Per il Grifo un “andamento lento”

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Per il Grifo un “andamento lento”. Il 4-4-2 di Breda continua a non convincere anche contro un Novara non certo irresistibile. E i play-out rimangono a 2 lunghezze…

 

Il batterista partenopeo Tullio de Piscopo, amico del grande Pino Daniele, ebbe un indubbio successo personale quando nel 1988 si presentò come cantane a Sanremo con il pezzo “Andamento lento”.

E l’accostamento ad “andamento lento” è utilissimo per commentare il cammino del Perugia formato Breda, chiamato due mesi fa da Santopadre al capezzale dei grifoni dopo l’esonero di Giunti per riportare in breve tempo in acque almeno tranquille la navicella biancorossa e che invece, a distanza di due mesi, si ritrova appena due punticini sopra la zona play-out, e solo tre lunghezze sopra la retrocessione diretta.

Il tutto dopo l’ennesimo pareggino rimediato a Novara, contro la seconda peggiore squadra nella classifica delle partite interne, visti i due soli successi, le ben cinque sconfitte e i due pareggi realizzati, tre con quello di ieri sera, dalla formazione di mister Corini. Quello di Novara è il quinto pareggio della gestione Breda su nove gare che, insieme alle due vittorie e alle due sconfitte formano quell’andamento lento che non fa assolutamente decollare la squadra.

E d’altro canto tra il negativo Novara delle gare interne e il Perugia impalpabile nelle gare esterne, l’ultimo e unico successo risale addirittura alla prima giornata a Chiavari, era ancora Agosto e c’erano quasi quaranta gradi  in più, non poteva che finire in un salomonico pareggio.

Una partita che il Perugia avrebbe anche potuto vincere ma che ha rischiato di perdere, rimettendola in carreggiata solo a meno di un quarto d’ora dalla fine grazie ad una “capocciata” vincente di Cerri, poco dopo che la traversa aveva aiutato Nocchi ad evitare il colpo del definitivo ko.

Breda ha sbagliato l’undici iniziale, confermando il quattro-quattro-due ma, come a Salerno, avanzando Del Prete e inserendo Belmonte a sinistra al posto di Pajac. E il gol del vantaggio novarese non poteva che arrivare dalla parte dell’ex barese, destro naturale, saltato facilmente dall’appena subentrato Chajia.

Poi, per fortuna, perso per perso Breda ha  finalmente cambiato, immettendo Pajac al posto di Belmonte e Terrani al posto dell’irriconoscibile Colombatto a metà ripresa e il Grifo è notevolmente migliorato, ha pareggiato e anche sfiorato la vittoria nel finale.

Abbiamo accennato alla sostituzione di Colombatto: l’ex trapanese è probabilmente una delle tante vittime illustri del passaggio al quattro-quattro-due, al pari di Han e Bandinelli, guarda caso forse i tre migliori giocatori come rendimento fino a quando il nuovo mister aveva utilizzato il modulo del suo predecessore. A questi tre va aggiunto poi anche Falco che, al di là dei problemi fisici, è stato anche lui condizionato negativamente dal nuovo modulo.

Tutto questo per ottenere due soli punti nelle tre gare, Bari in casa, Salerno e Novara fuori, giocate con il quattro-quattro-due. Ne valeva la pena?

E intanto il Perugia arriva a Natale, dopo venti gare giocate, con soli ventiquattro punti, il peggiore rendimento dalla retrocessione dalla A del lontano 2004 ad oggi, comprese le due infelici stagioni  di Covarelli.

Ma il presidente Santopadre regala incredibilmente un sei pieno alla “sua” scelta Breda, nonostante abbia praticamente totalizzato, centesimo di punto in più, centesimo di punto in meno, lo stesso rendimento dell’esonerato Giunti.

Stranezze dei presidenti e meno male che quello dell’Empoli, prossimo avversario del Grifo, Fabrizio Corsi, ne ha fatta una peggiore, esonerando il bravo Vivarini dopo una vittoria casalinga ed un pari a Cremona, con la squadra al quinto posto, affidandola all’amico dell’amico Spalletti, Aurelio Andreazzoli, col risultato di “toppare” subito la gara interna col Brescia.

Speriamo che anche al “Curi” Andreazzoli e l’Empoli replichino la prestazione negativa di ieri, perchè i tre punti, al Grifo, servono come il pane!

Danilo Tedeschini