Terribili sensazioni di déjà-vu in casa Perugia

462
A Pineto altra indecente sconfitta e la zona calda è a un passo. Sembra di essere tornati a due anni fa 

A Pineto altra indecente sconfitta e la zona calda è a un passo. Sembra di essere tornati a due anni fa

 

Nella ridente località turistico-balneare dell’Abruzzo, Pineto, ad un tiro di schioppo da Pescara, dove l’allenatore Silvio Baldini, portato alle dimissioni due stagioni fa da tecnico del Perugia, dopo solo tre giornate, da un manipolo di calciatori, qualcuno, purtroppo ancora in rosa, che non volevano fare gruppo, veleggia oggi nettamente in testa alla classifica, il Perugia conosce una delle serate più nere della sua gloriosa storia, perdendo tre a uno col Pineto, risultato maturato già nel primo tempo nel quale il Pineto, non il Napoli, ha preso letteralmente a pallonate gli attoniti grifoni.

Sì, avete capito bene, il Pineto, quel Pineto che, andando a leggere attentamente lo “score” casalingo delle sue ultime cinque gare, aveva perso tre volte, per ben quattro a zero con il Carpi solo due settimane fa, uno a zero con il Campobasso e due a uno col Gubbio e pareggiato uno a uno col Pontedera, vincendo, per uno a zero, solo con il disastrato Ascoli, guarda caso la stessa squadra con la quale il Perugia ha vinto l’unica gara delle sue ultime sette, sempre per uno a zero, ma in trasferta.

Di chi le colpe di questa vergognosa “caporetto”? Di tutti, a cominciare dalla nuova società che, in due mesi e mezzo si è palesata pochissimo, lasciando praticamente inalterato tutto, dando l’impressione di subire supinamente una situazione negativa evidentissima, con Faroni alla presidenza il Perugia ha totalizzato solo undici punti in tredici gare, alla media, da bassi playout, di 0,84 punto a partita, con l’unica decisione presa, molto, molto in ritardo, dell’esonero di Formisano.

Esonero sacrosanto ma che avrebbe dovuto portare alla guida del Perugia un tecnico, sì esperto della categoria come Zauli, ma dal curriculum molto più ricco, un tecnico vincente, carismatico, che fosse in grado di raddrizzare una situazione già molto compromessa in chiave playoff che contano, le prime quattro posizioni o che, eventualmente, fosse stato in grado, magari con un contratto più lungo, di portare a termine un campionato dignitoso, gettando le basi per un progetto promozione in un paio di stagioni.

I nomi di tecnici disponibili, che rispondessero a questo tipo di caratteristiche, li avevamo fatti subito: Tesser, Venturato, Vivarini, Camplone, ma Faroni ha optato (ragioni economiche?) per un’altra figura, quella di Zauli, un discreto tecnico, un’ottima persona, ma non un vincente, come il suo curriculum dimostra ampiamente, per di più con un contratto solo fino a fine stagione, anche se rinnovabile. E Zauli sta addirittura peggiorando il disastroso percorso intrapreso con Formisano, visto che in quattro gare ha portato a casa solo due punti, mezzo punto a partita di media, da retrocessione diretta.

Ieri Zauli, al netto delle tante assenze, ha sbagliato completamente la formazione iniziale, schierando nel 3-4-1-2 un Souare improponibile, un Ricci che passeggiava per il campo, un Sylla evanescente, un Bartolomei confusionario e basta, insistendo su un Gemello, anche ieri incerto sul primo e sul terzo gol. Insomma, una squadra che non riusciva a fare due passaggi di fila, completamente in balia di un avversario, tutt’altro che trascendentale finora, che ad ogni azione creava un pericolo o segnava, con il Perugia capace di tirare e segnare solo una volta, con Seghetti, su una palla sporca.

Il tecnico ha provato a rimediare all’intervallo con quattro cambi tutti insieme ma, pur migliorando almeno nel possesso palla, la squadra non è quasi mai riuscita a rendersi pericolosa dalle parti di Tonti, se non con un diagonale da fuori di Lisi negli ultimi secondi quando i grifoni erano addirittura rimasti in dieci per la follia di Polizzi che, già ammonito, entrava in ritardo a centrocampo su un avversario rifilandogli un inutile, quanto evidentissimo pestone, rimediando il secondo giallo.

Ma le colpe coinvolgono anche i giocatori perché prestazioni come quella di Pineto, che fa seguito a quelle altrettanto sconcertanti di Legnago e col Milan Futuro, tanto per limitarci solo agli ultimi venti giorni, sono determinate in modo preponderante da chi va in campo. Al di là delle lacune tecniche, non vorremmo essere ritornati a quel periodo di due stagioni fa con il buon Silvio Baldini, costretto subito alle dimissioni perché affermava chiaramente che non vedeva la famiglia, il gruppo, all’interno dello spogliatoio. Fosse veramente così, sarebbe veramente preoccupante!

Infine il capitolo infortuni, ieri anche Seghetti è dovuto uscito per un problema muscolare. Dall’inizio dell’anno traumi a parte, sono decisamente troppo i guai muscolari capitati per non chiamare in causa i preparatori atletici, gli stessi sia con Formisano che con Zauli, anche questa un’anomalia visto che un nuovo allenatore, in genere, quando arriva si porta dietro tutti i suoi collaboratori e non soltanto il suo vice come in questo caso.

In questo preoccupante contesto che tutte le componenti, come abbiamo cercato di analizzare, hanno contribuito a creare, il Perugia scivola sempre più in basso, tredicesimo posto con solo tre lunghezze di margine sul playout, che potrebbero diventare due se nel pomeriggio una tra Spal, a Legnago o Sestri Levante, in casa col Rimini, dovesse vincere, ricordando che il Milan Futuro, a quattro lunghezze, ha due gare, anche se entrambe molto difficili in trasferta, da recuperare.

C’è di che allarmarsi, anche perché se fosse il Legnago a battere la Spal, il Perugia si ritroverebbe addirittura solo quattro lunghezze sopra la retrocessione diretta! Il tutto alla viglia del derby etrusco di venerdì sera con l’Arezzo, al momento, prima della gara casalinga di oggi pomeriggio con il Pescara, quinta forza del torneo. Gara non facile quella con gli amaranto, ma assolutamente da vincere, per non ritrovarsi domenica, al termine del sedicesimo turno, in zona playout o quasi!

Danilo Tedeschini