La “signorilità” di Comotto e i rischi del mercato “last minute”

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Quello di Gianluca Comotto è un gesto da vero signore. Non so quanti giocatori, dopo una carriera importante, avrebbero accettato di interrompere anticipatamente la propria esperienza calcistica senza colpo ferire e soprattutto con un bel sorriso stampato in faccia. Certo, Comotto è forte di un futuro da dirigente e di una nuova attività lavorativa in cui si potrà subito misurare. La “scelta” del capitano, tuttavia, maschera ma non copre le responsabilità di una dirigenza che sul fronte mercato si è mossa con una certa frenesia, tanto da non riuscire ad attenersi a regolamenti ben chiari e noti. Dover depennare un giocatore per presentare correttamente una lista, è un situazione che sicuramente non qualifica chi è chiamato ad operare ed ha avuto almeno un mese per programmare movimenti e strategie. Per contro, va detto che il Perugia nell’acquisizione dei giocatori si è mosso bene, completando la rosa a disposizione di Bisoli, soprattutto in zona mediana. Chi conosce il calcio, spesso si ferma a raccontare che l’abilità principale del dirigente addetto alle compravendite è proprio quella di riuscire a “dare ad altri” ciò che non è “più necessario”. Se si è arrivati a chiedere a Comotto di antipare il suo addio al calcio, evidentemente qualcosa nel mercato in uscita non è funzionato. Pensiamo a Marco Rossi, che ad un paio di giorni dalla trasferta di Crotone era da molti dipinto come un giocatore con la valigia in mano ma che, a distanza di poche ore, si è ritrovato titolare e confermato nei “18”. Come è giusto chiedersi se era necessario portare anticipatamente a Perugia un valente giovane come Salvatore Monaco, che è vittima di una forma influenzale per la quale, sembra, è consigliato un riposo piuttosto prolungato (due mesi) dall’attività fisica intensa. Il “nuovo Nesta” (così sembra lo hanno soprannominato gli operatori del mercato biancorosso) rappresenta un valido investimento per il futuro, ma nell’immediato, viste anche le nuove scelte tattiche di Bisoli (difesa a tre) sarebbe stato più utile avere come alternativa un esperto e di carattere come Gianluca Comotto. Valutazioni che probabilmente saranno sovvertire dalla realtà del campo, ma che non frenano l’idea che il Perugia sotto certi aspetti gestionali può e deve migliorare. L’anno scorso, ad esempio, fu ammesso che nel formare la rosa estiva non vennero presi in considerazione i probabili impegni con le nazionali dei tanti giovani, così come per lunghi mesi si parlò di un Perugia che non aveva bisogno del cosiddetto “centravantone”, per poi ritrovarsi a gennaio con il problema del gol e prendere Ardemagni. Senza dimenticare agosto e l’ultimo inoperoso giorno di mercato, con Bisoli alla porta ad attendere rinforzi a centrocampo, e la successiva giustificazione di aver “strategicamente scelto” di puntare su Joss, Drolè e Zebli.  La storia ci ha insegnato che Santopadre e i suoi più stretti collaboratori ne hanno sbagliate poche, ma nel calcio, come nella vita,  la “corda” non è infinitamente resistente rispetto a continue sollecitazioni, così come i “signori alla Comotto” non capita di incontrarli tutti i giorni.