Quanti ricordi legati al Foggia e allo “Zaccheria”

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Quanti ricordi legati al Foggia e allo “Zaccheria”. Un viaggio nel tempo,tra aneddoti, allenatori, giocatori e partite, ricordando tre vittorie

 

Venerdì il Perugia si recherà a Foggia e al vostro cronista la partita dello “Zaccheria” scatena una miriade di ricordi personali, in gran parte belli, ma anche con risvolti amari, intrecciati tra loro tramite allenatori, giocatori, festeggiamenti, rischi, coincidenze, dimenticanze, delusioni.

Ma andiamo per ordine.

Il Perugia ha vinto allo “Zaccheria” solo in due occasioni, con due allenatori diversi, oltre ad aver vinto lì anche lo spareggio con l’Acireale.

La prima accadde a pochissime ore dai “botti” del Capodanno del lontano 1978.

Chi vi scrive, allora ventiduenne studente universitario a Napoli, decise di recarsi, in compagnia della sua “126” e della sua inseparabile sciarpa biancorossa di lana, tessuta a mano dalla ragazza di allora, a trascorrere il pomeriggio di “San Silvestro” allo “Zaccheria” per seguire le gesta del suo amato Grifo, unico tifoso perugino presente, almeno ad occhio nudo.

Era il Perugia dei “Miracoli”, orfano da soli due mesi del piccolo grande uomo Renato Curi, guidato sagacemente in panchina da Ilario Castagner, che la stagione successiva avrebbe sfiorato lo scudetto conquistando il record di imbattibilità.

Seduto in gradinata in mezzo ai tifosi foggiani, con la sciarpa coperta dal risvolto del cappotto, al momento dell’autogol del Gentile meno famoso, Carmine, che portò in vantaggio i grifoni, il sottoscritto non ce la fece a trattenere la gioia ed esultò.

Venimmo salvati da un signore foggiano, che aveva studiato al Conservatorio di Perugia, che ci prese e ci accompagnò nella parte superiore della gradinata, quella scoperta, in una zona senza tifosi, guardato a vista da lui e da un paio di fidati amici suoi.

Un bel rischio ma la vittoria finale rese quel particolare fine d’anno indimenticabile.

Quindici anni e mezzo dopo chi vi scrive tornò a Foggia, ancora come tifoso, in occasione dello spareggio con l’Acireale.

Partito da Perugia insieme all’ amico Stefano Vissicchio, ci accorgemmo verso Pescara di aver dimenticato a casa, a Perugia, il prezioso tagliando d’ingresso, proprio di quella famosa gradinata dello “Zaccheria”.

L’ultima ora e mezzo del viaggio d’andata trascorse nel panico, con la paura di non poter assistere alla gara, paura scacciata dalle trentamila lire sganciate al bagarino, il doppio del costo reale del biglietto.

Come andò lo ricordiamo tutti.

Grande gioia per la promozione ottenuta dalla squadra, anche allora guidata da Ilario Castagner, con tanto di particolari, quanto improvvisati  festeggiamenti quasi all’una di notte, sotto al pullman della squadra, fermo come noi, al passaggio a livello di Capodacqua.

Il tutto durò lo spazio di una notte con l’enorme delusione provocata, il giorno dopo, dalla notizia di un cavallo venduto da Gaucci a tale arbitro Senzacqua., cognome che per un astemio come il sottoscritto, suona come una specie di condanna a morte.

La seconda e ultima vittoria in campionato con il Foggia allo “Zaccheria” risale al Marzo del 2007, da qualche anno il sottoscritto aveva iniziato a scrivere del Perugia su qualche giornale on-line, ma quel giorno non era presente a Foggia.

Chi c’era era invece  Marco Cari,  arrivato purtroppo solo a fine Ottobre, con tre mesi di ritardo, sulla panchina del Perugia.

Sì, perchè a Luglio i candidati a guidare il Grifo erano rimasti due, Marco Cari e il compianto Corrado Benedetti e sembrerebbe che la scelta sul secondo sia stata consigliata, proprio da Ilario Castagner, allora consigliere del Presidente Silvestrini, forse uno dei pochi errori nella carriera del tecnico che ha fatto la storia del Perugia che, ad Ottobre, quando Silvestrini esonerò Benedetti per sostituirlo con Cari, col Perugia sestultimo in classifica con soli otto punti in sette partite, si dimise.

E in quel Perugia oltre a Cari c’era anche Fabio Mazzeo, al suo secondo anno tra le file biancorosse.

Il Perugia vinse in rimonta due a uno, sciorinando nel secondo tempo un gran calcio e fu proprio Fabio Mazzeo, l’ex grifone degli ultimi dodici anni che stimiamo di più, artefice primario della cavalcata vincente nell’anno di Camplone, a siglare il gran gol della vittoria.

Uno dei quarantaquattro che lo hanno portato al terzo posto tra i goleador professionistici della storia del Perugia dietro Cornacchini e Ravanelli, gol che proiettò il Perugia al quarto posto della classifica in piena zona play-off.

Purtroppo la grande rimonta di quell’anno fu poi rovinata dallo scandaloso arbitraggio di Russo di Nola a Ravenna (gol di Chianese con tre giocatori in fuorigioco) e dalla “strana” sconfitta di Terni nel recupero, nel derby giocato a porte chiuse.

Probabilmente se Marco Cari fosse arrivato dall’inizio il Perugia invece che sesto a sole due lunghezze dai play-off, sarebbe arrivato dentro gli stessi spareggi e chissà…la storia del Grifo sarebbe cambiata.

Danilo Tedeschini