Leonardo Cenci ha presentato il suo libro al CONI

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Leonardo Cenci ha presentato il suo libro al CONI. Erano presenti Giovanni Malagò, Alfio Giomi, Marco Franzelli e Rosangela Percoco

 

“Ringrazio il presidente del CONI, Giovanni Malagò, per avermi permesso di presentare il mio libro qui, un posto a cui sento di appartenere perché lo sport mi ha regalato la vita e la determinazione a combattere”.

Così Leonardo Cenci, il primo italiano ad aver corso per due volte una maratona con un cancro in atto (ovvero quella di New York nel 2016 e 2017, ndr), durante la presentazione a Roma del suo libro dal titolo: “Vivi, ama, corri. Avanti tutta! La straordinaria esperienza di Leo con l’ospite sgradito”. L’iniziativa si è tenuta martedì 30 ottobre, presso la sala Giunta del CONI, alla presenza del presidente del CONI Giovanni Malagò, che ha scritto la prefazione, Alfio Giomi, presidente Fidal, e Rosangela Percoco, coautrice del volume. Ha moderato l’iniziativa Marco Franzelli, vicedirettore di Rai Sport. Tra i presenti anche Franco Carraro, dirigente sportivo e politico italiano, dal 1982 anche membro del Comitato Olimpico Internazionale.

Il libro – Il volume, edito da Salani, parla dei primi cinque anni di malattia del giovane perugino, classe 1972. Racconta dei suoi primi mesi difficili e della sua decisione di non darla vinta al suo “ospite”, così lo chiama Leo, che ha dovuto rassegnarsi e seguirlo fino a New York, correndo con lui ben due maratone. Nel 2017 ha battuto il suo record concludendo il percorso in 4 ore e 6 minuti e dedicando l’impresa a tutti i malati di cancro. Da vero imprenditore di se stesso, Leonardo ha pensato di costruirsi una nuova vita dal momento che quella di prima faceva “acqua da tutte le parti”. Da “matto” autentico, sta muovendo mari e monti per rendere la vita dei malati di cancro una vita di buona qualità e non un’esistenza che susciti compassione. Tutto in queste pagine è una testimonianza che Leonardo lascia per far comprendere il suo punto di vista: malato di cancro non vuol dire arreso, credere non significa illudersi, essere consapevole non vuol dire consegnarsi all’ospite il giorno della diagnosi. E ogni segno che traccia si compone in un disegno sorprendente, dove il cancro diventa una presenza con cui contrattare lo spazio vitale, un suggeritore di nuove soluzioni, un’occasione per camminare verso nuove scelte, nuovi equilibri.