Grifo: mai una pareggite così acuta dall’introduzione dei tre punti

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Occhio Bucchi: non c'è due senza tre. Il Grifo ha già fatto saltare le panchine di Vecchi e Lucarelli. E per il tecnico del Benevento sabato pare essere l'ultima spiaggia
 

Il Perugia di Bucchi, a prescindere da come finirà questa stagione, lo ricorderemo senza dubbio per l’impronta offensiva e sbarazzina della squadra, per i tanti punti ottenuti in trasferta e per i troppi pareggi maturati tra i match del Curi e quelli fuori casa (ben 20). Siamo andati all’indietro nel tempo fino al 1994, anno in cui vengono introdotti i tre punti per la vittoria in tutti i campionati italiani di calcio, ed abbiamo esaminato solamente le stagioni di cadetteria disputate dai Grifoni. Nella stagione ’94/’95, abbiamo che il Perugia dei tecnici Castagner e Viviani ottiene un settimo posto a fronte di un considerevole numero di “x”, 18 per la precisione. Nella stagione a seguire, dove il Grifo ottiene la A grazie alla guida tecnica di Giovanni Galeone, si registrano 13 pareggi. Per le annate di B ’97/’98 e ’04/’05, abbiamo rispettivamente 14 ed 11 partite nulle per i biancorossi che ottengono un quarto e terzo posto. Nei tempi moderni il Perugia targato Camplone, nella stagione ’14/’15, riporta un sesto posto a fronte di 18 pareggi, mentre quello di Bisoli, decimo nella classifica finale, ne conseguì 13. La squadra di Bucchi, almeno sotto questo punto di vista, è quindi già da record. Un record però triste: i troppi pareggi conseguiti da Brighi e compagni sono nella maggior parte dei casi da vedere come due punti persi e non come un punto guadagnato. Mai una pareggite così acuta ha caratterizzato il cammino del Perugia in B: un dato di fatto che sancisce alcune delle lacune e “mancanze” mostrate da questa squadra che, aldilà degli ultimi risultati e di come andrà a finire, si è resa senza dubbio protagonista di un’annata più che discreta.

Nicolò Brillo