Una sconfitta ‘figlia’ del mercato di Gennaio

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Prestazione da cancellare a Chiavari con un'altra
 

Si possono addurre numerose spiegazioni per comprendere una bruciante sconfitta come quella rimediata ieri pomeriggio dal Perugia nello scontro diretto di Padova, che spedisce il Grifo, anche se con due gare in meno, a ben otto punti dallo stesso Padova, sempre più capolista solitario del campionato dall’alto dei suoi sessantuno punti. A nostro parere quella più calzante deriva dalle discutibili dichiarazioni rilasciate da Comotto al collega Riccardo Marioni durante l’intervallo della gara dell’ “Euganeo”.

Il Direttore Generale del Perugia ha testualmente dichiarato che il Padova ha fatto un buon mercato di Gennaio andando a coprire eventuali lacune del suo organico mentre il Perugia ha preferito giustamente dare fiducia al proprio gruppo, rinforzandolo con tre buoni innesti. Se siamo d’accordo su quanto affermato sul Padova ci permetta invece di dissentire, l’ex capitano dell’unico Perugia vincente della gestione Santopadre in quasi un decennio, su quanto affermato sul Perugia.

L’organico del Grifo, già leggermente inferiore a quello dei veneti ai nastri di partenza, perchè privo di attaccanti e non solo, in grado di risolvere con bravura, esperienza e dimestichezza col gol, partite sporche contro squadre dalle difese organizzate e bloccate, andava assolutamente rinforzato colmando questa grossa lacuna ma ciò non è stato fatto e non è servito di certo l’ingaggio di un portiere di riserva, Minelli, di un centrocampista esterno, pur bravo ma reduce da un lungo stop per un grave infortunio e privo del minutaggio necessario, Di Noia e di un centravanti, Vano, che non aveva mai segnato a Mantova e ha continuato a non segnare a Perugia, se si eccettua un gol su rigore, in oltre venti presenze totali in stagione.

E alla luce di quanto abbiamo appena analizzato è lampante come il risultato della partita dell’”Euganeo” sia figlio del mercato di Gennaio perchè, al netto di una partita equilibrata, bruttina, tra due squadre timorose, l’esperienza, la “cazzimma” di giocatori abituati a giocare questo tipo di gare sia stata decisiva e il gol segnato proprio da uno di questi rinforzi invernali, Firenze, ne è la conseguente conferma. Così come il fatto che, ancora una volta, la batteria di attaccanti a disposizione di mister Caserta, non abbia cavato un ragno dal buco contro una difesa, sì lenta, ma organizzata e d’esperienza come quella patavina.

Questa è la nostra analisi della gara persa a Padova e non ce la sentiamo di mettere sotto accusa, come sentiamo fare da alcuni, il tecnico Caserta, che, con questo organico a disposizione, ha sin qui saputo tenere testa alla squadra di Mandorlini, compiendo un autentico miracolo e che, anche all’“Euganeo”, ha dimostrato la sua bravura tattica riuscendo ad annullare il giocatore più pericoloso del Padova, Chiricò, che nelle otto gare fin qui disputate, con quattro gol, cinque assist e tre legni colpiti, era stato determinate e Caserta lo ha saputo imbrigliare predisponendo continui raddoppi in aiuto a Favalli.

I critici di Caserta lo accusano di avere impostato la gara per lo zero a zero. Non siamo del tutto d’accordo. Ha impostato la gara come aveva fatto col Modena, aspettandolo per ripartire velocemente ma Mandorlini non ha ripetuto l’errore fatto da Mignani e non si è mai scoperto (sui calci d’angolo a favore il Padova rimaneva con quattro elementi dietro) e poi in questa situazione, non avendo in rosa giocatori forti d’area di rigore, né giocatori esperti davanti, bravi a far salire la squadra, Caserta non poteva fare altro, complice anche la perdita dopo pochi minuti di un giocatore fondamentale come Falzerano..

Il Padova, che questo tipo di giocatori ce li aveva già (Ronaldo, migliore in campo ieri, Della Latta, Saber),  a Gennaio ne ha presi altri (Chiricò, Rossettini, Firenze, Cissè) ed è quindi normale che abbia questo vantaggio (che con i recuperi, comunque, potrebbe essere abbastanza limato). Noi, penso giustamente, ci siamo sentiti in dovere di criticare Caserta dopo il pari interno con la Sambenedettese, perchè, a nostro parere, ha sbagliato i cambi ma fallire una sola gara nell’ambito di un grande campionato ci sta e per la sconfitta di Padova, sinceramente, non ci sentiamo assolutamente di buttargli la croce addosso, anche perchè il gol del Padova ha punito il Perugia proprio nel suo momento migliore, quando stava provando a vincere la gara.

Le colpe vanno ricercate da qualche altra parte, senza mezzi termini nella società e quando parliamo della società non ci riferiamo certamente al Direttore Sportivo Giannitti, costretto come il suo predecessore Goretti a fare di necessità virtù nelle varie “tranches” di mercato. Società che, come in quasi tutte le stagioni precedenti, ha FALLITO il mercato di Gennaio, acuendo colpevolmente il gap tecnico estivo col Padova invece di colmarlo, questa è la verità e fino a quando il presidente Santopadre continuerà con questa strategia sarà difficile tornare a vincere campionati o ad evitare retrocessioni rovinose come accaduto ad Agosto.

Restano adesso undici partite, compresi i due recuperi, sette in trasferta e quattro al “Curi” e per poter continuare a sperare nel primo posto il Grifo è obbligato ad arrivare a quota ottanta punti, l’identica quota indicata dalla proiezione finale dei punti del Padova. A quel punto, a pari ottanta, il Perugia arriverebbe primo per la migliore differenza reti negli scontri diretti. Per arrivare a quota ottanta il Perugia dovrà totalizzare ventisette punti in queste undici gare per cui dovrà obbligatoriamente vincerne otto, pareggiarne solo tre, senza perderne alcuna. Impresa tutt’altro che facile anche alla luce del modesto, per una squadra che punta al primo posto, “score” esterno, il nono, anche se con due gare in meno, del girone.

La prima delle otto gare da vincere assolutamente è il recupero di dopodomani a Cesena, partita difficile anche se si incontra un Cesena appannato sul piano fisico, che sta probabilmente pagando la lunga pausa per il focolaio Covid del mese scorso e reduce da due sconfitte consecutive, l’ultima quella casalinga di ieri contro il modesto Vis Pesaro. Il Cesena di Viali, condizione fisica a parte, è una squadra che predilige giocare e questo potrebbe aiutare i grifoni che non possono perdere punti al “Manuzzi”, anche in ottica secondo posto, posizione fondamentale per accedere direttamente ai quarti dei playoff, saltando ben tre turni, soprattutto se stasera il Sud Tirol dovesse fare bottino pieno a Mantova nel posticipo.

Tenere viva la speranza primo posto e difendere il secondo posto in vista dei playoff sono le “missions not impossible” che il Perugia deve provare a compiere, perchè il campionato non è ancora perso e perchè non finirà di certo il 25 Aprile, anche se contendere un posto al sole ad Avellino, Bari, Sud Tirol, Pro Vercelli o Como, le probabili papabili, eventualmente col Grifo, “alla final four”, non sarà impresa facile.

Danilo Tedeschini