Il Frosinone suona la nona sinfonia al Grifo, ora si copi la Salernitana

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Solito Perugia senza reazione e gioco allo

Solito Perugia senza reazione e gioco allo “Stirpe”. Prendere spunto dal miracolo dei campani della passata stagione l’unica soluzione

 

Il Grifo emula il grandissimo compositore e pianista tedesco Ludwig van Beethoven, con una differenza, purtroppo, fondamentale. Mentre Beethoven ha composto e suonato le sue meravigliose nove sinfonie, al Perugia, in questa disgraziata stagione, sono gli avversari ad aver composto e suonato ben nove sinfonie, sotto forma di nove sconfitte,  in sole dodici gare.

La nona gliel’ha suonata ieri la capolista Frosinone al “Benito Stirpe”, al termine di una gara “double face”, che ha visto un Grifo più che discreto per la prima mezzora, ma tornato, invece, a ruminare il solito calcio inguardabile dopo il gol regalato ai ciociari con l’ennesima disattenzione difensiva poco prima del tramonto della prima frazione di gioco.

Lunedì sera nella trasmissione di SportPerugia Tv avevamo ammonito: attenzione, Fabio Grosso è molto maturato, non si butterà scriteriatamente in avanti alla ricerca del gol, rischiando di andare sotto, per poi colpire in contropiede come fece Pippo Inzaghi a Reggio Calabria. In fondo al Frosinone può andar bene anche un pari, visto che è primo da solo.

E i pareggi di Ternana e Bari prima della gara dello “Stirpe” avevano ancor di più avvalorato la nostra sensazione e, purtroppo, tutto questo si è verificato.

Il Frosinone è rimasto furbescamente guardingo, evitando di prestare il fianco alle ripartenze della squadra di Castori, concedendo l’iniziativa al Perugia, ben conoscendo i limiti offensivi della squadra biancorossa, resasi pericolosa nella prima mezzora solo con un paio di conclusioni da lontano e con una bella percussione di Di Serio, tutte, però, ben controllate dal giovane portiere ciociaro Turati.

Poi, al solito errore difensivo, è arrivato il gol dei ciociari, con conseguente gara chiusa con cinquantacinque minuti d’anticipo perchè, come sempre, il Perugia non è più riuscito a tirare nello specchio della porta con l’unico sussulto, nel finale, arrivato da un bel colpo di testa di Dell’Orco, terminato a lato di pochissimo.

Grosso ha praticamente giocato al gatto col topo con Castori riuscendo pienamente nell’intento e, adesso, mentre i ciociari si godono il rafforzato primato solitario, il Perugia, al contrario, è sempre più ultimo, con un dirupo sempre più alto davanti da scalare perchè la salvezza diretta è a ben SETTE PUNTI, a causa della peggiore differenza reti col Modena, prossimo avversario al “Braglia” sabato e il playout con lo svantaggio è a SEI PUNTI se nel pomeriggio Como-Venezia non finirà in pareggio, altrimenti saranno, comunque, CINQUE, sempre a causa  della peggiore differenza reti!

Questa squadra una volta andata sotto non riesce minimamente a reagire perchè NON HA UN GIOCO.

L’unico schema, attuabile solo quando il risultato è ancora in parità o nelle uniche due occasioni in dodici gare, veramente troppo, troppo poche, le vittoriose partite di Reggio Calabria e con l’Ascoli al “Curi”, nelle quali il Perugia è andato in vantaggio, è quello dei lanci lunghi alla ricerca della profondità e della velocità del giocatore negli spazi liberi.

Le parole di Sgarbi a fine gara “col gioco che abbiamo se andiamo sotto abbiamo grosse difficoltà e noi in campo seguiamo le direttive dell’allenatore che vuole questo tipo di gioco alla ricerca della profondità” non hanno bisogno di nessun commento ulteriore per spiegare il perchè, ormai vicinissimi a scavallare il primo terzo di campionato, accadrà precisamente allo scoccare del quarto d’ora della ripresa della gara spareggio di sabato a Modena, il Perugia è sempre più solitario fanalino di coda del campionato con soli sette punti.

La gara di Modena va assolutamente vinta perchè, con questo ritardo, un punto servirebbe solo a non azzerare, con un’altra sconfitta, le speranze di salvezza diretta già a metà Novembre.

Il nervosissimo Castori delle interviste rilasciate nella pancia dello “Stirpe” ha il dovere di risalire la china pericolosissima nella quale i clamorosi errori di Santopadre, i principali, i suoi e quelli della sua squadra hanno cacciato il Perugia, altrimenti, sarebbe la soluzione migliore, per riuscire a salvarci, rimarrebbe solo un modo, quello di copiare in toto quanto fatto dalla Salernitana nella scorsa stagione.

L’anno scorso, infatti, la Salernitana, al termine del Girone d’andata, era disperata. Ultima staccatissima, con due allenatori, Castori e Colantuono, che non avevano cavato un ragno da un buco.

A gennaio la società cambia proprietario, arriva un nuovo presidente, Iervolino, che chiama il perugino Walter Sabatini per il ruolo di Direttore che, a sua volta, esonera Colantuono e chiama Nicola a dirigere una squadra quasi tutta nuova che Sabatini, con i soldi di Iervolino, allestisce sapientemente nel mercato di Gennaio e, sotto la sagace guida di Nicola, la Salernitana si salva!

Danilo Tedeschini