A Salerno importanti segnali di risveglio

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Aldo Agroppi, indimenticato grifone degli anni ‘70-’80 prima come giocatore e poi come allenatore, soleva ripetere spesso la frase “meglio due feriti che un morto”, per sottolineare l’importanza di accontentarsi, a volte, di un pareggio rispetto ad una sconfitta sanguinosa. Era un altro calcio, allora la vittoria valeva due punti, oggi con i tre punti tutto è cambiato ma i tanti noiosi zero a zero della squadra di Bisoli di quest’anno sembravano dar ragione al tecnico di Piombino. A Salerno è arrivato il sesto pari della stagione ma, stavolta, con il gol e, finalmente, al termine di una prestazione che ha visto un Grifo propositivo e alla ricerca, da subito, dei tre punti. L’aver iniziato ad intravedere dei miglioramenti sul piano del gioco offensivo e, soprattutto, della mentalità è il segnale più importante della gara dell’“Arechi”. Una gara combattuta a viso aperto dalle due formazioni, che poteva finire con la vittoria dell’una o dell’altra squadra. Alla fine, ma solo al fischio finale, sul campo sono rimasti due feriti ma nessun morto, per dirla alla Agroppi, ma con molte recriminazioni da ambo le parti per quello che poteva essere e non è stato. Il Perugia in particolare deve assolutamente diventare più cinico in avanti. Non si possono fallire clamorose occasioni come quella di Ardemagni nel primo tempo e del “mischione” finale, nel quale lo stesso Ardemagni, Belmonte e, in particolare, Volta non sono riusciti a piazzare la zampata vincente. Al contempo la granitica difesa dei grifoni contro la Salernitana, come successo anche col Cagliari, ha sofferto più del dovuto il gioco a terra e i tagli degli attaccanti campani, in particolare di Gabionetta. La sensazione è che, a causa dell’imponente stazza fisica, i due centrali possono andare in difficoltà sui tagli rapidi degli avversari. Migliorata all’“Arechi” anche la prestazione di Lanzafame, pur con il solito difetto di portare palla. Al termine della gara di Salerno rimane comunque forte, nei sostenitori del Grifo, la sensazione di un’incompiuta, vista la totale emergenza della difesa campana, priva dei due centrali titolari e con il terzo, Lanzaro, costretto ad uscire dopo pochi minuti e sostituito nel ruolo dall’ex perugino Franco, da sempre un esterno difensore di fascia sinistra. La facilità con la quale gli attaccanti biancorossi riuscivano a creare scompiglio nella difesa salernitana, che al di là della totale emergenza del momento, era comunque la più perforata della B dopo quella del Como, andava assolutamente sfruttata. Domenica prossima con il Lanciano andrà verificato, però, se i miglioramenti offensivi del Perugia siano stati facilitati dalla penetrabilità della retroguardia di Torrente  o se, come ci auguriamo tutti, sia stata intrapresa una via migliore, non certo l’autostrada, comunque. Contro i frentani i tre punti sono un obbligo perché la classifica rimane deludente e crea apprensione. Un quattordicesimo posto a pari punti col Modena, un solo punto sopra la zona minata, non può certo lasciare tranquillo l’ambiente perugino.

Danilo Tedeschini