Birarelli: “Si vince anche con il cuore”

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    È già in volo verso il Belgio la Sir Sicoma Colussi Perugia che mercoledì sera sarà di scena a Roeselare per la quinta giornata della Pool E di Champions League. Lunga trasferta per i Block Devils che, con il visto per la Final Four già in tasca, vanno a caccia del quinto successo consecutivo nel girone che garantirebbe anche la matematica certezza del primo posto in classifica. Lunga trasferta che arriva per la Sir all’indomani della sofferta ma importantissima vittoria in campionato contro Monza. Tre punti che hanno consentito alla squadra del presidente Sirci di agganciare Trento in seconda posizione (con la Diatec ancora avanti per un quoziente set di 2,27 contro il 2,26 di Perugia) e che, al netto degli alti e bassi avuti durante la gara, testimoniano la compattezza del gruppo guidato da “Mister Secolo” e la voglia di reagire anche in una giornata non eccezionale sotto il profilo tecnico. Se l’attacco si è mantenuto su alti livelli e la battuta ha fatto il suo dovere, specialmente nei momenti importanti del terzo set ed in avvio di quarto parziale, la squadra ha fatto fatica in altre situazioni di gioco. Basta considerare i soli due muri nei primi due set e la difficoltà in generale nel tenere a bada in fase break gli attaccanti di palla alta avversari, in particolare l’opposto Vissotto. Temi che certamente saranno al centro dell’attenzione dello staff tecnico perugino e che sono il fulcro dell’illuminante concetto espresso a fine match dal capitano dei Block Devils Emanuele Birarelli:

    La chiave del match di ieri è stato sicuramente il terzo set dove siamo stati bravi. Abbiamo acceso la miccia prendendo due volte a muro Vissotto, che fino a quel momento ci aveva fatto malissimo, e siamo stati anche fortunati, ma alla fine abbiamo portato a casa il set ed una partita molto importante. E poi è stato fondamentale il calore del pubblico che si è acceso insieme a noi. Credo che questa vittoria ci servirà molto e ci ha insegnato cose importanti, cioè che si vince anche con il cuore, l’agonismo e rimontando. Non esiste sempre la partita perfetta, ci sono quelle dove ci vuole appunto cuore e sacrificio. Dobbiamo ancora un po’ impararlo e spero che la vittoria di ieri ci serva per capire che ci sono giornate difficili e che abbiamo bisogno anche di questo tipo di componenti. Ieri credo che abbiamo vissuto un bel momento di squadra, tutti hanno dato una mano, è stata una cosa molto importante. Noi siamo forti, siamo forti in attacco, siamo forti in battuta. Ma a forza di dirlo sempre, si pensa che basta andare in campo e sei a posto. Invece prima di tutto sono forti anche gli altri. Poi in attacco non si può fare sempre l’80%, la battuta a volte entra ed a volte no. Quindi bisogna sviluppare altre parti del gioco, quelle che magari si pensa che non siano necessarie e che invece fanno la differenza. Parlo della difesa, perché secondo me difendiamo troppo poco, e parlo del muro dove, noi centrali in primis, dobbiamo lavorare meglio. Quei fondamentali di sacrificio che non sono andare su e tirare sopra il muro o fare un buco nei tre metri. E per tutto questo la vittoria di ieri, ripeto, è un grande insegnamento.