Dragomir: “Il mercato estivo mi ha distratto”

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Dragomir: “Il mercato estivo mi ha distratto”. Il centrocampista del Perugia: “Quando sentivo di aver recuperato la giusta forma psico-fisica è arrivata l’espulsione col Cosenza”

 

Il centrocampista del Perugia Vlad Dragomir è attualmente nel suo appartamento alla periferia di Perugia con la compagna. Passa le giornate tra serie TV, play station e allenamenti. Ogni tanto, infatti, scende nel garage sotterrato del suo palazzo, dove può  disporre di una quarantina di metri.

Ma la stagione 2019/20 del rumeno non è stata brillante come quella precedente, che lo aveva messo in evidenza nel calcio che conta, tanto che diverse squadre di serie A si erano interessate a lui l’estate scorsa.

“È vero, ho fatto esperienza del fatto che per i calciatori tutti i periodi non sono uguali. Anche quando ero nelle giovanili dell’Arsenal ho avuto questi momenti di calo. È stato comunque un anno positivo, perché ho imparato come si deve iniziare una stagione: imboccando decisi una strada”.

In estate varie squadre lo avevano insistentemente cercato e ammette che le sirene del mercato lo hanno distratto.

“Non sapevo se sarei rimasto o se sarei andato via, sono giovane e non mi sono saputo gestire bene e così mi sono deconcentrato. Il campionato non è iniziato bene e sono andato fuori squadra”.

Quando, poi, nella partita con il Cosenza, a Dragomir sembrava di aver finalmente recuperato la forma fisica e mentale dello scorso anno, è arrivata l’espulsione e la squalifica per tre giornate.

“Ero  particolarmente teso nel finale della partita, perché non mi andava giù che io avessi giocato finalmente bene ma il Perugia non vinceva. Ho perso la testa” (diede una testata a Machach che lo aveva provocato, n.d.r.).

Con Cosmi cambia il modulo.

“Il 3-5-2 si addice meno alle mie caratteristiche, perché non contano solo le doti tecniche o la capacità di fare un passaggio illuminante, ma è più un modulo basato sui movimenti senza palla. Ma ciò non deve essere una scusa, perché si può giocare con tutti i moduli. Con Nesta giocavo sempre, mi ha dato una grande mano, anche se non l’ho più sentito. Con Oddo a volte si, a volte no. Ma dipendeva tutto da me. E anche con l’under 23 della Romania giocavo in tutti i ruoli, anche da punta esterna. La posizione non è poi così importante. Cosmi, vuole che le mezzali si inseriscano in avanti e magari arrivino alla conclusione. Il tiro ce l’ho potenzialmente, posso arrivare a tirare”.

Vlad prima di approdare a Perugia ha passato un triennio nelle giovanili dell’Arsenal.

“Lì è stata per me una scuola dove ho imparato cos’è il calcio a 360 gradi. Cosa sono i sacrifici, cosa significa essere un calciatore in campo e fuori, le cose basilari in campo, in palestra e fuori del campo,  come lavorare per diventare un grande calciatore. Loro hanno un sistema strutturato che ti aiuta molto. Dopo è arrivato il Perugia, che per me è stato comunque un passo avanti, perché è pur sempre una prima squadra”.

E subito nota che la principale differenza tra il calcio inglese e quello italiano è la tattica, che da noi è fondamentale.

“Qui è un’altra scuola, c’è molta tattica, è un calcio che si gioca con la testa e si studia molto anche come gioca l’avversario. In Inghilterra si gioca sempre in avanti ed è inconcepibile per esempio giocare con il portiere, mentre lo studio dell’avversario è poco curato. Con Nesta ogni giorno si faceva tattica e all’inizio mi sembrava esagerato, ma poi, dopo poche partite, ho capito che era indispensabile farlo”.

Dragomir ha poi parole di elogio per il connazionale Romario Benzar, finora oggetto misterioso del mercato di gennaio. L’esterno destro ha qualche anno più di Vlad ma è originario anche lui della città di Timisoara.

“Non ci frequentavamo, anche se ci conoscevamo per avere amici in comune. Mi ha cercato prima  di venire a Perugia per avere informazioni, e io gli ho detto che per lui Perugia andava benissimo. Il problema è che adesso nel suo ruolo ha davanti Mazzocchi che sta attraversando un periodo di forma strepitoso. Mi dispiace che Benzar non giochi, perché ha un grande piede, ha qualità. Sta attraversando un momento di difficoltà, come tutti i rumeni che escono dal loro Paese. Però sono contentissimo per Mazzocchi, se lo merita. Lui che l’anno scorso lavorava sempre a mille, anche se non riusciva a giocare molto”.

Si ringrazia per la preziosa collaborazione Tifogrifo.com