Nella lavagna tattica della B, stavolta i voti: Caserta e squadra da 9, Società …

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Caserta:
 

È stato davvero bello ed emozionante tornare a fare il giro allo stadio ed in centro a festeggiare il ritorno del grifo in serie B. Bandiere, sciarpe, clacson, gente: ingredienti perfetti per una pietanza gustosa e quasi inaspettata a qualche giornata dalla fine del campionato. Per me che sono amante della matematica ( e del latino: le due materie non a caso vanno spesso a braccetto), dare dei voti ai protagonisti di questa stagione risulta difficile, in quanto il voto è oggettivo, personale, spesso frutto di asimmetrie informative, al contrario della matematica che è assoluta, infallibile, certa.

Ma “una tantum”…siamo in fondo alla stagione.

CASERTA 9+: il voto è la media perfetta tra la gestione dello spogliatoio (10 e lode) e gli aspetti tecnico-tattici (8). Se la media fosse ponderata, ove i pesi fossero i due aspetti appena citati, il voto sarebbe ancora superiore in quanto con i giocatori di oggi, più sensibili alla parolina e a tutto ciò che circonda loro, la gestione assume un’importanza centrale, vitale per un tecnico. Basta pensare a quello che è successo l’anno scorso per avere una prova del nove immediata ed efficace. Caserta è stato eccezionale nel ridare stimoli ai giocatori dello scorso anno e a creare un gruppo granitico ed affiatato, non solo in apparenza ma nei fatti. Come ci è riuscito? E’ molto semplice: con il suo carattere, umile, semplice, concreto, schietto, si è conquistato ben presto la fiducia e la credibilità di tutto il gruppo, che aveva assoluto bisogno di una figura come la sua.

Le esultanze dopo le reti, la voglia di spaccare il mondo di chi entra dalla panchina, mai uno screzio tra i giocatori, mai un diverbio con l’allenatore: segnali chiari, lampanti di vera coesione tra il gruppo e l’allenatore calabrese, che è stato anche capace di gestire problematiche interne (vedi caso Rosi) nel migliore dei modi, rilanciando nei tempi e nei modi giusti il difensore romano, fondamentale nel finale di stagione.

Anche la gestione del caso Falzerano, un bravo ragazzo con personalità spiccata che qualche volta eccede nei modi, è stata esemplare: non messo alla gogna pubblicamente, ma gestito dentro lo spogliatoio, magari con qualche parolina giusta ed il giocatore campano è stato protagonista di una seconda parte di stagione di altissimo livello.

Sul piano tecnico-tattico Caserta ha dovuto gestire essenzialmente due problematiche: da un lato fronteggiare una squadra superiore tecnicamente e fisicamente come il Padova (il Perugia per qualità ed ampiezza della rosa era subito  dopo i veneti e prima delle altre squadre: solo la Triestina negli 11 poteva competere con i grifoni, non a caso con gli alabardati abbiamo rischiato di non prendere un punto), dall’altro dover gestire una partenza ad handicap, causa il ritardo nel ritrovarsi dopo la stagione precedente che ha sicuramente fatto perdere al Perugia qualche punto e forse più di qualcuno.

E’ probabile che il mister calabrese abbia commesso qualche errore (Modena, Sambenedettese e Padova), dove i cambi o l’atteggiamento hanno lasciato più di qualche dubbio, ma quale mister non sbaglia? Forse Guardiola, che con una squadra nettamente inferiore ha dato una lezione al PSG. Ma qui stiamo parlando del miglior allenatore al mondo, mentre non va dimenticato che Caserta è agli inizi della carriera di allenatore, quindi è sacrosanto e persino giusto che possa sbagliare. Non solo: essere agli inizi gli ha permesso di non avere quella prosopopea tipica degli allenatori navigati, che spesso fa danni all’interno del gruppo. Un’ultima riflessione sul gioco: sovente non è stato spumeggiante, cercando fin troppo di lavorare sulle seconde palle, ma il motivo è chiaro: avere un centrocampo di cursori non ti permette di avere una grossa qualità di manovra; dovrebbe essere facile da capire che il gioco lo fanno i giocatori, in particolare i centrocampisti.

I GIOCATORI 9:  qui dovrebbero fischiare parecchie orecchie a tanti pseudo tifosi e saccenti opinionisti pronti a criticare l’impegno o la voglia di quel o questo giocatore o a dire la solita frase senza senso “ in campo vanno i giocatori” (bella scoperta). In questa rubrica i giocatori sono stati sempre difesi e soprattutto quelli dello scorso anno, perché sapevo che in questa categoria avrebbero fatto la differenza. Ho sentito un tifoso domandare candidamente in televisione: “ma visto che i giocatori erano per lo più quelli dello scorso anno, mi devono dire che cosa è successo”. La domanda è legittima, la risposta molto semplice: innanzitutto la categoria. La squadra dello scorso anno era ampiamente sopravvalutata, e dopo il disastroso mercato di gennaio, indebolita. Quindi la squadra era una squadra per la salvezza, con due problematiche in più: lo spogliatoio e la gestione nevrotica della società. Ecco qui l’importanza del mister Caserta.

Risponderei a quel tifoso così: i giocatori sono come gli alunni delle scuole medie o delle superiori. Come mai gli stessi alunni con un professore ascoltano, imparano e non vola una mosca, mentre con un altro professore gli alunni

fanno confusione, non ascoltano e magari lo deridono? Gli alunni sono sempre quelli…….come i giocatori dello scorso anno sono sempre quelli….

Questo gruppo ha dimostrato di avere gli attributi, di essere fatto di uomini veri, attaccati alla maglia ed attaccati alla passione del loro condottiero. Sul piano tecnico è evidente che giocatori come Melchiorri, Falzerano, Elia, Angella, Sgarbi, Rosi hanno dimostrato di avere qualcosa in più. Ma non può essere dimenticata la forza fisica di Kouan e di Sounas, la personalità di Monaco, i gol spesso decisivi di Minesso e Murano, il contributo inatteso di Bianchimano; insomma tutti, anche gli altri si sono resi utili alla causa con dedizione e soprattutto sentendosi sempre protagonisti, anche non giocando. Merce rara questa, il cui merito va ovviamente ascritto a Caserta.

Sul piano tecnico si può dire che il reparto migliore è stato sicuramente la difesa, in particolare i centrali sono giocatori di altra categoria. Ha faticato di più il centrocampo, come ho scritto prima, soprattutto per caratteristiche degli interpreti, mentre l’attacco ha avuto nell’innesto di Elia e Falzerano in corso d’opera linfa vitale per ridare fiato ad un Melchiorri che nella prima parte del campionato aveva quasi tirato la carretta da solo.

SOCIETA’ 6: Di solito quando si vince un campionato i meriti principali dovrebbero andare alla società. A Perugia non funziona così, in quanto anche quest’anno, dove si è vinto spesso e volentieri, ci sono state diverse imperfezioni (chiamiamole così) del trio Santopadre-Comotto-Giannitti. Comunque la società ha 3 grossi meriti

1)      Il più importante aver azzeccato l’allenatore e questo è un merito gigantesco.

2)      Altro merito importantissimo è stato aver tenuto i giocatori dello scorso anno che in questa categoria hanno fatto la differenza. Poco importa se non sono stati venduti, se si voleva venderli o altro, sono rimasti e sono stati fondamentali

3)      Non aver sentito Santopadre parlare è un merito della società, in quanto probabilmente il massimo dirigente romano si è reso conto che era meglio non dire nulla dopo quello che era successo nella scorsa stagione.

Purtroppo poi ci sono i soliti errori societari: la dichiarazioni spesso inopportune di Comotto (che tristezza vedere Jo Condor a Fermo litigare con i dirigenti del grifo), la gestione autolesionistica del caso Rosi, l’inesistente mercato di gennaio, dove il solo Minelli si è sostanzialmente reso utile alla causa solo per le incertezze di Fulignati. E c’è da dire che i risultati sono arrivati; se non fossero arrivati è presso che certo che avremmo rivissuto le gestioni confuse e nervose degli anni precedenti. Difficile purtroppo dare grossa fiducia a questa società, dopo la miriade di errori commessi in passato. Ora si è saliti in serie B. Che cosa intende fare il presidente Santopadre? Visto che i rapporti con la piazza sono ormai compromessi e non basterà una promozione per far riappacificare i tifosi, l’impressione è che il presidente romano cerchi il compratore giusto per fare una bella plusvalenza e vendere la società dopo averla riportata in B. Nessuno potrà dirgli nulla visto che comunque il Perugia è in serie B. Vedremo se sarà così, nell’attesa godiamoci questa meravigliosa promozione.