Quando la critica è costruttiva e anche lecita

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Quando la critica è costruttiva e anche lecita. Richiamare la dirigenza del Perugia ad una migliore gestione tecnico-sportiva non significa voler “cacciare” nessuno

 

In questa pausa invernale, voglio tornare sulle mie critiche all’operato del Presidente Santopadre da qualcuno – tanto per cambiare – fraintese e strumentalizzate.

Sostenere che Santopadre possa aver commesso degli errori nella programmazione di questi 4 anni di B, oppure che stia sbagliando nella gestione di questo momento di crisi e nella gestione dei rapporti con i tifosi, non significa affatto denigrare l’intera gestione dell’attuale dirigenza.

Intera gestione che – a parere di chi scrive – ancora oggi presenta un saldo di gran lunga positivo con tutto ciò che di buono Santopadre ha fatto per l’A.C. Perugia e soprattutto per la città.

Né – tantomeno – significa invitarlo ad andarsene.

Dire che se – “SE” – non ha intenzione di investire nella squadra per invertire questo trend negativo ed il rischio di retrocessione, ALLORA è meglio che venda la società, è concetto ben diverso dall’invitarlo ad andarsene “tout court”.

Dire che non ci tiene in pugno, che non ci sentiamo all’ultima spiaggia se decidesse di passare la mano – dato che è lo stesso Santopadre a tirare fuori l’argomento “cessione” ad ogni suo proclamo – è concetto ben diverso dal volerlo “cacciare”.

Tali concetti mi sembrano di una chiarezza lapalissiana.

Qui non si vuole “cacciare” nessuno.

Semplicemente si è evidenziato – con onestà intellettuale – quelli che sono a parere di chi scrive, alcuni errori che si stanno commettendo, affinché non si prosegua sulla stessa strada.

Secondo il detto: “errare è umano, perseverare è diabolico”.

E dico “a parere di chi scrive”, perché non ho la presunzione di essere depositario della “verità”, ma dico solo qual è il mio personalissimo parere, che sono pronto a discutere e rivedere in ogni momento.

Se poi a qualcuno fa comodo estrapolare alcune mie dichiarazioni decontestualizzandole e strumentalizzandole, al fine di evidenziare la mia ottusa, ostinata e totale contrarietà alla gestione Santopadre, allora questo qualcuno non ha la stessa onestà intellettuale del sottoscritto.

Ovvero sostenere che il sottoscritto faccia parte di una “lobby” contraria al Presidente e non perda occasione di contestarlo.

Ovvero approfittare delle momentanee difficoltà del Grifo, per “regolare i conti” (quali “conti”?!?) con Santopadre.

Il sottoscritto è LIBERO, non fa parte di alcuna “lobby”, non ha alcun “conto” da regolare con il Presidente e non ha alcun interesse nel contrastare ostinatamente Santopadre, né nell’appoggiarlo incondizionatamente.

L’unico interesse del sottoscritto è per il Grifo, per la Maglia ed i colori: quelli sì appoggerò sempre incondizionatamente.

E nessuno – tantomeno il sottoscritto – si è scordato e si dimenticherà mai tutto ciò che di buono Santopadre ha fatto per la Società e la città.

Ma il sottoscritto e tanti altri comprano ogni anno dal Presidente un prodotto: la visione del campionato dell’A.C. Perugia.

Quindi lui vende e noi compriamo.

Ora: abbiamo o no il diritto di dire che il prodotto che ha pubblicizzato e ci ha venduto quest’anno – da noi acquistato in soldoni sonanti – non è oggettivamente all’altezza?!?

Abbiamo o no il diritto di dire che se il prodotto di quest’anno non è all’altezza, la responsabilità è anche (ma non solo) del massimo dirigente?!?

Abbiamo o no il diritto di evidenziare quali sono – a nostro parere – gli sbagli commessi?!?

Abbiamo o no il diritto di dire che per non retrocedere è necessario investire nella guida tecnica, nella difesa, nel centrocampo e non smantellare l’attacco (l’unico reparto positivo quest’anno)?!?

Abbiamo o no il diritto di dire che per il futuro è necessaria un’attenta programmazione e non “navigare a vista”, ricominciando ogni anno da capo?!?

O dobbiamo comprare biglietti ed abbonamenti (perché ci si accusa che se non compriamo, non amiamo il Grifo e non vogliamo bene alla città), ma stare muti, rassegnati e subire?!?

Partiamo dal presupposto che il Presidente dell’A.C. Perugia è un personaggio pubblico.

Ed un personaggio pubblico deve necessariamente mettere in conto che – oltre alle lodi pubbliche, le passerelle sotto la Nord, le acclamazioni e gli applausi – vi possono essere critiche altrettanto pubbliche.

E che le “regole del gioco” sono che – quando le critiche sono civili e non scadono negli insulti o nella violenza – esse vanno accettate o, quantomeno, vi si debba confrontare.

E – soprattutto – ci debba confrontare con tutti, anche con quelli che fanno domande “scomode”.

Non scegliere sempre la strada più semplice e comoda aggirando gli ostacoli.

Non si può giocare sempre in casa, ogni tanto bisogna avere il coraggio di andare anche in trasferta ed anche in campi “scomodi”, non trincerandosi dietro contratti “di esclusiva”.

In buona sostanza migliorare ed ampliare la comunicazione societaria.

In alcune vicende passate del Grifo, inoltre, non discuto le scelte in sé – scelte imprenditoriali rimesse alla totale discrezione di chi “mette i soldi” – ma discuto il modo in cui sono state gestite.

Come critico il modo in cui è stato gestito questo periodo di crisi, anche alla luce del crollo verticale della squadra ad ottobre.

Nel mio articolo del 9 ottobre 2017, all’indomani della disfatta casalinga contro la Pro Vercelli, ricordando tutti i più recenti motivi di attrito con la tifoseria, scrivevo:

«É fondamentale il ruolo della Società tra le Istituzioni e la tifoseria, per ammorbidire i toni, creare raccordo e non appiattirsi su una posizione sola.   Essere un interlocutore autorevole, capace di eliminare ogni attrito tra le varie parti.   E non un terzo soggetto estraneo, assiso in un Aventino virtuale.   Ma parte attiva, integrante e sostanziale di un sistema virtuoso.   Perché sono queste cose – alcune piccole, altre meno – che unite l’una all’altra possono contribuire a creare microfratture tra il Perugia Calcio ed il principale patrimonio che essa ha: i propri tifosi.  E si sa: le microfratture ci mettono poco a diventare voragini incolmabili».

Non voglio essere tacciato come una “Cassandra”, né ho l’ardire di essere un “maître à penser”, ma quello che paventavo in tempi non sospetti si è puntualmente verificato: la microfrattura tra Società e tifoseria è diventata una voragine.

In questa situazione non bisognava prendersela con chiunque.

Iniziare la “conferenza stampa” post-Spezia accollandosi la colpa, dire di “tirare una riga”, azzerare gli attriti, ripartire tutti insieme – concetti quanto mai condivisibili – ma poi immediatamente smentirsi ed attaccare i tifosi, i Social, chi scrive e chi critica, accusandoli di fomentare la violenza (!!!).

Ferma restando – invece – la doverosa stigmatizzazione della violenza, sarebbe stato ben più opportuno chiedere scusa a tutti gli oltre 6.000 abbonati che hanno pagato per vedere questo scempio, promettendo di intervenire efficacemente per invertire il trend negativo.

E lì fermarsi.

Invece la “ciliegina sulla torta” di questo atteggiamento – a mio parere poco assennato – è stato l’ingaggio di Breda, vissuto dalla tifoseria come un ulteriore schiaffo in faccia, in un momento in cui non servivano schiaffi, ma ricucire i rapporti.

Breda i cui risultati – a tutt’oggi – sono posti dalla mera statistica al di sotto del tanto bistrattato Giunti.

Continuo a pensare che – invece – occorra un maggior dialogo tra il Presidente ed i tifosi.

Nel rispetto dei rispettivi ruoli e nel rispetto di tutte le norme vigenti, ma ritengo che il dialogo sia sempre e comunque preferibile al silenzio, al “muro contro muro” dato che i tifosi sono il principale patrimonio del Perugia Calcio.

Che tale situazione di tensione provochi grandissimi danni al Grifo.

Nel complesso dei suoi anni di dirigenza, Santopadre è un ottimo Presidente, di gran lunga il migliore dai tempi di Gaucci.

E ritengo che con Santopadre presidente potremo avere grandi soddisfazioni e potrà entrare nella leggenda biancorossa a fianco dei vari Spagnoli, D’Attoma e Gaucci.

Ma anche lui – come tutti noi – non è infallibile e commette errori.

E ritengo che nel Mondo sia di gran lunga sufficiente il Dogma dell’infallibilità del Papa, per aggiungerne altri…

Forza Grifo.

Avv. Gian Luca Laurenzi