La rabbia e l’orgoglio

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Dopo quasi sei mesi dall’inizio della mia splendida avventura tra i “Senatori” di GalaSport, qualche tempo fa, mentre stavo salendo sugli spalti del Curi, mi ferma un conoscente, il quale si lamenta della faziosità del programma nei confronti del Presidentissimo Santopadre, per il fatto che “è un Presidente oculato, gliene va dato merito, se per colpa vostra se ne va, siamo nella m***”, anche se – a suo dire – io sarei il più obiettivo tra i “senatori” (bontà sua).

Chiacchierando tra noi “Senatori”, scopro che tali lamentele le hanno ricevute un po’ tutti: chi in maniera più blanda, chi più veemente.   Addirittura sono state ferocemente criticate le simpatiche e garbate vignette della nostra Elena Saltafusi.

Dato che, pur ricevendo molti più feedback positivi delle critiche, io ritengo che anche una sola critica sia più importante di 1000 complimenti – e ciò perché sono le critiche e non i complimenti a far migliorare e crescere – ho voluto fermarmi a riflettere con attenzione sul mio atteggiamento (anche se sono definito “il più obiettivo”) e su quello dei miei colleghi a partire dal nostro “Skipper” Andrea Sonaglia, per capire se veramente ci sia qualcosa di sbagliato.

Ma veramente siamo così faziosi, così ostinatamente contrari all’attuale dirigenza del Perugia Calcio, così “dannosi” da creare addirittura il pericolo che il Presidente molli tutto e se ne vada, lasciandoci in “braghe di tela”?!?

Paradossalmente – se così fosse – dovremmo essere lusingati di avere un così grande potere, ma, per fortuna, così non è.

Ho bisogno di un termine di paragone e mi sono, pertanto, guardato varie trasmissioni di emittenti locali che parlano del calcio cittadino.

Ho scoperto che il Perugia va a gonfie vele, che tutti sono felici e che non c’è nessun problema, dato che tutti (giornalisti ed opinionisti) fluttuano tra luoghi comuni, “beh” e “mah”, riflessioni flanellate spalmate di vaselina, anche quando hanno il grandissimo privilegio di avere esponenti della Società (che si concedono col contagocce e solo ad alcuni) senza che nessuno si sogni una domanda un po’ “scomoda”, di porre qualche quesito…chessò, sul modulo – che ancora non si è capito qual è –; sull’andamento a singhiozzo della squadra; sulla campagna acquisti, importante, ma con una ratio difficile da comprendere; sul progetto.

Niente, “zero carbonella”, quasi che vi fosse una rigida, imposta, quanto trasversale – tra le varie trasmissioni – linea editoriale di non belligeranza.

OK, mi è anche venuto il dubbio di essere bipolare ed affetto da allucinazioni…non è vero che il Perugia galleggia tristemente a metà classifica (a 13 punti dalla terza, quando a 15 uscirebbe dai playoff); che ha perso 3 partite in fila, con l’acuto delle quattro “pappine” beccate in casa dal Pescara (dopo le quattro beccate sempre in casa dal Novara); che non è riuscito a vincere l’ennesima partita in casa con l’avversario a lungo in 10; che non tira in porta; e che, a più di metà campionato, non ha ancora un’identità, un gioco e non si vede un progetto.

In preda ad un terrore ipocondriaco di essere affetto da allucinazioni, per fortuna esiste internet ed ho avuto – purtroppo – la triste conferma che non ho sognato e che la realtà è questa.

Ed allora ho capito perché noi di GalaSport siamo additati come i “cattivi”: semplicemente perché pensiamo con la nostra testa; perché abbiamo rabbia quando vediamo il nostro Perugia non riuscire ad imporsi con squadre che non hanno un decimo della nostra storia e delle nostre potenzialità; perché abbiamo l’orgoglio di essere Perugini e tifosi del Perugia, che vorremmo sempre vedere vincente con un bel gioco; perché diciamo le cose come stanno o, in ogni caso, come le vediamo, sempre governati da grande onestà intellettuale.

Ecco: il motivo è la rabbia e l’orgoglio.

I disfattisti

Ma noi siamo lo stesso considerati “disfattisti”.   Ricordo più a me stesso che a chi vorrà leggermi, che il termine “disfattista” fu utilizzato ampiamente durante il ventennio fascista nei confronti degli oppositori del regime totalitario…ma, per fortuna, non è questo il caso!

Allora è necessario – spero una volta per tutte – puntualizzare alcuni aspetti, ma non per il vecchio brocardo excusatio non petita, accusatio manifesta, ma solo perché noi siamo ben consapevoli di un fatto: il Grifo non si discute, ma si ama, senza “se” e senza “ma”.

Ma siamo anche consapevoli che il Grifo resta, ma tutti gli altri passano: i Presidenti (anche i grandi presidenti come Santopadre), gli allenatori, i giocatori.

Questi soggetti fanno parte (importante) del Grifo, ma non sono il Grifo: il Perugia Calcio è un patrimonio di tutti i tifosi e di tutta la città.

Più di una volta ho detto a GalaSport che va reso grande merito a Massimiliano Santopadre: lui ha il merito di aver preso il Perugia dopo due fallimenti; lui ha il merito di aver riportato il Grifo nel calcio di vertice; lui ha il merito di essere un imprenditore serio e puntuale e di essere veramente il primo tifoso e nessuno mai gli potrà sottrarre questi meriti!

Ma anche Santopadre deve essere grato a Perugia, che è una grande piazza, ha una grande tifoseria (la Curva più bella d’Italia), ha una storia calcistica di tutto rispetto, che, soprattutto, dà al Presidente ed alle sue società una visibilità che altre piazze non gli avrebbero e che la città di Perugia si merita di vedere il bel calcio.

Non capisco, poi, il concetto “è un Presidente oculato, gliene va dato merito” che è come dire “bravo” ad uno studente che studia, ad un lavoratore che lavora, ad un autista che guida senza incidenti: è verissimo che Santopadre sia oculato, ma sta facendo semplicemente suo dovere d’imprenditore!

Il “minimo sindacale” di un imprenditore, infatti, è quello di gestire con oculatezza la propria azienda senza esporla al rischio di fallimento; la “normalità” non è l’imprenditore dissennato che fa fallire l’azienda e l’eccezione quello assennato, ma il contrario!

Le società calcistiche, però, oltre alla buona gestione, hanno anche l’ulteriore obiettivo del conseguimento del risultato sportivo.

Giustificare gli attuali risultati sportivi deludenti con il fatto che la società deve essere gestita con oculatezza e non si possono fare spese “pazze”, significherebbe che il sistema-calcio ha un grosso problema, se per conseguire il risultato sportivo si deve mandare in rovina la società.

Per fortuna ciò non è vero, avendo vari esempi di ciò (Frosinone, Carpi, ecc.).

Come in tante cose non è questione di quantità, ma di qualità.

I proclami

Non capisco, quindi, questo atteggiamento di chiusura, questo concedere col “contagocce” i contatti con dirigenti e giocatori e solo ad alcuni giornalisti ed in alcune trasmissioni, questo non aprirsi alla città ed ai tifosi, anche quelli – come noi – che pongono domande ritenute scomode, il comunicare per proclami.

Perché – ad esempio – Lanzafame, osannato solo pochi mesi fa come il miglior Grifone della passata stagione, sia stato frettolosamente accantonato e mandato via?   Delle due l’una: o era un grande giocatore intorno al quale costruire il Perugia o l’anno scorso non è stato lui il migliore (ve lo ricordate un certo Verre o un certo Fossati?).

Perché ancora adesso a Febbraio, il Perugia non ha un’identità, un gioco e stiamo tutti “dando i numeri” (3-5-2, 4-3-3, 3-5-1-1…) nella spasmodica ricerca di un modulo efficace?

Perché si è costretto il Capitano Comotto a smettere di giocare a metà stagione per acquistare un difensore (Monaco) che ancora per un bel po’ di tempo rimarrà lontano dai campi?   Ma dato che Guberti non è ancora pronto, non sarebbe stato meglio mettere fuori lista lui ed, una volta pronto, pagare la penale e reinserirlo in lista?

Perché, per il secondo anno consecutivo, l’estate si fa una campagna acquisti obiettivamente modesta e si torna prepotentemente sul mercato a Gennaio, rischiando di stravolgere la squadra, quando già si è a doppia cifra dalla vetta e costringere il Grifo ad una rischiosissima rincorsa, sia per entrare in zona playoff, sia per non finire a 15 punti dalla terza?

Ma soprattutto, se si vuole tornare in A (e rimanerci), qual è il programma della società?

Queste sono solo alcune delle domande che giornalmente ci poniamo, senza avere alcuna risposta.

Non vi voglio tediare con “tirate” del tipo che noi viviamo in un Paese libero, sulla libertà di pensiero e critica, sulla libertà di stampa ecc., ecc.: penso – e spero – che non ce ne sia bisogno.

Ma dato che io pago l’abbonamento per vedere il Perugia (non sono accreditato, né godo di biglietti omaggio), tifo fino al 90mo ed applaudo il Grifo, anche se stiamo sotto di 4 gol e quindi – nel mio piccolo – anch’io contribuisco, mi piacerebbe avere delle risposte, mi piacerebbe vedere il Presidente interloquire con tutti i giornalisti e rispondere anche a domande “scomode”, senza sentirsi assediato.

Il Presidente Santopadre ha dimostrato in varie occasioni di possedere i cosiddetti “attributi” e, quindi, penso che non abbia grosse difficoltà ad affrontare – finalmente – un dibattito serio, franco e diretto su questi temi, senza sentirsi attaccato, ma basta monologhi, basta attacchi indiscriminati a chi non è allineato, basta sentirsi in trincea ed aizzare i tifosi contro chi prova a cantare fuori dal coro.

Perché nessuno di noi lo vuole attaccare.

Perché abbiamo grande stima e riconoscenza nei confronti del Presidente.

Perché vogliamo andare in A con Santopadre e vederlo un giorno seduto in Tribuna a fianco di Agnelli, Lotito e Moratti.

Perché noi amiamo il Grifo.

Perché noi abbiamo rabbia ed orgoglio.

Avv. Gian Luca Laurenzi