I play-off ancora una chimera per il Perugia

433
Recupero lampo della punta dall'infortunio di Carpi: può guidare ancora lui l'attacco. Alle sue spalle la coppia Ricci-Palsson

Situazione compromessa dopo il k.o. interno con la Carrarese. Male Formisano, ma questi anni bui portano la firma di Santopadre

 

Uno dei film più belli di questa stagione è quello della regista, umbra di adozione, è cresciuta e vive a Castel Giorgio nell’Orvietano, Alice Rohrwacher, “La Chimera”. Il titolo della pellicola raffigura benissimo la situazione attuale, in ottica qualificazione ai quarti dei playoff, del Perugia dopo il sanguinoso due a zero subito ieri sera al “Curi” ad opera dell’implacabile Carrarese di mister Antonio Calabro.

A questo punto, infatti, la situazione del Perugia è fortemente compromessa e il passaggio di turno si potrebbe verificare solo vincendo con tre gol di scarto la gara di ritorno di Carrara. Una chimera, appunto, alla luce dell’atavico problema del gol del Perugia, uno solo segnato nelle ultime cinque uscite dai grifoni, solo sedici segnati nelle diciannove trasferte di campionato e della forza casalinga straordinaria della Carrarese, che ha costruito proprio al “Dei Marmi” il suo terzo posto finale con ben sedici vittorie, due pareggi e una sola sconfitta, quest’ultima col vecchio allenatore Dal Canto, visto che lo “score” casalingo con mister Calabro recita di ben nove vittorie su altrettante nove gare.

Mister Formisano ha mandato in campo l’ennesima formazione inedita, con scelte molto discutibili come quella di schierare sulle fasce, un centravanti, Cudrig, su quella destra e un difensore centrale, Souarè sulla sinistra, due pesci fuor d’acqua, bilanciate ad onor del vero da quella azzeccata dei centrocampisti, col ritorno di Bartolomei e Kouan come titolari al fianco di Iannoni, che hanno permesso alla squadra di disputare una discreta prima frazione, purtroppo subito compromessa dall’eurogol, dopo soli tre minuti, di Zanon.

La scelta di riproporre in attacco Sylla e Seghetti, invece, non ha pagato e la coppia d’attacco ha confermato ancora una volta, come successo da Gennaio in qua, di non poter coesistere, anche se il problema del gol va oltre la pochezza degli attaccanti, compreso il subentrato Vazquez, perchè al Perugia è sempre mancato un trequartista di ruolo e Baldini prima e  Formisano poi hanno dovuto sempre convivere, male, con questa grave lacuna della rosa.

L’arcigna difesa apuana ha messo a nudo il problema appena descritto, con i grifoni, che nel primo tempo, pur non demeritando, sono arrivati al tiro, da fuori, solo in un paio di circostanze, palo esterno e parata di Bleve. Il raddoppio della Carrarese ad inizio ripresa, favorito dalla solita amnesia della difesa perugina sui cross, con Di Gennaro colpevolmente libero di colpire di testa, ha definitivamente chiuso i giochi, con un Perugia privo di qualsiasi reazione, se si eccettua un insidioso tiro da fuori di Vazquez nel finale e una Carrarese padrona del campo, che ha mancato almeno tre occasioni clamorose per rimpinguare ulteriormente il suo bottino

La partita di ieri ha fatto vedere la netta differenza tra una squadra, la Carrarese, solida, esperta, organizzata, furba, che ha saputo colpire per poi difendersi abbastanza agevolmente, colpire di nuovo per poi dominare la gara e un’altra il Perugia, priva di schemi offensivi validi, anche, come accennato per la mancanza di un trequartista, sottoposta a continui, inutili cambi di formazione dal suo inesperto ma supponente allenatore, bravissimo con le parole nettamente insufficiente sul campo.

Ma le colpe di questo ennesimo fallimento, usiamo già questo termine perché non crediamo assolutamente nella chimera del ribaltamento del risultato a Carrara, pronti, comunque, nel benaugurato caso contrario, ad incensarci il capo di cenere, non possono essere ascritte al solo tecnico perché alla base di questi anni bui c’è sempre lui, Massimiliano Santopadre, che con i suoi “non progetti”, sprecando tempo, tanto e danaro, poco, costruendo sempre squadre monche, effettuando scelte sbagliate, l’ultima quella di esonerare Baldini ed affidare la panchina ad un carneade inesperto ma, al tempo stesso, poco umile come Formisano, ha trascinato il Perugia nel baratro.

Non è un caso che Santopadre non abbia mai vinto almeno una delle ben dodici gare tra preliminari di B, (4) playoff di B (2), playout di B (2), playoff di C (4), perdendone nove, tre in casa, anche se una ai rigori, pareggiandone solo tre. E’ ora, lo scriviamo ormai da tempo, che molli la società, anche se i debiti accumulati non aiutano, Sciurpa, all’uscita dal colloquio con Santopadre per l’eventuale cessione, ha parlato di sei-sette milioni, alla faccia del “però tiene i conti a posto” dei suoi adulatori, corresponsabili anche loro di questi fallimenti sportivi.

Grazie Santopadre e grazie Formisano anche per aver onorato al peggio il ventiquattresimo anniversario, il 14 Maggio 2000, della storica vittoria sulla Juve, alla quale facemmo perdere lo scudetto. Erano altri, gloriosi campionati, era la Serie A, quella promessa e mai mantenuta da Santopadre che, al contrario, ci sta ormai facendo vegetare in terza serie. Erano altri presidenti, erano altri allenatori, Gaucci e Mazzone che, purtroppo, vedendo questo scempio si staranno rivoltando nella tomba.

Danilo Tedeschini