Per l’addio tra Camplone e il Perugia è solo una questione di giorni

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    Un grande ex nel girone del Grifo: ad Arezzo c'è Camplone. L'ex giocatore e tecnico del Perugia proverà a rianimare l'ambiente amaranto
     

    Per Andrea Camplone e il Perugia è arrivato il momento dei saluti. La sconfitta nel turno preliminare contro il Pescara ha “chiuso un ciclo” e l’esperienza del tecnico pescarese a Perugia sembra arrivata al capolinea. Una scelta che lo stesso Camplone ha fatto ormai da diverso tempo, forse da quel fatidico lunedì di febbraio quando tutta Italia lo dava per esonerato mentre era in campo ad allenare. Una scelta difficile, sul piano lavorativo, perchè al momento non ci sono alternative che possono compensare economicamente la rinuncia ad un altro anno di contratto e la delusione per un epilogo amaro. L’allenatore biancorosso e la società, con tutta probabilità, si incontreranno nel fine settimana, dopo la “cena dei saluti” che si terrà giovedì e che vedrà partecipare anche tutta la squadra. Camplone in queste ore è rientrato a Pescara, per trascorrere un po’ di tempo con la famiglia e un suo ritorno a Perugia sarà solo momentaneo e per far fronte agli impegni già descritti. Quando si troveranno faccia a faccia, Camplone e Santopadre avranno diverse questioni di cui discutere, ma sembra improbabile che possano trovare una soluzione per andare avanti. Il tecnico, vorrebbe mettere sul piano della trattativa una maggiore considerazione in chiave mercato e una certa “liberta”, rispetto alla presenza di alcune figure dirigenziali. Richieste lecite, che difficilmente troveranno accoglimento, visto che nelle aziende “presidenziali” lo stilista serve per eseguire il disegno e non per progettarlo. Ci si lascerà con una stretta di mano e senza tante polemiche, perchè alla fine nel calcio i cicli non durano in eterno e negli almanacchi restano i risultati e non le parole. Camplone, in tre anni da allenatore del Perugia, ha ottenuto una qualificazione ai playoff di Lega Pro da subentrato, una promozione in serie B, sempre da subentrato e un apprezzabilissimo sesto posto tra i cadetti. Difficile chiedergli di più, soprattutto per le “condizioni” in cui è stato costretto a lavorare.