Era un giorno importante quello di ieri perché c’era da ricordare “Mimmo” il capo degli ultrà, scomparso a gennaio e alla cui memoria, in una cerimonia proprio prima della gara, è stata intitolata con una targa la sua “Curva Nord”. Era anche la gara casalinga che cadeva a ridosso del quarantasettesimo anniversario della scomparsa di Renato Curi, che lasciò prematuramente la vita il 30 Ottobre 1977 sul prato dello stadio che porta il suo nome.
Il Perugia di Formisano ha “onorato” queste due importanti ricorrenze come peggio non poteva, fornendo una prestazione vergognosa contro una delle due ultime in classifica, il Milan Futuro, privo, oltretutto, delle tre pedine migliori, gli squalificati Jimenez e Ballo-Touré e il “gioiellino” Camarda, trattenuto a Milanello da Fonseca, culminata con la meritatissima sconfitta per due a zero, la quarta su undici gare, la terza casalinga sulle sei disputate al “Curi”, nelle altre tre sono arrivati il deludente pareggio con il Gubbio e due vittorie, ma solo contro una Spal allo sbando e la Lucchese, le due peggiori difese del campionato dopo quella del fanalino di coda del torneo, Legnago Salus.
L’ulteriore battuta d’arresto casalinga sbatte inevitabilmente fuori dalla zona playoff il Perugia, adesso undicesimo con i suoi miseri tredici punti, ben otto in meno di quelli conquistati da mister Ciccio Baldini nella scorsa stagione, a ben tredici lunghezze dal Pescara in fuga, solitario capolista addirittura con una gara in meno, quella casalinga da recuperare col Milan Futuro, ma anche a ben nove punti dalla seconda, dalla terza dalla quarta e dalla quinta, le posizioni che contano in ottica vittoria dei playoff, occupate da Ternana, Torres, Arezzo ed Entella, appaiate a quota ventidue.
Sono soltanto tre, al contrario, le lunghezze di vantaggio sulla zona playout, con le squadre che ci inseguono che, a parte l’Ascoli e la Spal, non a caso due delle sole tre formazioni che abbiamo battuto, che hanno dato chiari segnali di ripresa. Inevitabile, in questo preoccupante scenario, che al fischio finale sia partita la sonora contestazione di tutto lo stadio nei confronti del tecnico Formisano. Una contestazione, a nostro parere, più che giusta ma tardiva, visto il trend negativo palesatosi da tempo dall’allenatore, che in questa stagione ha una media punti di 1,18 a partita.
Nel dopo gara di ieri il tecnico è rimasto in silenzio per ordine della società che, invece, parlerà finalmente nel pomeriggio di oggi attraverso l’attesa conferenza del presidente Javier Faroni. Se il silenzio imposto al tecnico possa essere un segnale di un imminente esonero di Formisano non lo sappiamo ma quel che è certo, lo scriviamo da tempo, è che non si può continuare su questo andazzo e qualcosa la nuova società dovrà decidere.
Una società che ha avuto il torto di appiattirsi troppo sulle posizioni della precedente, mantenendo inalterato, a parte l’ingresso del Direttore Generale Borras, l’organigramma societario precedente, mantenendo inalterato anche lo stesso staff tecnico, confermatissimo per altre tre stagioni, quasi a dispetto dell’ambiente, nonostante la deludente stagione nella quale l’obiettivo, largamente fallito, era quello di tornare subito in Serie B, dalla precedente gestione Santopadre, con gli evidenti risultati negativi anche in questa stagione che sono sotto gli occhi di tutti.
Dicevamo da tempo che la nuova società doveva tagliare i rami secchi, tutti, comprese le scelte tecniche della precedente società, oltre Formisano ci mettiamo anche quella del tecnico spagnolo Mol Mol, che con la sua “Primavera 2” viaggia nelle medio-basse posizioni di classifica con una media punti di 1,16, addirittura peggiore di quella di Formisano e, perché no, anche quello di qualche giocatore.
Qualche settimana fa mister Silvio Baldini, attuale tecnico del Pescara capolista, che a Perugia dovette, purtroppo, dare le dimissioni, gesto apprezzabilissimo che in pochi hanno il coraggio di fare, dopo tre sole gare, tutte perse, nel corso di una conferenza stampa, ad una domanda di un collega pescarese sul suo recente passato, formato da vittorie, Palermo e dimissioni, Perugia e Crotone, rispose così:
”Di Perugia serbo un buon ricordo dei tifosi e della società, non della squadra, bravi ragazzi ma che non facevano gruppo, famiglia”. E al collega che lo incalzò chiedendogli se qualcuno dei giocatori fosse ancora a Perugia (oggi li guarda dall’alto dei suoi tredici e passa punti di vantaggio) rispose signorilmente col sorriso “questo non importa”, facendo comunque capire tante cose.
Cinque di quel gruppo, i più esperti, sono ancora presenti in squadra e visto che dopo le dimissioni di Silvio Baldini, nonostante siano passati altri tre tecnici, Castori, Ciccio Baldini e Formisano, le cose non sono assolutamente cambiate, anzi, dalla B siamo finiti in C e non si vede il modo di uscirne a breve, sarebbe probabilmente giusto andare a tagliare qualche ramo secco anche tra i giocatori, perché se Formisano ha le sue colpe, tante, in campo ci vanno loro e all’interno dello spogliatoio, a “fare famiglia”, per dirla alla Baldini, insieme allo staff tecnico, ci sono sempre loro!
Tutto questo è ciò che ci aspettiamo dica Faroni nella conferenza stampa che precederà l’imminente trasferta di Sassari, di mercoledì contro una delle quattro formazioni al secondo posto. Gara delicata e impegnativa, anche se la Torres, autentico schiacciasassi in trasferta con cinque vittorie e un pari nelle sei gare in continente, con la cessione di Ruocco al Mantova, il chiavistello giusto per aprire le difese avversarie chiuse nella scorsa stagione, stenta al “Vanni Sanna”, dove ha vinto solo una volta, con la Vis Pesaro alla prima giornata, con tre pareggi e una sconfitta, con l’Arezzo, nelle altre quattro gare.
Un risultato positivo a Sassari, con un nuovo allenatore o con ancora Formisano in panchina è di vitale importanza per evitare che un campionato, dove il Perugia aveva come obiettivo, ormai pressoché già sfumato, un posto tra i primi cinque nei playoff, si trasformi, con una sconfitta al “Vanni Sanna”, in un angosciante lotta per evitare i playout.
Danilo Tedeschini