I cambi del tecnico toscano convincono, l’attaccante si incaponisce e sbaglia un’occasione dopo l’altra
Giù le mani da Alvini. Questa rubrica non era stata tenera con il tecnico toscano quando con i cosiddetti cambi conservativi aveva “incartato” alcune partite, complicando la situazione di gioco e facendo perdere al Perugia qualche punto (Monza docet).
Questa volta le sostituzioni del mister di Fucecchio sono state inappuntabili. Con un attaccante in meno della Spal, la difesa a tre non aveva ragione di esistere, ecco perché il passaggio a 4 dietro con Santoro e Beghetto bassi pronti a spingere e a sostenere la manovra.
Perché togliere Angella e non Sgarbi o Curado già ammonito? Perché Angella dei tre difensori è il più lento e giocando con due centrali e non tre le distanze tra gli stessi si allargano e quindi la velocità diventa una discriminante importante specialmente di fronte ad una ripartenza avversaria.
Dopo il vantaggio, con Santoro che non essendo un difensore soffre il duello, naturale il ritorno alla difesa a 3, con Segre che ha dimostrato anche in passato di poter interpretare il ruolo di centrale di parte.
Allora quale è la vera causa di questa beffa? Abbastanza facile la risposta: la mancanza di esperienza di questa squadra si è fatta sentire ancora una volta, e se in passato Kouan e Santoro erano stati i protagonisti in negativo, questa volta la tiratina d’orecchie la merita De Luca (classe 1998 al suo primo campionato significativo), che anziché sparare sul portiere l’ultima azione poteva tranquillamente e serenamente tenere palla e far passare il tempo.
Ma il centravanti di Bolzano dopo aver divorato almeno tre reti, ancora non sa che un giocatore più si incaponisce e si rammarica delle occasioni fallite e più non segna. Mancanza di esperienza, alla quale solo il tempo può porre rimedio.
Consola l’ennesima ottima prestazione della squadra che merita il più ampio e condiviso sostegno.
Fabio Orlandi