4 febbraio 1979: Vannini ricorda la “carezza” di Fedele

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Sono passati 37 anni dal terribile infortunio accorso a Franco Vannini, letteralmente maltrattato da Fedele, in un accesso Perugia – Inter, che nella stagione 1978-1979 valeva molto di più di una sfida tra una provinciale ed una metropolitana. Il “Grifo Imbattibile” fu fermato in casa dalla squadra di Bersellini, in una partita che avrebbe sicuramente “intasato” le moviole moderne e che compromise la marcia dei biancorossi verso lo scudetto, poi vinto dal Milan.

Lo snodo cruciale di quel torneo e della carriera di Vannini arriva appunto il 4 febbraio 1979: allo stadio Renato Curi arriva l’Inter di Bersellini. “Ci colpiscono due volte in contropiede: Altobelli e Muraro. La nostra imbattibilità vacilla – ricorda il Condor -. Nella ripresa dimezzo lo svantaggio, sarà il mio ultimo gol. Pochi minuti dopo, c’è un rigore netto per noi: l’arbitro Longhi lo concede. Poi, su pressione degli interisti, va dal guardalinee e ribalta la scelta: fuorigioco. La gara diventa cattiva. Dopo la mia rete nell’Inter era entrato Fedele, terzino roccioso che conoscevo dai tempi della Nazionale Militare. Lo chiamavamo il nazista, perché rispettava alla lettera gli ordini. E Bersellini, mio tecnico al Como, lo aveva messo su di me: “Fagli assaggiare i tacchetti…”. Arriviamo al punto: siamo sulla fascia sinistra quasi a metà campo, Bagni cerca un controllo, Fedele lo falcia. La palla schizza dove sono io, l’arbitro fischia. Si sente benissimo. Allora mi rilasso, allento i muscoli. Con la coda dell’occhio vedo arrivare Fedele come una furia, faccio appena in tempo a mettermi di lato. Mi travolge: non sento dolore, ma capisco che la gamba è andata. Frattura composta di tibia e perone…”. (fonte: Gazzetta.it)