Lavagna tattica: Monza deludente, Perugia operaio

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I brianzoli non sono un collettivo, il Grifo sì. Bravo Alvini nella preparazione del match, meno nella lettura finale

I brianzoli non sono un collettivo, il Grifo sì. Bravo Alvini nella preparazione del match, meno nella lettura finale

 

L’anno della retrocessione il Perugia espugnò l’Ezio Scida di Crotone per 3-2, al termine di una partita rocambolesca con una rete di Melchiorri quasi da metà campo, una doppietta dell’ex Mustacchio e delle super parate dell’eccellente Vicario, non a caso oggi titolare in serie A con la maglia dell’Empoli.

Quella partita fu inopinatamente e frettolosamente giudicata eroica, in quanto il Perugia difese con le unghie e con i denti il risultato, ma chi sa di calcio sapeva benissimo che non era così.

Lo stesso Serse Cosmi, subentrato ad Oddo, giudicò quella gara in sala stampa con un eloquente “il Perugia ha vinto, punto”, sottolineando come il Crotone dominò in lungo ed in largo la gara, con un possesso palla quasi umiliante e collezionando occasioni da rete in doppia cifra.

La stagione si concluse così: Perugia in C, Crotone in A. La squadra calabrese, guidata da Stroppa, ecco il motivo di questo incipit, praticava un pressing asfissiante, difesa a metà campo, riaggressione sistematica alla palla persa, ricerca del terzo uomo, sviluppo a catena sulle fasce, insomma un bel vedere per la serie B.

L’attesa per la partita di ieri, visto che l’allenatore del Monza è Stroppa, era molto alta: mi aspettavo di vedere la squadra brianzola praticare lo stesso gioco, visto anche che la cifra tecnica dei giocatori è da serie A.

Sono invece rimasto molto deluso nell’osservare una squadra slegata, priva di mordente, lunga, che nel primo tempo ha tirato in porta solo in occasione del rigore e nel secondo tempo ha avuto occasioni solo quando ha deciso di giocare “all-in” calciando palloni sistematici verso la porta di Chichizola, riempendo l’area di rigore con molti uomini.

Troppo poco per la qualità del Monza, non si è vista la mano di Stroppa, ma si è vista benissimo una pessima qualità per la serie B: la PRESUNZIONE di molti giocatori, che giocano da soli e non per la squadra.

Ecco perché probabilmente allenare il Monza non è la cosa più semplice di questo mondo, se non si fa capire ai giocatori che la serie B non si vince con il nome, ma si vince con altre qualità, soprattutto morali, che ieri sono mancate.

Ne ha già fatto le spese l’anno scorso Brocchi (è più facile allenare De Luca che Balotelli), rischia di fare la stessa fine Giovannino Stroppa.

Emblematica è stata la gara dell’uruguaiano Gaston Ramirez, uscito al 52’ dopo aver sbagliato di tutto e di più: l’ex giocatore di Hull City, Southampton, Middlesbrough, Sampdoria (tanto per citare qualche squadra), con una qualità tecnica da alta serie A, probabilmente proporzionale allo stipendio percepito, è sembrato un pesce fuor d’acqua, lento e sempre fuori tempo nelle giocate e nei movimenti. Veramente una delusione, come gran parte dei giocatori lombardi.

Poi però se si va a vedere il tabellino delle gare interne del Monza si scopre un dato importante: prima della gara con i grifoni, il Monza aveva collezionato su 8 gare 7 vittorie e un pareggio. 22 punti su 24 disponibili nelle gare interne.

E qui allora subentrano i tantissimi meriti della squadra di Alvini, che giocando da squadra operaia, consapevole dei propri limiti, ma anche dei propri pregi, ha messo costantemente alla corda la squadra di Stroppa, fatta eccezione per il primo quarto d’ora.

Eccellente la difesa, a parte un Angella stranamente impacciato, molto bene il centrocampo e davvero decisivo Matos che sta dimostrando di essere un elemento imprescindibile per questa squadra.

E’ piaciuto l’atteggiamento dei grifoni, che non hanno lesinato gli interventi anche duri quando necessari, che hanno chiuso ad uomo gli avversari, rischiando qualche volta il 2 contro 2 in fase difensiva, che sono sembrati sempre più squadra degli avversari.

E questo è verosimilmente il complimento più importante che si può fare ad un allenatore: ormai Alvini sta dimostrando di essere un ottimo condottiero di questa squadra, che non perde mai la testa, è sempre determinata e concentrata, ha una propria idea di gioco e tutti i giocatori giocano per la squadra e mai per se stessi.

Se vogliamo trovare un pelo nell’uovo, si può dire che con una qualità superiore certe situazioni in fase offensiva potrebbero avere uno sviluppo diverso, ma qui poco c’entra il tecnico.

Una piccola tiratina di orecchie ad Alvini, già sottolineata in questa rubrica, riguarda i cambi: aver tolto De Luca per inserire Rosi, che tra l’altro è entrato benissimo in partita, ha consentito al Monza di avere possesso palla costante e due situazioni prima della rete molto pericolose.

Non sta scritto da nessuna parte che togliere una punta per un difensore ti dà più garanzie di non subire una rete. L’ho ripetuto più volte ed anche questa volta purtroppo i fatti mi hanno dato ragione.

Fabio Orlandi