Il doppio ex Calori: “Brescia-Perugia gara equilibrata”

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Il doppio ex Calori:

Il doppio ex Calori: “Brescia-Perugia gara equilibrata”. Il tecnico a Sportperugia: “Verre ha talento, Han può dare motivazioni. Suazo? Cellino lo conosce bene, è una sua scommessa”

 

In vista della gara inaugurale del campionato di serie B 2018/2019 tra Brescia e Perugia, a presentare la sfida è uno degli ex di giornata, Alessandro Calori.

Difensore centrale classe 1966 ora allenatore, Calori ha vestito la maglia del Grifo nella stagione 1999/2000, disputando 33 partite e mettendo a segno uno dei goal più famosi del recente calcio italiano: il 14 maggio 2000, Perugia – Juventus 1-0, rete che fece perdere lo scudetto ai bianconeri, regalandolo alla Lazio.

Per quanto riguarda il Brescia, Calori ha fatto parte della storia dei lombardi sia da calciatore (in biancoazzurro dal 2000 al 2002), sia da allenatore per ben tre stagioni: dal 2011 al 2013 e, successivamente, nel campionato 2014/2015.

Segue ancora le due squadre?

“Le seguo entrambe con affetto. Ma, al di là dei sentimenti, anche questo fa parte del mio lavoro. Osservare e studiare come si muovono le varie società in estate è una sorta di “aggiornamento” ”.

Come si sono comportate nel corso del mercato Perugia e Brescia? Ci sono stati colpi importanti, come Donnarumma e la conferma di Tonali se parliamo delle “Rondinelle”, Han e Verre per il Perugia…

“Il Perugia ha acquistato dei giocatori veramente molto interessanti. Verre per la serie B è un centrocampista molto importante e che ancora non ha espresso tutte le sue potenzialità. Han lo scorso anno, proprio a Perugia, ha fatto vedere grandissime cose impressionando tutti, sebbene a tratti. Attenzione poi anche al giovane scuola Roma Bordin. Negli ultimi giorni di mercato, insomma, gli umbri hanno messo a segno dei colpi davvero notevoli. È vero che è stato perso Di Carmine, ma con Han e la sua giovane età e il suo entusiasmo, si possono trovare grandi motivazioni. Il Brescia, invece, con l’avvento di Cellino si sta concentrando molto sulle infrastrutture, con il presidente che si sta adoperando per costruire un centro sportivo e per ristrutturare parte dello stadio. Nonostante ciò, ingenti somme sono state investite anche nell’organico: Morosini, Donnarumma, Tremolada, le conferme di Tonali e Bisoli, sono solo alcuni dei colpi di mercato. Sono, pertanto, due squadre dall’ottimo potenziale. Poi è chiaro, ora siamo all’inizio e le prime gare rappresentano sempre un’incognita”.

Quindi, si trova d’accordo con coloro che, a fine del mercato, hanno inserito Perugia e Brescia tra le pretendenti per un posto ai Play Off?

“Faccio una premessa: a me le cosiddette “griglie” di inizio anno non piacciono, poiché raramente rispecchiano la realtà. Perugia e Brescia sono due squadre che per blasone e per la rosa allestita, lotteranno fino a fine campionato per entrare nei Play Off. Ma non solo: sono due società che, da diversi anni, stanno agendo con una logica e hanno due presidenti che, ormai, conoscono bene la categoria. Ovviamente, ogni stagione fa storia a sé ed è determinata da molteplici e differenti fattori: approccio, entusiasmo che si crea strada facendo nell’ambiente e via dicendo. Quindi, è giusto fare delle considerazioni su chi sarà a vincere il campionato ma lasciano il tempo che trovano. Credo più alle cose concrete”.

Entrambe le società hanno parlato di “anno zero”. A livello tecnico e da tecnico, nel caso del Perugia che ha mantenuto solo 4 elementi rispetto alla stagione passata, quali potranno essere le principali problematiche che dovrà affrontare Nesta?

“Quando si cambia così tanto bisogna mettere in conto che, almeno in un primo momento, ci saranno molte difficoltà e di questo tutto l’ambiente ne deve essere consapevole dal presidente, al tecnico, ai tifosi. Spesso, però, queste sono solo chiacchiere: alla prima vittoria, magari raggiunta subito alla prima giornata, la premessa di inizio stagione è già dimenticata. Inoltre, quando si fa calcio in piazze che sono abituate a determinati risultati e palcoscenici, risulta molto difficile parlare di “anno zero” o di campionato di transizione, poiché queste lotteranno sempre per vincere o, quanto meno, per stare a ridosso delle prime della classe. Il cambiamento porta freschezza. La dirigenza deve essere brava a costruire un gruppo che abbia entusiasmo, voglia di raggiungere traguardi importanti e che abbia le idee chiare sin da subito. Brescia è una piazza esigente, in cui il presidente Cellino ha rilevato una società in una situazione non facile e che, comunque, a breve, punterà a ottenere risultati importanti. Insomma, non credo che Brescia e Perugia si accontentino di un campionato normale, a meno che questo non venga dichiarato apertamente dalla società, allora questo cambierebbe tutto”.

Parliamo dei due tecnici, entrambi praticamente alle prime esperienze. Da collega, un campionato duro come la serie B che impatto può avere su Nesta e Suazo?

“Nesta ha il vantaggio di aver già assaporato la serie B, sebbene per poche gare, ed è comunque un “uomo di campo” abituato a tali pressioni e, in questo senso, ha già grande esperienza. Tuttavia, si acquisisce una certa maturità solo stando in panchina e affrontando tutte le problematiche che ti si presentano strada facendo, giorno dopo giorno. Credo che se la società ha fatto questa scelta, è perché crede fortemente in lui e ha visto in Nesta qualcosa di importante. Per quanto riguarda Cellino, invece, ha optato per Suazo, che viene da un’esperienza agli allievi del Cagliari. Il Patron lo conosce molto bene come persona ed è una di quelle scommesse a cui lo stesso Cellino ci ha già abituato. È un presidente a cui piace rischiare, che ci mette sempre la faccia, spesso vulcanico ma che ha anche intuito. Le scommesse si possono vincere o perdere ma, a volte, non si vince nemmeno con le certezze”.

Li ha affrontati entrambi da calciatore. Che ricordo ha di loro ?

“Suazo era un ottimo centravanti, mi impressionò la sua velocità. A quel tempo, era incredibile: ogni domenica, noi difensori ci trovavamo a dover marcare un attaccante più forte dell’altro e, alla fine, ci eravamo quasi abituati. Nesta, invece, nel mio ruolo è stato uno dei giocatori più forti al mondo. Insieme a pochi altri, ha veramente fatto scuola, un difensore che nell’uno contro uno aveva pochissimi rivali. Dava una sicurezza al reparto e a tutta la squadra in generale come pochi altri riuscivano a fare”.

Parliamo di Lei. Partiamo dalla sua ultima esperienza: Trapani. Nonostante questa avventura sia finita, ha voluto lasciare la piazza con una lettera toccante, scritta con il cuore, in cui traspare umiltà e tanta sincerità, elementi che nel calcio di oggi sono sempre minori.

“A me piace vivere il calcio così, con tanta passione. Ancora ho questi valori e credo fortemente in questo lavoro e, devo dire, che mi piace da morire e sempre di più. Quando inizio un’avventura su una panchina, la vivo come se fosse mia, sentendomi responsabile sotto ogni punto di vista. A Trapani sono stato un anno e mezzo in una situazione non facile: sono arrivato quando la squadra era in serie B ma la davano già retrocessa visti i soli 13 punti ottenuti nel girone d’andata. Facemmo una rimonta incredibile, 34 punti, e per poco non siamo riusciti a salvarci. L’anno seguente ho deciso comunque di proseguire in Sicilia. Abbiamo concluso il campionato con 68 punti, sfiorando la promozione. Poi il Presidente ha un po’ rallentato per motivi personali e, consensualmente, abbiamo deciso di non proseguire, nonostante l’obiettivo fosse quello di tornare tra i cadetti nel giro di due anni”.

E il futuro?

“Ho tanta voglia di rimettermi in gioco e di affrontare nuove sfide. Sto girando vari stadi, anche all’estero, per vedere qualche partita e qualche allenamento e sono già in fermento”.

In conclusione, nonostante sia la prima gara dell’anno e con tutte le incognite del caso, che partita sarà Brescia – Perugia ?

“Nelle prime sfide c’è sempre titubanza e un pizzico di paura di iniziare, con le squadre che rinunciano alla spregiudicatezza. Credo, pertanto, che possa essere un match molto equilibrato, le cui sorti saranno determinate da episodi. Come detto già all’inizio, le due squadre hanno individualità importanti e giocatori che possono risolvere l’incontro da un momento all’altro”.

Intervista di Michele Mencaroni