Breda ritrova il Grifo nel Paradiso, Fere scaraventate negli Inferi

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L'esito del derby dell'Umbria esalta il Perugia e pone tanti dubbi alla Ternana. L'ex tecnico biancorosso vince ancora col suo Ascoli 

L’esito del derby dell’Umbria esalta il Perugia e pone tanti dubbi alla Ternana. L’ex tecnico biancorosso vince ancora col suo Ascoli

 

Paradiso

10 – Roberto Breda

Sono bastate solo due partite sulla panchina dell’Ascoli a mister Roberto Breda, il “normalizzatore”, per normalizzare la classifica dei bianconeri. Prima il successo casalingo col Perugia e sabato il bis al “Tardini” contro la “corazzata di burro” Parma, battute entrambe per uno a zero, il Parma grazie al rigore trasformato da Gondo nella ripresa. L’uomo giusto ma non al momento giusto perché il patron Pulcinelli, se ha indovinato la scelta del sostituto di Bucchi, ha, altresì, atteso troppo per esonerare l’ex tecnico di Perugia, Empoli e Benevento. L’Ascoli, infatti, con questi sei punti, raggiunge il dodicesimo posto a quota trentadue, allontanandosi dalla zona pericolosa, ora quattro lunghezze sotto, portandosi a tre lunghezze dal preliminare, che poteva essere, forse, ancora più vicino se Breda fosse arrivato qualche giornata prima. Complimenti, mister!

9 – Perugia

Nel giorno della scomparsa del pezzo più pregiato della storia calcistica di Perugia, mister Ilario Castagner, il Perugia lo ricorda nel migliore dei modi battendo la Ternana tre a zero nel derby del “Curi” grazie ad un gran secondo tempo, nel quale Luperini con una doppietta e Santoro mettono al tappeto la rimaneggiata formazione rossoverde. Perugia che sale al quattordicesimo posto con i suoi ventinove punti, una lunghezza sopra la zona playout.

8 – Cittadella

Clamorosa rimonta del Cittadella che, sotto di due gol al termine del primo tempo del “Tombolato”, ribalta a suo favore il risultato rifilando tre reti nella ripresa alla Reggina, rimasta in dieci prima dell’intervallo per l’espulsione di Fabbian. La doppietta di Crociata e la rete del sorpasso al novantacinquesimo di Carriero fanno balzare la squadra di mister Gorini al tredicesimo posto a quota trenta, due lunghezze sopra la zona minata.

7 – Benevento 

Primo, importante successo del Benevento con mister Stellone alla guida, che supera di misura uno a zero il Brescia nel delicato scontro diretto del “Vigorito. E’ una rete di Tello nella ripresa a decidere l’incontro e a rilanciare i sanniti fuori dalla zona retrocessione diretta con il loro quartultimo posto a quota ventisei.

Purgatorio

Purgatorio ingolfatissimo da ben sei pareggi su dieci partite, segnale evidente dell’equilibrio regnante in Serie B.

6 – Cagliari, Venezia, Sudtirol, Como, Frosinone e Genoa

Un calcio di rigore al quinto minuto di recupero nega al Cagliari la soddisfazione di vincere sul campo del Bari, dopo che i sardi erano passati in vantaggio inizialmente grazie a Lapadula, poi espulso per doppio giallo dopo una dozzina di minuti della ripresa. Il Cagliari, comunque, grazie a questo punto, si mantiene al sesto posto a quota trentasei.

Un Venezia abbastanza martoriato dal Var porta comunque via un prezioso punto da Pisa grazie alla rete iniziale di Candela, pareggiata nella ripresa da un rigore fatto ripetere due volte, dopo che Joronen aveva parato la prima esecuzione. Sull’uno a zero, poi, il Var annullava anche il raddoppio su rigore di Pohjanpalo perché l’attaccante finlandese aveva casualmente e leggermente deviato il tiro con la punta del piede d’appoggio. Lagunari quintultimi a quota ventotto, insieme al Como.

Con un po’ di fortuna il Sudtirol coglie un prezioso punto al “Marulla” pareggiando zero a zero contro il fanalino di coda Cosenza. Grande merito al portiere Poluzzi, che oltre ad un paio di ottimi interventi, para un rigore e il successivo tap-in ad un quarto d’ora dalla fine. Bolzanini sempre  terzi, ma con quaranta punti, insieme al Bari.

Un Como ad immagine e somiglianza del suo allenatore Longo, come accaduto sette giorni prima a Bolzano, riesce a riequilibrare il risultato anche nell’importante scontro diretto di Ferrara, stavolta grazie alla rete di Gabrielloni nel primo tempo, dopo l’iniziale vantaggio della Spal. Como, adesso, quintultimo insieme al Venezia, ad una lunghezza dalla salvezza diretta.

Il Frosinone pareggia uno a uno a Palermo, grazie al gol di Boloca ad un quarto d’ora dalla fine, una gara che nel primo tempo non si era messa bene per la squadra di mister Grosso dopo il vantaggio rosanero. Il Frosinone, capolista con cinquantacinque punti, grazie a questo pari, conserva le quindici lunghezze di margine sulle due terze e le dodici sul secondo posto.

Il Genoa porta via un punto dal temibile campo del Modena. Due a due il finale con immediato vantaggio genoano con Dragusin, rimonta con un gol per tempo del Modena e definitivo pari di Bani nel finale, dopo che i canarini erano rimasti in dieci. La squadra di mister Gilardino rimane seconda, adesso a quota quarantatré, mantenendo le tre lunghezze di vantaggio su Bari e Sudtirol.

5 – Bari, Pisa, Cosenza, Palermo e Modena

Con un rigore trasformato da Antenucci nell’ultimo minuto di recupero della gara, il Bari arpiona il pari contro il Cagliari, passato subito in vantaggio al “San Nicola” e ridotto in dieci nell’ultima mezzora. Bari sempre terzo col Sudtirol.

Il Pisa pareggia in casa uno a uno col Venezia, non senza molta fortuna. E’ Gliozzi a riequilibrare il risultato nella ripresa con un rigore battuto due volte, la prima esecuzione era stata parata ma il Var la faceva ripetere, dopo l’iniziale vantaggio lagunare e il gol su rigore del raddoppio del Venezia annullato per doppio tocco sulla trasformazione. Pisa nel terzetto a cavallo tra settimo e nono posto.

Solo un pari per zero a zero per il Cosenza nella gara casalinga contro il Sudtirol. Pesa come un macigno il rigore fallito da Marras ad una manciata di minuti dalla fine, che pregiudica molto le speranze di salvezza diretta del Cosenza visti i cinque punti che separano il suo ultimo posto a quota ventitré dal sestultimo, mentre il playout con lo svantaggio rimane a tre lunghezze.

Cinque al Palermo ma dieci al suo nuovo trequartista Valerio Verre, capace di segnare il gol dell’anno mirando la porta e tirando da oltre il centrocampo una perfetta parabola che infila Turati, pescato un po’ troppo lontano dai pali. Verre, non nuovo a queste prodezze balistiche (ricordate il gol al Trapani nel ritorno dei playoff col Pescara?), manda in vantaggio alla mezz’ora i siciliani, poi ripresi ad un quarto d’ora dalla fine dal Frosinone al “Barbera”. Palermo che resta attaccato alla zona preliminare insieme a Pisa e Modena, anche se una sarebbe di troppo.

Sfiora il successo il Modena nel posticipo casalingo contro il Genoa. Il due a due finale raggiunto dai rossoblù a pochi minuti dalla fine, dopo la rimonta modenese, successiva all’immediato vantaggio genoano e firmata dalla rete di Strizzolo e dall’autorete di Puscas, è, comunque, il risultato più giusto, anche se il Modena ha giocato in dieci l’ultima mezzora per l’espulsione di Oukhadda. Il punto permette alla squadra di mister Tesser di rimanere nel terzetto a cavallo tra zona preliminare e centroclassifica.

Inferno

4 – Spal

Cambiano gli allenatori, dopo Venturato e De Rossi ora è la volta di Massimo Oddo, ma il difetto della Spal di non saper mantenere il vantaggio nelle gare al “Mazza” rimane. Anche con il Como, una sorta di spareggio salvezza, i ferraresi vanno subito in vantaggio con La Mantia ma si fanno raggiungere, prima del tramonto del primo tempo, dal Como. L’uno a uno finale spedisce la Spal in zona retrocessione diretta, al penultimo posto in condominio col Brescia, con cui condivide quota venticinque.

3 – Reggina

La quarta sconfitta consecutiva della Reggina, capace di farsi rimontare un doppio vantaggio sul campo del Cittadella alla fine del primo tempo, apre ufficialmente la crisi della squadra di mister Inzaghi, precipitata in poche settimane dal secondo, ma in precedenza era stata a lungo prima, al quinto posto a quota trentanove, a ben sedici punti dalla vetta e a tre lunghezze dal secondo posto. I gol di Fabbian ed Hernani illudono i calabresi ma l’espulsione dello stesso Fabbian, nel recupero della prima frazione, condiziona in negativo la ripresa di Menez e compagni.

2 – Brescia

La caduta a precipizio del Brescia non sembra arrestarsi. Le rondinelle cadono uno a zero anche nel fondamentale scontro diretto del “Vigorito” contro il Benevento, sesta sconfitta consecutiva, la nona, con due miseri pareggi nelle ultime undici gare e ora sono penultime con la Spal e, se Marras avesse trasformato il rigore contro il Sudtirol, avrebbero toccato il fondo della classifica.

1 – Ternana

La Ternana esce con le ossa rotte dal derby del “Curi” dove, dopo un discreto primo tempo, crolla  nella ripresa, subendo un rotondo tre a zero dal Perugia. La sconfitta fa uscire per la prima volta le fere dalla zona nobile con il loro decimo posto, in compagnia del Parma, che condivide con i rossoverdi quota trentaquattro. Dall’esonero di Lucarelli la Ternana ha perso ben cinque posizioni in classifica. Dodici punti in undici partite, infatti, è la misera media, da playout, con mister Andreazzoli in panchina.

0 – Fabio Pecchia

Lo “score” casalingo del Parma si arricchisce di un’altra, imprevista sconfitta casalinga, la quinta, stavolta contro l’Ascoli per uno a zero, che fa chiaramente precipitare la squadra biancoscudata fuori dalla zona nobile con il suo decimo posto. Le due ultime vittorie al “Tardini” contro Perugia e Genoa avevano fatto pensare che la sindrome casalinga fosse ormai passata ed invece la ricaduta è stata pesante, al di là del punteggio. Sul banco degli imputati sale, come sempre accade in questa circostanza, il tecnico Fabio Pecchia, visto che il suo Parma è troppo discontinuo e viaggia su binari troppo distanti dagli obiettivi iniziali. E alle viste c’è la difficilissima trasferta di Frosinone di sabato, contro la scatenata capolista del torneo, con mister Pecchia che, probabilmente, potrebbe giocarsi la sua permanenza sulla panchina ducale proprio allo “Stirpe”. Ultima chiamata?

Dan.Te.