Alla ricerca di un’identità tattica

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Nessun dramma. Una sconfitta, per altro rimediata alla seconda giornata, non può mettere sotto processo il Perugia. Forse a Pescara, i grifoni hanno evidenziato, ancor più della gara casalinga contro il Como, quei limiti strutturali e di gioco che alcuni osservatori attenti non avevano tardato a sottolineare già qualche settimana fa. Una squadra sostanzialmente incompleta per recitare un ruolo da protagonista. Bisoli lo ha subito riconosciuto, rischiando la dichiarazione (“non siamo una corazzata”) e cercando di alternare soluzioni tattiche per calibrare al meglio una coperta per certi versi corta. Tentativi apprezzabili, ma che alla lunga potrebbero diventare un deterrente per lo stesso tecnico emiliano, che non può e non deve trasformarsi nel possibile capo espiatorio, rispetto a non auspicabili risultati negativi e alle mancate “promesse” estive societarie (“vogliamo fare meglio dello scorso anno”). Bisoli da uomo navigato ed intelligente, avrà sicuramente capito che non serve  mischiare gli ingredienti per ottenere un prodotto finale migliore. Meglio puntare su cose semplici, ma di sicuro rendimento. Ad esempio il 3-5-2, modulo che non stuzzica il palato degli esteti, ma che potrebbe essere utile fino a gennaio o nell’attesa che qualche singolo, ad esempio Lanzafame, dimostri di essere un giocatore in grado di prendere per mano la squadra.

4-3-1-2: Il “miglior Grifone 2014-2015”, anche senza Camplone e al cospetto di un nuovo allenatore che gli ha concesso la fascia di capitano in campo e una fiducia incondizionata, continua ad essere un giocatore dalle grandi potenzialità ma dal rendimento alterno. Se Lanzafame è, come in tanti credono, quell’elemento in grado di accendere il gioco del Perugia dalla trequarti in su, Bisoli non ha alternative: 4-3-1-2. Proprio con il “capitano” alle spalle di due punte, possibilmente una veloce, Parigini e uno di razza, Ardemagni. La mediana con Salifu, Rizzo e Della Rocca e all’occorrenza Spinazzola, può garantire quantità e qualche lampo di genio. Dietro, aspettando Alhassan e non potendo prescindere da Del Prete e Volta, c’è una maglia per due concorrenti, Belmonte e Rossi.

3-5-2: Diversi gli interpreti per il modulo visto nel primo tempo a Pescara. In difesa diventerebbe necessario il recupero pieno di Balmonte con difensore centrale destro, in compagnia di Volta e di Rossi. A centrocampo i migliori al momento per coprire una mediana a tre restano, Rizzo, Salifu e Della Rocca. Sugli esterni Del Prete a destra e uno tra Alhassan e Fabinho a sinistra, a seconda di quanti rischi si vogliono evitare o di quante preoccupazioni si possono dare. Davanti, Ardemagni e un’altra punta di struttura, magari Di Carmine, che potrebbe diventare molto più utile al fianco di un compagno (e non dietro come nel 4-2-3-1) e sfruttare, con lo stesso Ardemagni, i possibili e auspicabili traversoni dagli esterni.

Il tutto, nell’attesa e nella speranza che gennaio porti, come già successo, quei tasselli in grado di completare il mosaico, magari già pronti da inserire. Per il momento, invece, è meglio fare di necessità virtù e tenere bassa l’asticella delle dichiarazioni e delle pretese.