Bianchi: “peso” o risorsa?

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La grinta non si può dire certo che manchi, tantomeno l’impegno nell’arco di tutti i 90 minuti: Rolando Bianchi, dalla doppietta col Carpi in poi, ha dimostrato tutta la voglia di continuare ad indossare la maglia biancorossa. Va però sottolineato come il numero 9, sia nel match di Cesena che in quello contro il Bari di Stellone, non abbia mai avuto nemmeno una sola occasione da rete; la domanda sorge quindi spontanea: colpa del giocatore, del 4-3-3 di Bucchi oppure dei compagni di reparto e dei centrocampisti che tendono a “valorizzarlo” poco? Scartando la prima ipotesi in base a quanto già detto, è apparso che con delle ali offensive che cercano molto la giocata individuale piuttosto che il salto dell’uomo per poi servire l’attaccante in mezzo all’area (caratteristiche evidenziate soprattutto da Bonaiuto e Zapata), l’ex Torino fatichi molto a trovare palle giocabili da mettere a segno. Perchè alla fine, pur apprezzando il fatto che riesca a mantenere alto il baricentro della squadra da solo e che spesso mostri grande generosità nella difesa dei palloni e negli scambi per mandare a tiro i vari Dezi, Ricci & company, da lui ci si aspetta il goal. Sicuramente può sembrare frettoloso esporsi in considerazioni del genere solamente dopo le prime due partite di campionato, ma se l’ottimo Perugia di Bucchi ha raccolto meno di quanto seminato ed ha mostrato qualche carenza in fase realizzativa un motivo deve pur esserci. In questo senso sono fondamentali i recuperi di due giocatori come Drolè e Guberti: il primo, grazie ai suoi dribbling e alle sue straordinarie doti da velocista, può creare facilmente superiorità numerica e favorire maggiormente Bianchi nel suo mestiere di “bomber” rispetto a quanto riescano a farlo Zapata e Bonaiuto (due buoni prospetti che sembrano però non avere ancora una lucidità fisica e mentale durante tutta la durata della gara e che devono dimostrare maggiore sincronia con il resto della squadra). Il secondo, elemento di classe e di esperienza che costituisce il vero valore aggiunto di questo Grifo, sa bene quando concludere verso la porta avversaria e quando invece mostrare altruismo sfornando assist di pregevole fattura come capitato nell’ultimo minuto di Cesena-Perugia con la splendida volée per Del Prete che è andato ad un passo dal 2-1. Per il momento è giusto che Bucchi cerchi di infondere nei ragazzi una certa mentalità di gioco insistendo col 4-3-3, ma in futuro si può anche meditare qualche cambio tattico: mettere una seconda punta vicino a Bianchi potrebbe essere la mossa decisiva per aiutare l’attaccante a sbloccarsi definitivamente, ma sarà il tecnico biancorosso a decidere quando e come (come è giusto e normale che sia…). La presenza di grande qualità nella mediana può essere un altro elemento che contribuisce ad offuscare le doti realizzative di Rolando Bianchi: cercare il più delle volte di mandare alla conclusione i talentuosi centrocampisti perugini, significa per forza di cose togliere una chance al numero 9 del Grifo. C’è pero la convinzione che mister Bucchi, il quale ha dimostrato di saper trasmettere una certa idea di calcio alla squadra in così breve tempo, sarà altrettanto capace nel trovare una soluzione a questo “caso spinoso”, senza poi dimenticare che nella sua carriera da calciatore ha ampiamente fatto vedere di avere un certo feeling con il goal.

Nicolò Brillo