Domande, interviste scomode e inopportune: Faroni chiede l’esclusione di Marioni dall’evento conclusivo per i 120 anni

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Riceviamo e pubblichiamo dal collega Riccardo Marioni

 

“La colpa di aver posto domande scomode ed inopportune durante la scorsa stagione calcistica”, è questa la paradossale motivazione con cui i vertici del Perugia Calcio hanno chiesto di impedire la presenza del giornalista Riccardo Marioni alla trasmissione che Umbriatv dedicherà all’evento conclusivo dei festeggiamenti per il 120° anniversario della nascita del Perugia Calcio, vale a dire la cena conviviale che l’imprenditore Brunello Cucinelli offrirà magnanimamente agli organizzatori della manifestazione.

È in atto un curioso e risibile rimbalzo di responsabilità -o meglio improvvisa giravolta- sull’attribuzione della decisione, chiaro frutto di un cambio di rotta su chi far pesare una nefandezza etica di questo genere. In un incontro con l’a.d. di Umbriatv Mapelli e con Marioni il direttore generale Borras, affermando di apprezzare fortemente Marioni per la sua professionalità -ed usando elogi anche eccessivi- ha però dichiarato di averlo dovuto fare per tutelare il presidente Faroni (c’è forse da intendere: dalle pericolose aggressioni dialettiche del giornalista in questione?) e di essere il solo autore del “diktat”. Il principale organizzatore dell’evento, l’ex grifone Marco Gori, e l’addetto stampa Baldoni nel comunicare la delicata decisione ad Umbriatv già una decina di giorni fa erano stati invece lapidari e categorici: “Faroni non vuole Marioni”! Indubitabilmente il quadro non può che essere questo: Faroni mandante deresponzabilizzato nascosto dietro le quinte -c’è da capirlo- Borras fido, robusto “buttafuori”, implacabile esecutore.

Su tutto stupisce il fatto che un presidente, o suoi scudieri, che hanno vissuto il calcio perugino solo negli ultimi nove mesi di quei 120 anni che si festeggiano (peraltro in assoluto i peggiori nella storia del Curi sotto ogni aspetto) in una serata conviviale non propria, ma donata meritoriamente da un mecenate prodigo della migliore ospitalità -a cui parteciperanno protagonisti di ogni epoca, in cui verranno ripercorsi successi ed avventure di vari decenni, in cui ciò che interesserà di meno sarà la stretta e mesta attualità- si arroghi il diritto di voler impedire alla Tv prescelta ad immortalare l’evento di scegliere liberamente il conduttore. Con l’aggravante delle ridicole motivazioni addotte.

Una sorta di appropriazione decisionale indebita. Richiesta grottesca. Patetica. Che attorno al tavolo dell’incontro, comprese meglio le inverosimile e contraddittorie spiegazioni di Borras -preoccupanti nella loro pochezza relativa all’analisi di domande non gradite poste sei mesi fa- Umbriatv, nella persona di Emanuele Mapelli, avrebbe rigettato, ritraendosi da ogni impegno, se non fosse stato lo stesso Marioni ad insistere con forte determinazione, per rispetto del pubblico perugino e deila tifoseria, perché comunque venisse realizzato lo speciale sulla serata conviviale di Solomeo. Come dire: “perché penalizzare gli spettatori di un godibile spettacolo celebrativo della storia ultracentenaria del Grifo causa gli obbrobri argomentativi dell’appena sopraggiunto Borras?!”

Una decisione, quella di Faroni, che viste le accuse, si traduce peraltro clamorosamente nel migliore degli elogi che può desiderare un giornalista. Una sorta di autogol. Un “onore”, un ambìto riconoscimento professionale: porre domande scomode, spinose, inattese, anche cattive. Cioè le migliori, le sole utili ad attivare la sempre difficile ricerca della verità delle cose. Questo almeno in regime di libertà e democrazia.

Il forte e assai tardivo indispettimento di Faroni avrebbe origine -lo hanno ammesso tutti, a partire da Borras- dall’intervista realizzata ad inizio novembre scorso da Riccardo Marioni insieme al collega di Umbriatv Marco Taccucci. I due, come accade in questi casi, si divisero i compiti, uno su aspetti più sportivi ed ambientali, l’altro su tematiche diverse ritenute interessanti ed attese dagli spettatori. Marioni, nonostante i toni assolutamente garbati, l’assenza di qualsiasi insinuazione ed insistenza, ed anche privandosi di seconde domande, reiterate, di approfondimento (anche difronte ad alcune risposte piuttosto evasive) come accade invariabilmente, sarebbe evidentemente ritenuto colpevole di aver toccato argomenti poco graditi. Il video dell’intervista, disponibile per tutti, potrà costituire la più eloquente prova della qualità e della correttezza del lavoro svolto.

Le domande, quelle malsopportate, ma apprezzate dalla stragrande maggioranza degli utenti, sarebbero quelle riguardanti aspetti economico-finanziari, come le risorse in arrivo, la programmazione delle spese, tempi ed impegni previsti, le varie società coinvolte nell’operazione. Considerazioni e chiarimenti su situazioni già evidenzate mediaticamente dai social, dunque sulla bocca di tutti, che nell’interesse degli stessi diretti interessati, meritavano un minimo di attenzione e di verifica. Come accadde proprio attraverso quell’intervista. Mai provocatoria ma semplicemente onesta, energica, non partigiana, come recitano le più elementari norme etico-deontologiche, scritte e non, della professione giornalistica.

Sembra che anche un’altra domanda abbia infastidito non poco Faroni. In una cena prenatalizia offerta dallo sponsor Claudio Sciurpa, in un clima di grande goliardia e confidenze reciproche, oltre che di spinte maldicenze, Marioni, che da settimane avrebbe dovuto redigere un pezzo per alcuni siti e giornali online, azzarda sommessamente una domanda innocua a Faroni -con tanto di cortese richiesta motivata: “per non rischiare di scrivere cose sbagliate”- su quali fossero le verità sulla sostituzione attardata della fideiussione prestata da Santopadre, argomento molto dibattuto in quei giorni causa anche dichiarazioni dirette dell’ex presidente. Apriti cielo, “berci e grida” con balzo felino da parte di Faroni verso Marioni, al grido “periodista (giornalista in spagnolo) sono fatti privati, fatti miei” -qualcosa di simile il neopresidente lo aveva lasciato intendere anche in una risposta visibilmente stizzita anche nell’intervista sopracitata-. Momento di gelo in casa d’altri e complimenti all’ospite irascibile! Sarebbe bastato un sorriso, un “ne riparleremo”. Difetto di autocontrollo? Argomento scottante? Chissà? Sciurpa “docet”, vide e sentì tutto molto bene!

Ad oggi si ha la certezza che su quella vicenda il ritardo fu di tre mesi e mezzo rispetto le pattuizioni, il pagamento arrivò dopo reiterate pec ed intimazioni, ed anche che è stata avviata l’ennesima azione legale per il recupero degli interessi pagati dall’ex presidente per quel periodo. Nervosismi di quella sera forse spiegati.

L’insofferenza ed il fastidio per l’intervista e le domande incriminate avrebbero avuto anche un gustoso strascico in linea con la levatura morale del direttore generale. Borras poche settimane dopo avrebbe fermato Marioni sul parterre della tribuna al termine di una partita ed in mezzo alla gente con modi sgarbati e toni elevati (conditi da un termine volgare urlato a più riprese indirizzato ad un paio di personaggi usciti poco prima dall’ entourage della società) gli avrebbe chiesto conto del perché avesse posto quelle domande e del perché avesse utilizzato determinate fonti ed informazioni per formularle. Curiose e pretenziose incursioni nell’etica professionale di un giornalista da parte di un analfabeta della materia.

Qualcosa di analogo accadde anche successivamente, a febbraio, durante la conferenza stampa post mercato del direttore sportivo Meluso. Al termine di una innocua e serena considerazione di Marioni, Borras, presente in quell’incontro solo come uditore, scattó letteralmente in piedi dicendogli: “non sei un uomo felice”, “rappresenti solo te stesso”. Altro evidente, se non preoccupante, segnale di irrequietezza e di intolleranza, oltre che di mancanza di self control. Lo stesso Meluso pensó bene di intervenire richiamando Borras ad un clima più sereno (di tutto ciò esiste la registrazione). Circostanze, entrambe, senza precedenti nella tradizione mezzosecolare dello stadio perugino. Comportamenti esasperati paradossalmente riconosciuti Atteggiamenti forse più propri ad un “guardaspalle” che ad un direttore generale. Ed inaspettamente ammessi nel recente incontro con Mapelli e Marioni.

Evidentemente il risentimento di Faroni, rimasto sopito per mesi, è esploso ad orologeria, nel momento più propizio, gustoso, mediaticamente più eclatante. Così che tutti possano venire a conoscenza della “punizione” inflitta al giornalista “poco malleabile” e troppo “ficcanaso”. Non capendo che in democrazia la “punizione” invocata senza averne autorità e sufficienti motivi si traduce nel “più ambito dei trofei”, quel “poco malleabile e ficcanaso” nei “più bei fiori all’occhiello”.

Meriterebbe un capitoletto a parte anche una triste, truce vicenda consumatasi un mattino di una domenica di novembre all’interno del Museo del Grifo (nel giorno dell’intitolazione dello stesso al compianto Carlo Giulietti). Poi rimasta sottaciuta per carità di patria, in ossequio a quel comprensibile mantra “lasciamoli lavorare in pace”, è così fu. Parole forti, dissero tutti: violente. Mai udite prima a Pian di Massiano. C’era molta gente, anche rappresentanti delle istituzioni. La cosa non può essere derubricata a “fatti nostri”. Le testimonianze sono innumerevoli, anche eccellenti. Ma… meglio credere ancora nella carità. “Carità di Grifo”. Sperando serva da lezione. La prima, fondamentale: etica comportamentale. La seconda, storica: il reato di “lesa maestà” è tramontato. A Perugia si dice che lo capiscono anche i somari!

– Riccardo Marioni (69 anni) laurea in Scienze Politiche, è uno dei due soli giornalisti ancora in attività ad aver vissuto per intero i 50 anni di vita dello stadio Curi, di cui per 30 anni ininterrotti è stato anche speaker ufficiale (tra i più longevi d’Italia) dalla prima serie A (1975) all’uscita di scena di Gaucci (2005). Uno dei pochissimi in Umbria ad aver attraversato per intero, dalla loro nascita ad oggi, il mondo sia delle Radio che delle Tv regionali ed unico ad aver rinunciato (1982) ad una chiamata ufficiale della Rai.

– Dal 1976 ad oggi ideatore e conduttore di Tg e trasmissioni di vario genere, dai talk socio-politici a quelli sportivi, da Tele AIA ad RTE 24h, ad Umbria TV, della quale è stato direttore responsabile dal 1999 alla pensione, ed ancora oggi presente nella compagine societaria. Fra le rubriche sportive autore di trasmissioni dedicate al Perugia Calcio (Sport in Piccolo, Top Gol, Fuori Campo) dal 1979 ad oggi. Quest’ultima divenuta uno degli appuntamenti televisivi umbri di maggior richiamo. Caratterizzata da sempre -questo affermano gran parte degli addetti al lavoro- da una linea obiettiva ed equilibrata.

– Vincitore di una decina di premi per meriti professionali tra cui il prestigioso Premio Televisivo Nazionale Santa Chiara (patrona della tv) per un servizio di carattere sociale andato in onda su Rai Due nel 1990. Tra gli altri un Premio alla Carriera, due Premi Fair Play, uno alla Migliore Trasmissione di attualità della regione, uno per la Difesa dei Consumatori. Tutti con motivazioni legate allo svolgimento della professione in modo indipendente, neutrale, imparziale, sempre alla ricerca di una comunicazione veritiera ed incisiva.

– Speaker-cronista ufficiale dell’Autodromo di Magione ed in tutti gli Autodromi italiani (1974-2014), della Federazione Italiana Karting (1981-2008), del Gran Premio Lotteria di Monza (1980).