Max Benassi: “Gabriel un portiere da serie A”

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Max Benassi:

Max Benassi: “Gabriel un portiere da serie A”. L’ex Grifone: “Il brasiliano ha grandi qualità, Rosati forse poco sostenuto e in parte debilitato”

 

A parlare in esclusiva per Sportperugia.it, è l’ex Grifone Massimiliano Benassi, indimenticato portiere del Perugia tra il 2008 ed il 2010.

Tanti i temi toccati, dal Perugia passato a quello presente, fino a parlare dei portieri e di un sistema calcio “discutibile” (eufemismo).

Max, segui ancora le sorti del Perugia?

“Si, assolutamente. Anche se non sono al campo tutti i giorni e non lo seguo nella quotidianità, sono sempre vicino alle sorti del Grifo. Perugia è una piazza molto importante che mi è rimasta nel cuore.”

L’ultimo match visto al “Curi”?

“Lo scorso anno. In occasione di Perugia-Brescia terminato 2-0 per i biancorossi.”

Che idea ti sei fatto della passata stagione e della rivoluzione estiva messa in atto dalla società?

“Lo scorso anno è stato un po’ particolare. La squadra aveva buoni giocatori, anche se già da per sè i play-off sono un terno al lotto. Onestamente col cambio allenatore non si poteva sperare in un miracolo. Non è stato per nulla semplice per Nesta subentrare in quel momento. Ora però si è voltato pagina. In estate è stata costruita una rosa secondo me valida. L’inizio, anche per il fatto che è stato cambiato quasi tutto, è da giudicare in maniera più che positiva. Un pareggio esterno a Brescia ed una vittoria con l’Ascoli sono un ottimo viatico. Ora vediamo. Già Palermo sarà un bel banco di prova per capire a che punto del percorso di crescita è questa squadra. Chiaramente le squadre scese dalla A hanno i mezzi per esser più attrezzate e competitive, anche se quest’anno non vedo un’ammazzacampionato come l’Empoli della passata stagione.”

Capitolo portieri. Dopo un anno dove non si è trovata grande stabilità con Rosati e Leali, è arrivato Gabriel…

“Intanto Rosati, che ho conosciuto a Lecce, secondo me non è stato neanche ben supportato ed incoraggiato. La sensazione è che, aldilà degli errori tecnici, negli ultimi tempi era già stato debilitato. In quelle condizioni è difficile far bene per un portiere. Leali, anche se non ha entusiasmato, rimane un elemento di buona affidabilità. Certo…Gabriel è secondo me un portiere da serie A. Non capisco come mai non riesca a trovare una squadra in massima serie che gli garantisca spazio. Buon per il Grifo. Ma visto anche che in A non vedo grossi fenomeni… Lui ha tutte le qualità che un portiere deve avere per comandare la difesa e trasmettere affidabilità. Al Milan purtroppo è stato sempre messo un po’ da parte, ma se a Carpi fai bene, vai ad Empoli e fai bene e vinci pure due campionati di B, qualcosa vuol dire”.

E soprattutto sembra avere una caratteristica che i suoi predecessori non avevano. Il giusto tempismo nelle uscite alte.

“Si, confermo. Diciamo che un portiere alto più di 1,90 come Rosati, per sua costituzione fisica, non è nemmeno favorito nelle uscite alte. Semplicisticamente si potrebbe pensare che più alti si è e meglio si fa in questo specifico gesto tecnico. Non è così: contano molto anche l’elevazione e l’esplosività. Altrimenti, io che sono sempre stato giudicato ‘piccolo’ per essere un portiere, non avrei mai potuto fare la carriera che ho fatto. Se questo aspetto delle uscite si può allenare ed affinare? Tutto si può migliorare. Anche io a 37 anni posso migliorare. Ogni portiere ha però il suo stile e le sue peculiarità. Poi, come detto, conta molto anche la costituzione fisica.”

E ora cosa fa Benassi?

“Attualmente non ho una squadra e credo che non la troverò. La voglia di allenarmi e mettermi ancora in gioco c’è. Purtroppo nel calcio italiano, già quando si arriva a 30 anni, si è considerati vecchi. Si fa così spazio a tanti giovani che, molte volte, vengono bruciati dopo poco tempo. In Italia si dice molto di dover far spazio alle nuove leve. Tanti ragazzi, anche giovanissimi, vengono catapultati in maniera repentina in campionati professionistici. Invece andrebbero prima allenati bene già dalle giovanili. A loro va poi fatto capire che tutto ciò è una cosa seria. Invece accade che molti atleti vengono portati già a 17/18 anni in prima squadra con contratti di 3/4 anni con cifre neanche troppo elevate. Loro si cullano su questo, anche se spesso, dopo qualche anno di prestiti e di presenze in giro per molte squadre, finiscono per perdersi. E tra di loro ci sono ragazzi potenzialmente molto bravi. Ho letto tempo fa delle dichiarazioni del presidente del Pescara Sebastiani. Dice che i club di C gli chiedono ragazzi del ’98/’99 senza neanche stare a preoccuparsi del ruolo e della loro reale valenza tecnica. Così…giusto per completare la squadra e dare spazio a ragazzi che a Pescara non lo troverebbero. Così non funziona, perchè il talento non emerge e finisce per disperdersi. Ma è in generale il sistema calcio che in Italia non va da tempo…”

Si spieghi meglio.

“Noi non abbiamo partecipato al mondiale. Dopo la sconfitta con la Svezia si è parlato molto di come far ripartire il nostro calcio. Ma più passa il tempo e più sembra che il problema sia scomparso e sopito. E così nulla cambia. Il fatto che nel nostro massimo campionato ci siano troppi stranieri non è solo retorica. I presidenti preferiscono spesso prelevare atleti di altri paesi per dei ‘giri’ e dei tornaconti personali. In realtà molti di loro non sono niente di chè. Tanti giovani atleti italiani, se allenati e guidati bene, sarebbero molto meglio di quest’ultimi. Senza poi parlare del fatto che i campionati professionistici, di professionistico, hanno sempre meno. Basta pensare ai fatti di Cosenza o a società che non riescono più a sostenersi. Così il calcio finisce, anzi, è già finito. Ancora qualcuno va negli stadi, ma stiamo parlando quasi solamente dei ‘fedelissimi’. E se qualcosa non cambia, anche loro abbandoneranno presto i gradoni. Detto questo, il calcio rimarrà sempre la mia passione numero uno.”

E proprio per questo la attendiamo ancora al “Curi”. Magari in occasione di un Perugia-Lecce…

“Si, tornerò sicuramente. Venire per Perugia-Lecce e vedere due mie ex squadre è una bella idea. Ci penserò seriamente. Nel frattempo auguro il meglio a Nesta e ai suoi ragazzi. Poi nella mia carriera ho avuto modo di conoscere l’allenatore in seconda, Lorenzo Rubinacci. Una brava persona oltre che un valido collaboratore.”

Intervista di Nicolò Brillo