Vannini: “Grifo e Como nel cuore, ad Alvini serve un trequartista”

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L'ex attaccante del Perugia ricorda il passato con i lariani e i biancorossi, condiviso con Renato Curi, e analizza le prospettive di Angella e compagni

L’ex attaccante del Perugia ricorda il passato con i lariani e i biancorossi, condiviso con Renato Curi, e analizza le prospettive di Angella e compagni

 

In occasione di Como-Perugia, la nostra rubrica “doppio ex di giornata” fa un bel salto nel passato. Protagonista di questa settimana, infatti, è un giocatore che ha scritto la pagina più importante della storia biancorossa: Franco Vannini, grifone dal 1974 al 1979 e perno del Perugia nell’anno dell’imbattibilità oltre che giocatore del Como dal ’68 al ’71 e dal ’72 al ’74.

Continua a seguire le due squadre? Se sì, che impressione ha avuto del Grifo in questo avvio di campionato, sia dal punto di vista del gioco che della rosa?

“Ho visto diverse partite del Perugia e, come normale che sia, ha avuto alti e bassi non tanto nei risultati, ma piuttosto dal punto di vista del rendimento qualitativo. Ad esempio, nell’ultima partita a Ferrara contro la Spal, il Grifo ha disputato una buona partita, mentre la volta precedente contro la Reggina si era trovato in grande difficoltà. Il gioco del Grifo si caratterizza per una notevole intensità e cerca sempre di mettere pressione all’avversario e, per il campionato di serie B, questo è sicuramente un atteggiamento positivo”.

Da questo inizio di campionato, ciò che è emerso è il grande spirito di squadra. Cosa manca a questo Perugia?

“Ha detto bene: a risaltare è proprio il gruppo e il notevole impegno che mettono i ragazzi in campo. Per quanto riguarda la rosa, invece, non mi sembra che, attualmente, ci siano tanti giocatori in grado di determinare la partita con una giocata. Questo ti fa fare un salto di qualità. Tuttavia, per quelli che sono gli obiettivi dichiarati dalla società, il Grifo attuale va più che bene”.

Quindi, manca un bomber, un attaccante alla Vannini o altro?

“Credo che la fatica del reparto offensivo, più che dagli uomini dipenda dall’atteggiamento della squadra. Quello del Grifo si può infatti definire aggressivo, ma non offensivo: almeno in casa, di situazioni da gol ne capitano poche. Se attaccanti ed esterni devono rientrare in difesa, fare pressing e sacrificarsi molto per la squadra, è logico che perdano lucidità in fase offensiva e che non sfruttino le occasioni che capitano sotto porta. Nelle sfide casalinghe si potrebbe lasciare più spazio agli attaccanti, senza farli corre a tutto campo. Poi, c’è un altro discorso da fare. Si è parlato molto del trequartista e di Kouan impiegato in questo ruolo. Se valutiamo il ragazzo ivoriano come centrocampista di rottura o che si inserisce negli spazi e che si butta in area, allora è un ottimo giocatore, ma non può essere considerato un trequartista. Il trequartista è colui che ispira il gioco di tutta la squadra, che serve gli attaccanti e che riesce a saltare l’uomo, caratteristiche che non possono essere richieste a Kouan. In tal senso manca qualcosa: manca chi salta l’uomo negli ultimi 25/30 metri o chi offre la palla giusta all’attaccante che si smarca. Però ripeto, per quello che ha dichiarato la società, questo atteggiamento va bene e i risultati sono positivi. Non dimentichiamo che il Perugia è una squadra difficile da affrontare”.

Il Como, invece, che squadra è?

“Il Como, sinceramente, sorprende. È partito male, ma poi ha realizzato una serie di risultati utili consecutivi, soprattutto in casa, ed è in netta ripresa. Nonostante in attacco abbia due ottimi giocatori come Cerri e La Gumina, penso sia una squadra nel complesso da metà classifica. La loro forza sta nel fatto che hanno dato continuità al progetto, confermando l’allenatore (Giacomo Gattuso, ndr) e alcuni elementi della passata stagione”.

Che partita sarà?

“Sarà una gara aperta, simile a quella di Ferrara ma con una differenza: le qualità del Como sono complessivamente inferiori rispetto a quelle della Spal. Il Como non è una squadra che si chiude, ma predilige giocare a tutto campo e il Perugia, con la sua intensità, può mettere in difficoltà gli avversari. Anche sulle ali dell’entusiasmo dopo la vittoria di Ferrara, ritengo che il Grifo abbia buone possibilità di fare risultato”.

Infine, parlando di Perugia e Como è impossibile non ricordare Renato Curi. Infatti, sia Lei che Renato siete arrivati a Perugia proprio dopo aver giocato a Como.

“Per quanto mi riguarda, sicuramente Perugia e Como sono le due squadre che hanno segnato la mia carriera di calciatore. Sono molto legato ad entrambe: vivo a Perugia, ma mi sono sposato a Como e mia figlia vive lì. Il mio ricordo di Renato? Siamo stati un anno a Como e poi ci siamo ritrovati subito a Perugia e si è instaurata una forte amicizia. Credo che anche per lui Como sia stata la prima parentesi davvero importante, dato che veniva dal Giulianova che giocava in serie C. Tuttavia, con Renato ix ricordi sono qui a Perugia: il primo anno siamo andati in serie A sia noi che il Como, l’anno successivo, invece, abbiamo vinto in casa e pareggiato a Como: dopo essere andati via, entrambi ci siamo presi la nostra rivincita”.

Intervista a cura di Michele Mencaroni