Il “Curi” il vero tallone d’Achille del Grifo di Bisoli

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Il Perugia targato “Bisoli” ha praticamente sempre stentato a dettare il proprio gioco ed i propri ritmi fra le mura di casa ed ha evidenziato una grande sterilità in fase realizzativa. Le statistiche parlano chiaro: con una media di 1,55 punti per ogni match, considerando gli ultimi 15 anni, il rendimento casalingo del Perugia di questa stagione è stato migliore solo a quello della stagione 2003/2004, dove i Grifoni guidati da Serse Cosmi abbandonarono la Serie A dopo il “rocambolesco” spareggio con la Fiorentina. Ipotizzando una vittoria con la Pro Vercelli nell’ultima partita al “Curi”, Bisoli supererebbe solo la media punti del Perugia di Cuccureddu, che nella stagione sportiva 2007/2008 di Serie C1 totalizzò un rendimento casalingo di 1,58 punti. Fa riflettere anche il fatto che al “Curi”, il Perugia “bisoliniano” ha segnato delle reti solo a due delle dieci squadre che momentaneamente lo precedono in classifica, ovvero al Brescia (vittoria per 4-0) e al Novara (sconfitta per 1-4). Paradossalmente, il rendimento in trasferta è sostanzialmente buono: 1,15 punti a partita con ancora due gare in trasferta da disputare. Se analizziamo tutte le stagioni del Grifo in Serie B da quando sono stati introdotti i 3 punti per ogni vittoria, il Perugia di Bisoli, fuori casa, ha un rendimento migliore sia del Perugia di Castagner della stagione ‘93/’94 che di quello di Galeone della trionfante stagione ‘95/’96. Ulteriori vittorie nella prossima partita a Livorno e nell’ultima di campionato a Vicenza, potrebbero ancora migliorare questa particolare statistica. Un altro dato molto interessante è quello che è stato pubblicato proprio nel sito ufficiale del Perugia Calcio, ovvero quello che riguarda l’indice di pericolosità di ogni squadra di B. Questo indice, calcolato dalla Lega Serie B in collaborazione con “Panini Digital”,  misura in una scala da 1 a 100 la produzione offensiva di una squadra tenendo conto di quattro variabili: la capacità di mantenere il possesso palla, la capacità di verticalizzare, la capacità di giungere al tiro e la capacità di creare occasioni da rete. Il peso che viene associato a ciascuna variabile è stato assegnato in maniera oggettiva, in funzione del contributo marginale che ognuna di esse apporta alla probabilità di vittoria. L’indice di pericolosità del Perugia si assesta al 41,6 %; in questa particolare classifica, i biancorossi si troverebbero addirittura in 18esima posizione, scavalcando solamente Ascoli, Virtus Lanciano, Modena e Pro Vercelli. Numeri importanti e significativi sui quali la società dovrà ben ragionare per poter pianificare nel miglior modo possibile la prossima stagione.

Nicolò Brillo