Giunti: “Grifo, calma e gesso”

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Tra i giovani calciatori umbri che hanno iniziato la propria carriera a Perugia, c’è Federico Giunti. Il centrocampista, classe 1971, cresciuto nelle giovanili del Città di Castello, ha disputato ben 166 partite in maglia biancorossa, contribuendo anche alle storica promozione in serie A. L’ex giocatore, ora allenatore, è rimasto molto legato al Grifo e continua a seguirlo costantemente, anche di persona. Questo il suo commento sui grifoni di quest’anno:

“Il Perugia è una squadra, e già questo è molto importante, una base solida su cui costruire tutta la stagione. È una compagine che, per quanto riguarda l’organico, può tranquillamente ambire alle zone alte della classifica visto che, nell’undici titolare, non è inferiore a nessuno. Bisoli? E’un allenatore che conosce perfettamente la categoria e, secondo me, è una garanzia assoluta”.

Nelle partite visionate, il tecnico tifernate si è fatto un’idea di quale sia il principale problema del Perugia, ed è rimasto colpito anche da un giocatore.

“Zebli mi sta impressionando per la personalità che dimostra in campo, nonostante la giovane età. E’ da tenere sotto osservazione e se il Perugia riuscirà a metterlo sotto contratto definitivamente, può aver trovato una pedina davvero importante per il futuro. Il principale problema del Grifo? La fase offensiva. Fabinho, che può fare la differenza, non riesce a giocare con continuità. Ardemagni, così come tutto l’attacco, non sempre riesce a trovare la lucidità sotto porta. È proprio nel reparto avanzato che Bisoli dovrà lavorare per trovare la formula giusta che faccia fare il salto di qualità. È vero che i campionati si vincono subendo meno reti possibile, ma bisogna comunque segnare, altrimenti la partita termina 0-0”.

Giunti si è poi soffermato sull’avvio di campionato dei Grifoni, alle prese con una situazione di classifica non soddisfacente.

“A livello di risultati e, talvolta, di prestazioni è innegabile che il Grifo abbia ottenuto meno di quello che tutti si aspettavano. Tuttavia, è vero anche che, in altre occasioni, vedi la gara contro il Cesena, ha dimostrato l’esatto contrario, riuscendo a dominare i romagnoli, attualmente quarti in classifica. Proprio per questo, come si suol dire, calma e gesso”.

Il tecnico suggerisce pazienza a tutto l’ambiente, poiché è consapevole che il campionato è lungo e non è mai stato così equilibrato come quest’anno.

“Ci sono ancora molte partire da disputare e tanti sono i punti ancora in palio. È chiaro che il Perugia non ha più bonus da poter giocare perché l’attuale classifica impone di dare una svolta sin da subito. Da adesso fino al mercato di gennaio, il Grifo deve cercare di recuperare un po’ di terreno rispetto alle squadre di vertice, che non sono poi così distanti. Ad esempio, il Cagliari, che tutti danno favorito, non è, ancora, lo schiacciasassi che tutti si aspettavano e non è in fuga, poiché fuori casa qualche punto lo ha lasciato. Dietro ai sardi, inoltre, c’è un gruppo di squadre che possono tutte giocarsi la promozione, e tra queste può rientrarci benissimo anche il Grifo”.

Dopo l’esperienza al Perugia, Giunti approda al Parma e al Milan (realizzando anche una rete in un derby “storico” terminato 6-0 in favore dei rossoneri). Poi l’esperienza di Brescia dal 2001 al 2003 che lo ha visto compagno di squadra, tra gli altri, di Josep Guardiola e di Roberto Baggio. Conoscendo entrambe le piazze, il tecnico ha presentato così la sfida di sabato.

“Il Brescia è una squadra molto giovane, con qualche individualità, in prospettiva, importante. Ma se il Perugia gioca come ha dimostrato di saper fare, non avrà problemi nel portare a casa la vittoria”.

Giunti, infine, ha espresso un giudizio sulla sua stagione personale, che lo ha visto esonerato dalla panchina del Foligno dopo appena quattro partite.

“Praticamente per quest’anno ho già finito, poiché non posso più allenare. In estate ero stato scelto dalla società, che puntava fortemente su tutto lo staff tecnico di cui ero a capo. Evidentemente la dirigenza non è riuscita a difendere la sua scelta iniziale e, dopo una partenza sottotono e un po’ stentata(quattro punti in altrettante gare), sono stato sollevato dall’incarico. Purtroppo le cose non sono andate come speravo, ma il calcio è anche questo: alcuni presidenti hanno la forza di aspettare e di andare avanti con il progetto iniziale. Altri, invece, preferiscono voltare subito pagina, senza badare alle scelte originariamente fatte”.

Michele Mencaroni