Per il 4-2-3-1 Bucchi ha bisogno del mercato

1474
 

Bucchi ha confermato nel test contro l’Iberos ciò che aveva espresso nella conferenza stampa di presentazione, ovvero che il modulo almeno di partenza sarebbe stato il 4-2-3-1. Modulo che è già stato sperimentato all’inizio della scorsa stagione e che, senza un vero trequartista in grado di distribuire palloni col contagiri e  senza dei centrocampisti in grado di garantire copertura ed allo stesso tempo qualità nelle verticalizzazioni, si è rivelato improduttivo. Allo stato delle cose il Perugia di Bucchi è ben fornito per quanto riguarda le corsie esterne: Bonaiuto ha dato ottime indicazioni nell’amichevole, così come Drolè e Guberti (senza poi considerare Zapata e Fabinho). Per interpretare il 4-2-3-1, il Grifo è attualmente privo di un vero giocatore in grado di giocare alle spalle di una punta: Di Carmine, come già visto l’anno scorso, non si trova bene in questo ruolo. Stesso discorso per Zapata che è un esterno d’attacco a tutti gli effetti. Aguirre, qualora dovesse tornare in prestito dall’Udinese, sfruttando la sua velocità e la sua grande possenza fisica è sicuramente più adatto ad un ruolo di seconda punta se non di prima. Poi viene il discorso centrocampo: utilizzare la mediana a due senza avere centrocampisti intercambiabili ed in grado di gestire egregiamente entrambe le fasi può rivelarsi una mossa pericolosa. Utilizzare due centrocampisti davanti alla difesa senza un grande supporto da parte degli esterni potrebbe esporre la squadra ad inferiorità numerica in mezzo al campo. Brighi può rivelarsi perfetto per il 4-2-3-1, modulo con il quale è stato più volte impiegato nella militanza a Roma prima da Spalletti e poi da Ranieri. I giovani Olaussson e Ricci sono ancora da valutare, ecco quindi che ci sarebbe assolutamente bisogno di un altro metronomo: si sono fatti i nomi di alcuni giovani e dell’urugagio Piriz. Se invece Bucchi volesse ripiegare nel 4-3-3, il reparto offensivo presenta elementi più che validi per questo schieramento che prevede esterni rapidi ed in grado di procurare superiorità numerica per poi mettere la punta centrale in condizione di segnare. Ricci e Zebli, non essendo pure mezzali d’inserimento, potrebbero incontrare qualche difficoltà nella mediana a tre: ecco che in questo senso mancherebbe un uomo di qualità in grado di compiere percussioni nell’area avversaria e possibilmente che sia dotato anche di un buon tiro dalla distanza. Ancora è sicuramente prematuro esporsi in disamine tattiche ancora più approfondite dopo solo un test amichevole sicuramente non così impegnativo, ma le esperienze del recente passato ci dicono che, quantomeno, il 4-2-3-1 è un modulo che vuole gli interpreti giusti al posto giusto nel quale nulla si può improvvisare.

Nicolò Brillo