Seconda tappa per la sesta edizione di “Non fare autogol”

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    Tv, computer e social network. Dell’attività fisica nemmeno l’ombra. Trascorrono così le giornate gli adolescenti umbri: lo sport e il movimento sono un appuntamento costante solo per il 40% dei giovani, con un cartellino rosso per le ragazze (30%) e giallo per i ragazzi (50%). Sono dati allarmanti, perché lo sport riduce le possibilità di sviluppare un cancro e le persone sedentarie hanno una probabilità del 20-40% superiore di ammalarsi. Senza contare che l’obesità è uno dei principali fattori di rischio oncologico e ha un legame diretto con lo sviluppo di alcuni tumori. Ecco quindi che diventa fondamentale la sensibilizzazione dei giovani a stili di vita sani, magari con la collaborazione dei campioni dello sport. Sono questi i concetti chiave del progetto Non fare Autogol, la campagna promossa da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) per spiegare agli adolescenti come tenersi alla larga da malattie e disturbi causati da stili di vita sbagliati. Dopo il successo delle prime cinque stagioni, va in scena oggi la seconda tappa della sesta edizione all’Istituto “Capitini-Vittorio Emanuele II” di Perugia, dove il centrocampista biancorosso Leonardo Spinazzola è salito in cattedra per insegnare ai giovani lo stile di vita dei campioni. “È con grande piacere che ho accettato di partecipare a un progetto così importante, rivolto agli adolescenti, i nostri primi tifosi – ha dichiarato Spinazzola –. La scuola è il luogo dove spesso cominciano le cattive abitudini, ma i ragazzi devono capire che uno stile di vita sbagliato alla loro età compromette la loro salute da adulti. L’attività fisica? Cominciamo a praticarla qua, tra un’ora di italiano e una di storia!”. “Vogliamo far capire che la vera sfida contro il cancro inizia da giovani – ha sottolineato il prof. Carlo Basurto Coordinatore Regionale AIOM per l’Umbria -. L’importanza di un corretto stile di vita, fin da ragazzi, è ampiamente dimostrata nella prevenzione oncologica: il 40% dei casi per tumore, infatti, è causato da fattori di rischio potenzialmente modificabili”. Ecco il principale obiettivo della campagna ‘Non fare autogol’, che utilizza il linguaggio universale dello sport per veicolare importanti valori e messaggi di salute: per renderli più incisivi, al fianco di AIOM si sono schierati la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il CONI e la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) e l’FMSI (Federazione Medico Sportiva Italiana). Un progetto innovativo, reso possibile grazie ad un grant non condizionante di Roche S.p.a. che fino al termine del campionato coinvolgerà squadre di calcio di Serie A, di Serie B e alcuni tra i maggiori allenatori italiani. Un vero e proprio ‘Tour della prevenzione’ nei 20 capoluoghi di regione, che può contare su un media partner d’eccezione: tutti gli incontri negli Istituti, infatti, vengono ripresi da Sky Sport, che manda in onda contributi video e interviste esclusive all’interno di programmi dedicati e sul sito www.skysporthd.it. “Siamo felici di collaborare con gli oncologi dell’AIOM, una delle più importanti società scientifiche del nostro Paese, in un’iniziativa così importante come Non fare autogol, che utilizza il linguaggio universale dello sport per veicolare messaggi di salute – conclude il dott. Maurizio de Cicco, Amministratore Delegato Roche -. Roche è un’azienda che non si limita a promuovere la ricerca e a sviluppare farmaci. Il nostro impegno è significativo anche nel sostegno a iniziative di respiro sociale. Da azienda leader nel settore oncologico, sentiamo la responsabilità di promuovere la corretta informazione sull’importanza della prevenzione primaria e secondaria, come l’adesione ai programmi di screening attivi nel nostro Paese”.

    “Il cancro colpisce di più le Regioni settentrionali (+26%) rispetto al Sud: in Umbria per il 2015 sono previsti 5.400 nuovi casi di tumore con 2.650 decessi – ha aggiunto il prof. Basurto -. Nel 2015 in Italia si stima che verranno diagnosticati 363.300 nuovi casi di tumore (erano 365.500 nel 2014) e le percentuali di guarigione sono in aumento: il 63% delle donne e il 57% degli uomini sono vivi a cinque anni dalla diagnosi. Il merito è da ricondurre alla più alta adesione alle campagne di screening, alla maggiore efficacia delle terapie e ai progetti di sensibilizzazione”. Ma il progetto Non fare autogol può contare anche su un importante versante online per raggiungere tutti gli studenti italiani, non solo quelli che hanno la fortuna di incontrare dal vivo i più importanti calciatori di Serie A: dalla pagina Facebook (www.facebook.com/NonfareAutogol) al profilo Twitter (Twitter.com/NonfareAutogol) al seguitissimo sito internetwww.nonfareautogol.it dove gli studenti di tutta Italia possono scaricare l’opuscolo informativo del progetto.

    (fonte e foto: acperugiacalcio.com)