Lavagna Tattica: A Pesaro una gara sulle seconde palle

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Lavagna Tattica: A Pesaro una gara sulle seconde palle. Bravo il Grifo ad adattarsi all'avversario e a mettere in pratica le indicazioni di Caserta

Lavagna Tattica: A Pesaro una gara sulle seconde palle. Bravo il Grifo ad adattarsi all’avversario e a mettere in pratica le indicazioni di Caserta

 

Missione compiuta. E’ bastato l’unico tiro in porta dei grifoni durante tutta la gara, poco oltre la metà del primo tempo, da parte di Kouan, per avere la meglio della modesta Vis Pesaro, al termine di una gara onestamente bruttina.

Scarse le fiammate dei grifoni, innescate solamente dai due giocatori tecnicamente superiori scesi in campo ieri, ossia Elia e Falzerano (vedi il palo colpito da Di Noia, dopo un pregevole recupero palla, corsa in verticale ed assist di Falzerano).

La modesta partita di ieri non può che far tornare in mente le solite parole di mister Caserta nelle conferenze stampa pre gara. Il refrain è sempre quello: “dobbiamo essere bravi sulle seconde palle”, “dobbiamo arrivare primi sulle seconde palle” e cosi via.

In effetti gran parte della gara di ieri si è giocata sulle seconde palle. Ed oggi molti allenatori utilizzano questo concetto per esprimere la complessità di certe partite.

Ma cosa sono queste abusatissime “seconde palle”?

Nulla si può dire sull’etimologia di questo concetto: non certo che si gioca con due palloni, più verosimilmente si può far riferimento al concetto di seconda giocata, di seconda azione, di secondo momento successivo ad una azione di gioco.

Le seconde palle quindi sono quei palloni che, dopo un colpo di testa, dopo un contrasto, dopo un rimpallo, dopo un intercetto, quindi dopo una giocata, non sono apparentemente nella disponibilità di nessuna delle due squadre.

Diventa perciò fondamentale la capacità di reazione, la reattività, la voglia di far proprio il pallone per entrarne in possesso ed essere pronti ad un ulteriore giocata.

I tattici potrebbero sostenere che anche lo scaglionamento incide: ossia la disposizione dei giocatori dopo la prima giocata potrebbe aiutare nel recuperare prima degli avversari la palla.

Tutto vero, solo che gli allenatori solitamente collegano il concetto di “seconde palle” ai soliti concetti di determinazione, voglia, grinta, concentrazione a mio avviso spesso troppo abusati.

Basta pensare al Benevento dello scorso anno che aveva una squadra fuori categoria e non certo per determinazione e grinta, ma per qualità e personalità degli interpreti, in tutti i reparti e in tutti i momenti delle partite.

Tornando al concetto delle “seconde palle” si potrebbe obiettare che il Barcellona di Pep Guardiola non avesse nulla a che fare con questa situazione di gioco.

E’ vero in parte, ossia nella fase di possesso, in quanto la fitta rete dei passaggi dei fenomeni blaugrana che spesso andavano in porta con il pallone non richiedeva l’utilizzo delle seconde palle.

Nella fase di non possesso invece, con un pressing molto alto, le squadre avversarie, meno dotate tecnicamente, potevano saltare il centrocampo e giocare sulla seconda giocata.

Quindi attenzione: il concetto delle seconde palle è valido sia in fase difensiva, sia in fase offensiva.

Altro aspetto importante: l’utilizzo delle seconde palle diventa quasi un obbligo in certe categorie ed in certe situazioni.

Ossia gare con squadre con livello tecnico modesto e partite in campi da gioco piccoli, stretti e magari pesanti, presuppone l’utilizzo quasi sistematico delle seconde palle, in quanto la manovra fluida e palla a terra diventa una chimera.

Ecco perché il Perugia si trova molto di più fuori casa a giocare sulle seconde palle e molto meno in casa: facile la logica conseguenza del differenziale tra i punti conquistati in casa (la squadra più tecnica prevale su terreni ampi) e quelli conquistati fuori casa.

Un ultima osservazione: si potrebbe dire che le “seconde palle” sono ormai una tattica di gioco. In realtà chi ricorda il calcio inglese anni 80 sa bene che la giocata dei difensori era quella di cercare la torre della punta per poi raccogliere la seconda palla.

Quindi da sempre le seconde palle sono una variante di gioco specialmente quando non si dispone di un centrocampo particolarmente tecnico e disposto alla manovra.

Per quanto concerne il calcio di casa nostra, Luca Toni e l’ex bolognese Kennet Andersson sono forse i giocatori simbolo di questo modo di interpretare il calcio: pulire la giocata e fare da sponda per i compagni sulla seconda palla e con Toni centravanti abbiamo vinto un mondiale…

Fabio Orlandi