Lucarelli più conservativo nel primo tempo e meno nella ripresa, viceversa Alvini. Perugia-Ternana comporta troppe pressioni per tentare scelte coraggiose
Dopo ogni gara la riflessione che occorre fare è sempre quella: quale è il confine tra i meriti di una squadra e i demeriti dell’altra? Ossia dove finiscono i meriti ed iniziano i demeriti?
Il derby di domenica è assolutamente emblematico in tal senso: se il primo tempo è stato dominato in lungo ed in largo dai grifoni, il secondo tempo è stato invece di marca rossoverde che hanno rischiato, con un rigore che poteva essere tranquillamente assegnato, di vincere la gara e di portare a casa i tre punti.
Cristiano Lucarelli (finalmente un allenatore che ammette le proprie colpe, bravo Cristiano) ha confessato candidamente di aver avuto paura dei quinti del Perugia ed aver giocato il primo tempo sperando di subire il meno possibile per poi rischiare nella ripresa.
Alvini ha ragionato esattamente al contrario: una volta subito il pareggio e capito che la propria squadra subiva la qualità degli avanti ternani, non ha esitato a rivoluzionare la squadra, togliendo inspiegabilmente Burrai e finendo la gara con in campo contemporaneamente Rosi, Sgarbi, Curado, Dell’Orco e Ferrarini per la serie: tutti dietro e speriamo di pareggiare.
E’ chiaro che dietro tali scelte dei due allenatori c’è un denominatore comune: la paura di perdere.
Sono troppe le pressioni che genera il derby per ragionare a mente libera e fare scelte coraggiose: come spesso succede in queste gare, la paura di perdere prevale su quella di vincere.
Certo se De Luca avesse trasformato il rigore e il primo tempo fosse finito sul doppio vantaggio per i grifoni (tra l’altro meritato), probabilmente staremmo a parlare di un’altra gara; ma è altresì vero che il secondo tempo del Perugia è stato complessivamente deludente, anche a causa delle scelte troppo difensive di mister Alvini che ha dimostrato ancora una volta, come questa rubrica ha sempre sottolineato, di essere molto bravo a curare la fase di non possesso, meno a curare la manovra offensiva.
La gara di ieri ha evidenziato quelle che sono le peculiarità delle due squadre: grande forza e compattezza del Perugia; grande qualità offensiva della Ternana, ma molto slegata e poco coesa tra i reparti.
Alvini sta facendo complessivamente un buon lavoro: la squadra pareggia molte gare soprattutto perché non ha una forza offensiva tale da consentire di trasformare alcuni pareggi in vittorie.
Se l’obiettivo è quello del mantenimento della categoria, la squadra va bene così, e con questa solidità mentale l’obiettivo verrà centrato sicuramente; se invece si vuol puntare a qualcosa di più occorrerà concretamente fare qualcosa nel mercato di gennaio, ma sul fatto che la società investi visto quanto successo negli ultimi anni, ci sono grossi dubbi.
Fabio Orlandi