, questo e non si è certo elevato con i tre nuovi arrivi, tutti subentrati nel corso della ripresa, con Cancellieri ingiudicabile, Capezzi ancora lontano dalla migliore forma e capace di divorarsi un rigore in movimento, una delle due sole, vere occasioni create insieme alla rasoiata di Lisi deviata da Leali, con il solo giovane attaccante Ekong che ha fatto intravedere qualcosina di buono. Sabato come accennato c'è il derby e, per tanti motivi, da quello di classifica, il più pressante, al fatto che negli ultimi cinque derby i grifoni non abbiano vinto mai, rimediando ben quattro sconfitte, compresa quella della Supercoppa di C, e un solo pari, in quello casalingo della scorsa stagione, non si potrà prescindere dalla vittoria, anche se ottenerla non risulterà, di certo, una passeggiata. Danilo Tedeschini

Pareggio risultato più giusto, ora Perugia di nuovo nella cinquina di coda. Giusto valutare anche il come arrivano gli ultimi successi, alle porte un derby solo da vincere

 

I grifoni rimediano la loro dodicesima sconfitta stagionale su ventiquattro gare disputate, perdendo uno a zero ad Ascoli e, diciamolo chiaramente, è una sconfitta che  fa male! 

Fa male perché il pari sarebbe stato il risultato più giusto di una partita priva di emozioni e risolta da una fiammata dell’appena subentrato Marsura sulla fascia sinistra, con il rinvio sbilenco di Bartolomei a servire la zampata vincente di Collocolo, favorita dalla sfortunata, ma decisiva deviazione di Dell’Orco, con l’autore del gol graziato, nel primo tempo, del secondo giallo dal direttore di gara.

Fa male perchè adesso il Perugia si ritrova di nuovo impelagato nella cinquina a rischio, in zona playout, con il suo quintultimo posto a quota ventisei, con due sole lunghezze di vantaggio sulla zona retrocessione diretta, dopo aver assaporato per una sola settimana l’aria un po’ più pulita, ma sempre poco edificante per una piazza come la nostra, del sestultimo posto.

Infine, fa male perché arrivata nel momento più sbagliato, alla vigilia di un derby, già di per se sentito e complicato, diventato decisivo per il prosieguo del campionato dei grifoni, attesi da una Ternana, non più scintillante come quella con mister Cristiano Lucarelli in panchina, ma forse più pragmatica con l’esperto mister Aurelio Andreazzoli alla guida e, per questo, oltre che per gli otto punti in più, pericolosa.

La settimana scorsa avevamo scritto, dopo aver sentito parlare avventatamente, addirittura di zona playoff, che sarebbe stato più obiettivo valutare in che modo erano arrivate le due vittorie consecutive di Bari e col Brescia, dando il giusto valore all’assenza fondamentale di Cheddira, come cavallerescamente sottolineata anche da Castori nella conferenza pre-gara,  non solo capocannoniere del campionato e del Bari, ma anche fulcro del gioco offensivo dei pugliesi.

Alla stessa stregua occorreva considerare che il Brescia, umiliato quattro a zero al “Curi”, veniva da ben sei sconfitte e due soli pareggi nelle otto gare precedenti quella col Grifo, sconfitte diventate otto con quella di Perugia e quella casalinga di ieri col Modena, che non aveva i due difensori centrali titolari, l’infortunato Cistana e lo squalificato Mangraviti, mentre anche la prima riserva, nel ruolo, Papetti, era anch’egli squalificato e per di più le rondinelle avevano giocato in dieci contro undici quasi tutta la gara per l’espulsione di Karacic, sullo zero a zero, dopo solo un quarto d’ora.

Ad  Ascoli tutto questo non si è verificato e il Perugia è tornato ad essere, purtroppo, quello visto in troppe gare di questa stagione, riuscendo a perdere, anche se, lo ripetiamo, immeritatamente, contro un avversario, l’Ascoli, volenteroso ma modesto tecnicamente e tutt’altro che trascendentale, che ha raggiunto i tre punti con un’unica fiammata in tutta la gara, sfruttata al meglio, per di più, con una conclusione sporca.

Il centrocampo, privo di Santoro, è apparso lento e macchinoso, con un Bartolomei deludente, nonostante fosse tornato finalmente a giocare nella sua posizione preferita, quella di mezzala, con uno Iannoni che non ha ripetuto le ultime buone prestazioni e un Kouan assolutamente impalpabile nel ruolo di trequartista. Chiaro che a risentirne sarebbe stato anche l’attacco, con un Di Carmine, ancora una volta evanescente per quasi un tempo e mezzo e un Matos ancora lontano dalla giusta condizione, al pari del subentrato Olivieri, reduce dall’infortunio in allenamento.

La difesa ha retto abbastanza bene ma l’atteggiamento guardingo con cui mister Breda ha impostato la gara, con i difensori di fascia bloccati, non poteva certo esaltare Gondo e Forte. Difesa che, però, ha sofferto subito, purtroppo, con Casasola e Sgarbi, l’ingresso del rapido Marsura, dalla cui percussione è poi scaturita l’azione della rete ascolana.

Se qualcuno, dopo le vittorie con Bari e Brescia, si era illuso che il più fosse fatto, è bene che torni con i piedi per terra perché la classifica è impietosa e la strada verso la salvezza è ancora lunga e irta di difficoltà.

D’altro canto, se perdi la metà delle gare fin qui giocate, il valore della rosa è, evidentemente, questo e non si è certo elevato con i tre nuovi arrivi, tutti subentrati nel corso della ripresa, con Cancellieri ingiudicabile, Capezzi ancora lontano dalla migliore forma e capace di divorarsi un rigore in movimento, una delle due sole, vere occasioni create insieme alla rasoiata di Lisi deviata da Leali, con il solo giovane attaccante Ekong che ha fatto intravedere qualcosina di buono.

Sabato come accennato c’è il derby e, per tanti motivi, da quello di classifica, il più pressante, al fatto che negli ultimi cinque derby i grifoni non abbiano vinto mai, rimediando ben quattro sconfitte, compresa quella della Supercoppa di C, e un solo pari, in quello casalingo della scorsa stagione, non si potrà prescindere dalla vittoria, anche se ottenerla non risulterà, di certo, una passeggiata.

Danilo Tedeschini