Il Perugia si appresta a vivere una delle partite più delicate della stagione. Quella contro il Rimini rischia di essere uno spartiacque importante per il futuro del Grifo. Vincere, al di là del peso dei tre punti sulla classifica, sarebbe un segnale fondamentale per squadra, società e ambiente. Qualsiasi altro risultato aprirebbe nuovi scenari di rivoluzione, a cui nessuno sembra essere escluso.
Come ci arriva il Perugia? Sicuramente non benissimo. Sul piano squisitamente tecnico Giunti e compagni saranno probabilmente sottoposti ad un’altra rivoluzione tattica, che speriamo questa volta sia decisiva per consegnare alla squadra un’identità e per aprire, finalmente, un ciclo fatto di continuità e certezze. Braglia si sta affidando alla sua esperienza e probabilmente ad una gestione dove il buon senso ha la meglio sugli istinti. I tifosi continuano ad interrogarsi senza riuscire a capire realmente quale sia il male del Grifo. Sabato, come sempre, faranno la loro parte e cercheranno di garantire ai grifoni quel sostegno necessario per superare un ostacolo più psicologico che realmente calcistico. L’idea di vedere il Perugia lottare per non retrocedere tra i dilettanti è una tortura da cui il popolo perugino vuole sottrarsi il prima possibile. C’è chi si appella ai buoni uffici religiosi di Don Mauro Angelini, cappellano biancorosso e chi spera che Faroni prima o poi trovi il verso di come affrontare il calcio italiano. Auspicio che non può passare per la ricerca continua di un nome o di una figura ‘titolata’ a cui consegnare le chiavi del Grifo. L’esperienza con Meluso, sin qui, non si è dimostrata vincente. Quello che doveva essere il dirigente in grado di porre le basi per la nuova ascesa del Perugia nel calcio italiano, è da tempo un separato in casa. I tifosi ieri lo hanno apertamente contestato con uno striscione (affisso sui cancelli della Nord) che non lascia spazio ad altre interpretazioni: “DT Meluso bel lavoro complimenti, ora siamo stufi dei tuoi fallimenti, vattene!”
Vedremo nelle prossime ore quello che accadrà ma è chiaro che il braccio di ferro tra le proprietà e l’esperto DS calabrese è arrivato al clou. Non è difficile da intuire come Faroni e Borras sperino che Meluso lasci la presa, su un contratto che per una realtà di serie C è fin troppo pesante, a fronte della scarsa resa. Del resto l’andamento della squadra, nell’ultimo anno, è sotto gli occhi di tutti. Un mercato discutibile in entrata e troppo passivo in uscita. Anche Meluso, come forma di rispetto per Perugia e i suoi tifosi, dovrebbe capirlo. La proprietà, una volta risolta la questione Meluso, capisca che serve un dirigente che conosce l’attuale serie C e che sappia coniugare al meglio le esigenze di sostenibilità economica con quelle di carattere tecnico. Per fare il bene del Grifo, non è necessario essere stato un dirigente vincente in passato o un valoroso ex grifone.





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