Grifo: tre punti d’oro, ora il ciclo verità

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Il peggior Perugia di questo girone di ritorno vince una bruttissima ma fondamentale gara a Pesaro, giocata su un terreno indecente contro un avversario modesto e, con ancora due gare da recuperare, accorcia il distacco a meno cinque dalla capolista Padova, fermata sul pari nello scontro diretto di Bolzano, dove, tra l’altro stava perdendo fino a nove minuti dalla fine. E’ questa la buona novella che arriva dal “Benelli” di Pesaro e, sinceramente, al di là della prestazione, è tanta roba.

In una partita che somigliava più al beach-soccer che al calcio, vista la tanta sabbia che faceva capolino tra l’erba del prato dello stadio di Pesaro, era difficile poter giocare bene e il Perugia ha dovuto adeguarsi con Caserta che ha schierato un centrocampo fisico con Moscati al posto di Burrai e Di Noia, all’esordio da titolare al posto di Sounas a fianco del confermato Kouan, che ha poi deciso la gara con un provvidenziale colpo di testa a porta sguarnita, in una delle sole due vere occasioni create dai grifoni. L’altra occasione, arrivava ad inizio ripresa ma il sinistro radente di Di Noia, si schiantava sul palo.

Ma quello che contava era riportare a casa i tre punti e poco importa se la prestazione non sia stata proprio scintillante, anzi. La gara è scivolata via a fatica in modo molto noioso, spesso con lunghi lanci a saltare il centrocampo da parte di entrambe le squadre in una sorta di tamburello, con la difesa del Perugia che ha sempre controllato le scarse velleità dei padroni di casa, resisi veramente pericolosi solo una volta, ad una decina di minuti dal termine, con una girata dell’eugubino Marchi sul primo palo sulla quale Fulignati si è fatto trovare pronto e reattivo.

Detto della difesa, con un Angella, come sempre, imperioso di testa e del centrocampo inedito mandato in campo da mister Caserta che ha svolto il suo compito in modo sufficiente, le note negative vengono dall’attacco, dimostratosi ancora una volta la controfigura di quello brillante ammirato nelle partite casalinghe. In ombra Bianchimano, le cui prestazioni esterne lasciano spesso a desiderare, ma anche Falzerano ed Elia, complice anche le pessime condizioni del terreno di gioco, sono stati i lontani parenti di quelli ammirati al “Curi” nelle ultime prestazioni, con Murano e Vano, subentrati nel corso della ripresa, impalpabili.

E proprio l’enorme differenza tra lo “score” di reti all’attivo nelle gare casalinghe, il migliore del torneo con trentuno reti segnate in tredici gare e quello delle partite in trasferta, solo il dodicesimo del torneo, con sole dodici reti all’attivo in undici gare, solo quattro nelle tre trasferte del girone di ritorno, quelle di Matelica, Fano e Pesaro, giocate dopo il ritorno al quattro-tre-tre, con tre delle quattro reti segnate a quel Matelica, seconda peggior difesa del torneo, andata ieri a perdere anche ad Arezzo, lancia un piccolo campanello d’allarme in vista della parte finale di questo torneo, con il Perugia costretto a giocare solo sei gare al “Curi” e ben otto, recuperi compresi, in trasferta.

Terminate le gare di questo girone di ritorno contro avversari avversari facili, con la gara del “Curi” “Curi” di sabato contro il Modena, secondo, comincia il ciclo della verità, quello che in poco più di un mese, trentacinque giorni, dal 28 Febbraio al 3 Aprile vedrà il Perugia disputare ben dieci partite, Modena e Samb in casa, Padova e Cesena fuori, Carpi in casa, Gubbio fuori, Sudtirol in casa e poi le tre trasferte consecutive, a Fermo, a Imola e a Verona. Un ciclo impegnativo che probabilmente deciderà le sorti del campionato dei grifoni.

Si comincia sabato pomeriggio contro la brillante formazione di mister Mignani, tornata in auge dopo una piccola crisi di risultati nelle prime gare di questo girone di ritorno. Formazione che vanta con solo tredici gol al passivo la migliore difesa del campionato, un ottimo “score”, la cui bontà è ancora più evidente nelle gare in trasferta dove di reti ne ha subite addirittura solo quattro nelle tredici gare disputate lontano dal “Braglia”. Al contrario, in trasferta, il Modena è poco prolifico in attacco, solo dieci i gol segnati nelle stesse tredici gare ma, nonostante ciò, evidentemente la grande solidità difensiva le ha permesso, comunque, di vincere ben sette volte in trasferta.

 Una gara fondamentale, la cui chiave di volta sarà proprio lo scontro tra il miglior attacco in casa e la migliore difesa in trasferta. Una gara assolutamente da vincere, per i grifoni, quella contro i canarini, perchè una sconfitta eliminerebbe, probabilmente definitivamente, la squadra di mister Mignani dalla lotta per il primo posto che, a quel punto, con il Sudtirol impegnato nella difficile trasferta di San Benedetto del Tronto, potrebbe rimanere definitivamente una corsa a due riservata a Padova e Perugia, con il traguardo finale non più fissato a quota settantotto ma, al momento, salito a quota ottanta.

Danilo Tedeschini