Presidente: Perugia merita molto di più

3172
L'amministratore unico del Perugia si scaglia contro le affermazioni del Presidente del Lecco e del Sindaco di Terni

Presidente: Perugia merita molto di più. Società sana e conti a posto non bastano. Ora siamo passati dalla paura di fallire a quella di retrocedere

 

É ormai chiarissimo che i problemi di quest’anno – come quelli degli anni passati – risiedono negli uffici di Pian di Massiano, nella mancata programmazione e nella costruzione delle rose in cui manca sempre qualcosa.

E, quindi, al netto dei risultati, assumono una luce diversa la “fuga” per altri lidi di Bucchi e Nesta – seppur con esiti diversi – ed il “gran rifiuto” di Colantuono.

Probabilmente essi – tutti con grande esperienza calcistica – si sono resi conto dell’assenza di un progetto o, quantomeno, della sua scarsa consistenza.

Ma il tempo è sempre galantuomo.

Li abbiamo tacciati di “tradimento”, di essere mercenari, ma i crudi fatti stanno dando a loro ragione ed a noi torto.

Ed anche l’auspicato ritorno di Cosmi appare sotto un’altra luce.

Serse accecato dall’amore verso il Grifo, lui che avrebbe voluto chiudere il cerchio rimasto aperto dal disgraziato spareggio del 2004, è rimasto ancora una volta stritolato da un ingranaggio più grande di lui.

Ed ora anche Cosmi – sicuramente suo malgrado – si trova ad essere corresponsabile della peggiore situazione in cui si è trovato il Grifo dal ritorno in B.

Sì, perché al netto dell’imperituro affetto e riconoscenza che proviamo per Serse, anche lui non è esente da colpe, se non altro per non essersi imposto, per non aver preteso garanzie e far sì che il mercato invernale non fosse così ridicolo e sterile.

Che le evidenti carenze mostrate dalla rosa nel girone di andata non fossero colmate.

4 sconfitte consecutive, come il 2016/17, con la grande differenza che allora le sconfitte consecutive furono – sì – 5, ma a settembre/ottobre con più di 3/4 di campionato ancora da disputare e più di 90 punti in palio allora.

Non a gennaio febbraio come ora, con poco più di 1/4 di campionato ancora da disputare e soli 36 punti ancora in palio.

Ma i conti societari sono a posto e siamo tutti tranquilli, perché rischiamo – sì – di retrocedere, ma non di fallire…

Questo è il più grande danno che ci hanno fatto 2 fallimenti ed i campionati tra i dilettanti.

Ci hanno intriso di paura ed hanno fatto sì che tutto fosse concesso all’attuale dirigenza, pur di non rischiare un altro fallimento.

2 fallimenti che hanno permesso alla Società di sfruttare a proprio vantaggio il terrore di una tifoseria atterrita di tornare a giocare tra i dilettanti.

Ogni anno il “vorrei ma non posso”, sì ma la società è sana ed i conti sono a posto.

Ogni anno si vince l’anno prossimo? Vero, ma la società è sana ed i conti sono a posto.

Mercati assurdi, “va e vieni” di giocatori a Pian di Massiano, nemmeno fosse la Stazione Centrale di Milano.

Rose composte per metà di giovani inesperti e per metà di giocatori a fine carriera, ex squalificati, ex infortunati, o svincolati fermi da tempo.

Spogliatoi sempre frammentati, senza uno “zoccolo duro”, con ognuno che – inevitabilmente – pensa a sé stesso.

Sì ma la società è sana ed i conti sono a posto.

8 allenatori in quasi 6 anni, nessun progetto, nessun programma.

E lo stesso tourbillon nei ranghi sottostanti, di meno sotto la luce dei riflettori, ma pur sempre importanti: preparatori atletici, preparatori dei portieri, fisioterapisti, ecc. tutti dentro/fuori.

Sì, ma la società è sana ed i conti sono a posto.

E se qualcosa va male, la colpa è dei “leoni da tastiera” che destabilizzano l’ambiente.

Oppure di alcuni giornalisti: i “gufi”, le “vedovelle”, quelli messi all’indice, tanto da arrivare a togliere loro l’accredito (provvedimento per fortuna revocato).

“Conferenze stampa” senza la possibilità di fare domande e silenzio stampa a “macchia di leopardo”, negando quello che l’art. 21 della nostra Costituzione pone come uno dei diritti e libertà fondamentali dell’Italia.

Il diritto e la libertà d’informazione.

Ma la società è sana ed i conti sono a posto.

Centinaia di società affiliate in tutta Italia, con i bambini che ogni partita accompagnano i calciatori in campo e sfilano sotto la tribuna, ma tra tutte, non un solo vero talento emerso.

Un settore giovanile e lo scouting – una volta vanto del Perugia Calcio – praticamente inesistente.

E non appena c’è un giovane che fa vedere qualcosa di più – se non è in prestito – si vende immediatamente l’anno successivo, senza dargli modo di maturare ancora un po’ e dare qualcosa in più alla causa biancorossa.

Sì, ma la società è sana ed i conti sono a posto.

E quando non si sa più che dire, ecco che arrivano gli appelli a “compattarci”.

Ma cosa significa “compattarci”?!?

Continuare a tifare il Grifo?

Certo che lo faremo: come l’abbiamo fatto nei campi sperduti in terra battuta, continueremo a farlo ora.

Ma non passi il messaggio che se la Nord fischi all’ennesima umiliazione casalinga, la colpa di quanto sta succedendo sia dei tifosi, che non si “compattano”!!!

Il Presidente Santopadre, invece, si deve rendere conto che sta facendo sprofondare l’ambiente che l’ha sempre sostenuto in un vero e proprio dramma.

E non ce lo meritiamo.

Quindi, caro Presidente, basta monologhi.

Ci risponda con i fatti, non con le chiacchiere.

Ci prenda “a schiaffi” con i risultati.

Ci “chiuda il becco” con le vittorie.

Saremo molto felici di stare muti con la coda tra le gambe e le orecchie basse, contriti per averLa ingiustamente criticata, ma con il Grifo saldamente in B, che finalmente lotta per la promozione.

Avv. Gian Luca Laurenzi