Per ora solo incubi dalle parti di Pian di Massiano…

831
Il k.o. a Como certifica l'ultimo posto e una situazione difficile da risollevare. E basta con le frasi fatte a giustificare un momento sportivamente drammatico

Il k.o. a Como certifica l’ultimo posto e una situazione difficile da risollevare. E basta con le frasi fatte a giustificare un momento sportivamente drammatico

 

Nella vita molto spesso i sogni possano diventare veri e propri incubi ed è proprio quello che in questa stagione sta capitando ai tifosi del Perugia, che, in sofferenza da oltre due mesi per la loro squadra del cuore, da ieri, dopo la sconfitta per uno a zero di Como, l’unica squadra che fino alle sedici di ieri era rimasta dietro al Perugia, la vedono precipitata all’ultimo posto, solitario fanalino di cosa del torneo. Un vero e proprio incubo!

Un ultimo posto raggiunto vergognosamente dopo otto turni, con oltre un quinto di campionato già alle spalle, nei quali il Perugia, con due allenatori diversi, ha saputo racimolare soltanto quattro punti, frutto di un pareggio col Parma all’esordio casalingo, favorito dalle condizioni pessime del terreno del “Curi” che ostacolava i più tecnici emiliani, e la striminzita, unica vittoria casalinga su un Ascoli che, dopo un buon inizio, nelle ultime cinque gare, compresa quella del “Curi”, ha rastrellato soltanto due punti, addirittura uno in meno del Perugia.

Nelle altre sei gare, sei sconfitte, quattro delle quali in trasferta, da dove il Perugia è sempre tornato a mani vuote con ZERO PUNTI, cinque sconfitte e zero punti se ci aggiungiamo anche l’altra gara ufficiale di Coppa Italia, persa a Cagliari una settimana prima dell’inizio del campionato.

E tre delle sei sconfitte in campionato sono ignominiosamente arrivate, due con le due attuali terzultime il Pisa e il Como, affrontate dal Perugia quando entrambe erano ultime senza aver mai vinto, l’altra col Palermo, quartultimo.

Mai negli ultimi sessant’anni della gloriosa storia di questa società si era verificata una situazione del genere dopo otto giornate. Già otto giornate.

“Sì, ma ne mancano trenta, ci sono ancora novanta punti in palio”, quante volte avete sentito ripetere nelle varie trasmissioni questa frase, come dopo la quarta giornata, quando in una trasmissione ci era stato personalmente detto: “si. ma mancano trentaquattro giornate, ci sono più di cento punti in palio” o dopo la sconfitta col Pisa “sì. ma mancano trentuno gare, ci sono ancora ancora novantatré punti in palio”.

Tutto vero ma intanto abbiamo continuato a perdere e adesso ci ritroviamo ultimi! Basta con queste litanie che hanno solo l’inutile scopo di sminuire la gravità della situazione, perchè se andiamo a vedere la classifica dello scorso anno all’ottava giornata ci accorgiamo che le ultime quattro di allora, che erano nell’ordine il Crotone quartultimo, l’Alessandria terzultima, il Vicenza penultimo e il Pordenone ultimo, sono poi state le quattro squadre che a fine campionato sono retrocesse.

Se a questo aggiungiamo che la quota salvezza dell’anno scorso era stata a quota trentasei, un punto in più della quintultima, anche se la sestultima era poi arrivata a quarantadue, mentre quest’anno, in un torneo molto più di alto livello e quindi più difficile di quello della scorsa stagione, la proiezione attuale della quota salvezza è al momento di quarantatré punti, è facile intuire la drammaticità (sportiva) del momento del Perugia.

Di chi sono le maggiori responsabilità lo sapete già se avete letto da anni i miei editoriali e lo sa bene anche quel gruppo di tifosi che lunedì sera ha contestato l’amministratore unico del Perugia, Massimiliano Santopadre, non allo stadio, ma addirittura all’esterno di uno studio televisivo durante una trasmissione in diretta nella quale era ospite, eloquente segnale che il feeling tra piazza e società è terminato da tempo!

Sabato chiude la lunga campagna abbonamenti, allungata di un altro mese perchè le tessere per la Curva Nord, che dovrebbe riaprire domenica dopo i lavori di ristrutturazione, si sono potute sottoscrivere solo dal 19 Settembre e i dati attuali confermano il grande scollamento esistente tra tifosi e società che, anno dopo anno, ha fatto crollare inesorabilmente la quota degli abbonati al “Curi” e, conseguentemente, delle presenze totali allo stadio.

Si rischia seriamente che il suo disastroso totale finale non sia solo il peggiore dei sette degli otto campionati di B dell’era Santopadre in cui c’è stata la campagna abbonamenti, questo è praticamente certo visto che le tessere attuali, solo 2680, sono al momento meno della metà di quelle, 5410, sottoscritte nella stagione 2019-20, l’ultima in cui c’è stata la possibilità di sottoscriverli, la peggiore come totale finale, ma che possa risultare alla fine la peggiore in assoluto dell’era Santopadre, comprese le due stagioni in C1, quelle del 2013-14, l’anno della prima promozione in B, nella quale le tessere staccate furono 3141 e quella della stagione prima quando gli abbonati erano stati 3047!

Quale sia la soluzione per poter salvare la categoria, unico vero sogno, oltre a quello del cambio di proprietà, rimasto ai tifosi del Perugia è molto difficile ipotizzarlo.

Sono stati già cambiati due allenatori dopo aver ripetuto i soliti errori in sede di mercato. La rosa è stata allestita tardivamente e male dalla società ed è molto più debole di quella dello corso anno e, sul campo, se ne pagano a caro prezzo le conseguenze.

L’unica possibilità che intravediamo è quella di non aumentare, da qui alla fine del girone d’andata, il distacco dalle sestultime che attualmente è di cinque lunghezze, augurandoci magari di diminuirlo di qualche punto, cosa tutt’altro che facile vista la grande competitività delle altre squadre, per poi “sognare” un mercato di riparazione finalmente all’altezza, che possa regalare al tecnico una  rosa in grado di poter conseguire la salvezza diretta, senza passare per le forche caudine del playout, alla luce dell’esperienza fallimentare di tre stagioni fa e vista l’idiosincrasia agli spareggi del Perugia.

“Conditio sine qua non” per coltivare questa possibilità è tornare alla vittoria domenica al “Curi” contro il Sudtirol, matricola assoluta in cadetteria, rigenerata con l’arrivo in panchina di mister Bisoli dopo tre giornate e, attualmente, addirittura dentro la griglia playoff con l’ottavo posto, anche se in coabitazione con Cosenza e Cagliari.

Non sarà facile ma sarà imprescindibile ottenere i tre punti, anche perchè sei giorni dopo si andrà a far visita alla scatenata capolista Reggina che, al “Granillo”, ha finora dominato le quattro gare casalinghe, con tre vittorie per tre a zero e una per quattro a zero, con uno straordinario “score” che parla di tredici gol segnati e zero subiti. A buon intenditor poche parole!

Danilo Tedeschini