Se foste nei panni di un presidente di una società blasonata che deve risalire in classifica affidereste la panchina ad un tecnico che, dopo una lunghissima carriera impreziosita da quattro promozioni nelle ultime sei stagioni, invece, ha collezionato tre esoneri, oltre ad una clamorosa eliminazione al primo turno dei playoff con un’inopinata sconfitta in casa avendo due risultati su tre a disposizione e che, soprattutto, nelle sue ultime undici panchine, prima di essere esonerato, ha collezionato zero vittorie, cinque pareggi e ben sei sconfitte?
Noi no, ma il trio Faroni-Borras.Meluso lo ha fatto, esonerando Cangelosi dopo cinque gare nelle quali aveva bene o male racimolato tre punti, poco ma meglio dello zero assoluto totalizzato da mister Braglia, chiamato al posto dello storico vice di Zeman. Braglia che, con le tre sconfitte in tre gare sulla panchina dei grifoni, ha portato a ZERO vittorie, cinque pari e NOVE sconfitte il suo disastroso score delle sue ultime quattordici panchine, undici a Campobasso e tre a Perugia, con soli CINQUE punti conquistati dei ben QUARANTADUE a disposizione, con i tre esoneri collezionati a Cosenza nel 2020, ad Avellino nel 2022, con l’ultima a Campobasso nel 2025, la stagione successiva all’eliminazione ai playoff col Gubbio nel 2024!
Cangelosi, tra l’altro, le due sconfitte le aveva subite contro due delle tre squadre padrone del campionato, il Ravenna capolista e l’Ascoli terzo ad un punto, giocando oltretutto un grande primo tempo a Ravenna e una discreta mezzora contro i bianconeri piceni. Braglia invece le tre sconfitte su tre le ha totalizzate contro la Sambenedettese, adesso quarta, ma che allora veniva da due sconfitte consecutive, contro la Pianese, anch’essa proveniente da due sconfitte consecutive e ieri a Carpi, anch’esso reduce da due sconfitte consecutive, anche se subite contro le due prime, Ravenna ed Arezzo.
E sulla sconfitta di ieri a Carpi, maturata tutta nel primo tempo, chiuso meritatamente sotto due a zero, pesano come un macigno le scelte di formazione di Braglia, che ha lasciato in panchina sia Montevago che Ogunseye, schierando un acerbo Giardino al centro dell’attacco, con un disastroso Manzari al posto di Matos, preferendo a centrocampo i soliti deludenti Torrasi a centrocampo e Giraudo sulla fascia, a Tumbarello e a Jabre e presentando, causa le tante defezioni, una difesa a tre inesperta, imperniata su Tozzuolo centrale e il debuttante Rondolini e Megelaitis come braccetti.
Risultato: difesa in barca per tutto il primo tempo di fronte ad un tutt’altro che straripante Carpi, per di più privo del suo migliore attaccante, Gerbi, con il centrocampo che non filtrava e non costruiva e con gli attaccanti che non tiravano mai in porta. Le tardive correzioni della ripresa, con gli ingressi di Bartolomei, Teernava, Yabrè, Matos e Montevago tamponavano le falle ma non erano sufficienti per rientrare in partita.
Ci è sembrato giusto parlare del tecnico perché per settimane ci siamo dilungati sulle grandi responsabilità della società e del Direttore Sportivo, ai quali aggiungiamo adesso anche quello dell’affrettato cambio di panchina, come dimostrano i risultati e i numeri. Scaricare le colpe di aver costruito una rosa assolutamente non all’altezza addossando le colpe sull’allenatore è stato un grosso errore anche perché, come abbiamo accennato, con Cangelosi la squadra aveva mostrato contro Ascoli e Ravenna dei miglioramenti evidenti sul piano del gioco, assolutamente scomparsi, invece, sotto la gestione Braglia.
Intanto il pareggio del Pontedera a Gubbio e quello della Vis Pesaro a Campobasso, portano le tre sestultime, Pontedera, Vis Pesaro e Pineto, ovvero la salvezza diretta, l’unico obiettivo che a questo punto può e deve raggiungere quest’anno il Perugia, a ben cinque punti dopo solo otto turni di campionato, non sono pochi.
La promozione diretta, infatti, lo diciamo solo come data statistico, è già a ben DICIOTTO punti e il quinto posto, tra l’altro occupato da Ternana e Gubbio, l’ultimo che conti nei playoff, è a ben DIECI lunghezze, con il decimo posto, utile solo per un’inutile “comparsata” nei playoff, è comunque lontano OTTO lunghezze. Il Perugia, infatti, rimane penultimo in classifica con soli TRE punti, ultimo sul campo perché il Rimini, senza la penalizzazione, di punti ne avrebbe sette.
Proprio i romagnoli saranno ospiti al “Curi” sabato in un delicatissimo scontro diretto. Va da sé, quindi, che col Rimini serviranno a tutti i costi solo i tre punti ma, scimmiottando il titolo di un famoso film di successo degli anni ’70 con Alberto Sordi e Nino Manfredi, ci chiediamo: “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare quella vittoria misteriosamente scomparsa dalla scorsa stagione?”
Danilo Tedeschini





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