Cosmi: “Più emozionato di un tempo, ma profilo basso”

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Cosmi: “Più emozionato di un tempo, ma profilo basso”. Il tecnico si ripresenta alla stampa e alla piazza: “Torno a casa mia, adesso serve entrare nella testa dei giocatori”

 

Almeno un centinaio di tifosi assiepati ai cancelli del Curi ed una sala stampa gremita come non mai.

Questi i primi effetti del ritorno di Serse Cosmi che, nella mattinata di domenica 5 gennaio, ha parlato nella conferenza stampa di presentazione assieme all’amministratore unico del Grifo Massimiliano Santopadre.

“Sono tornato a casa mia, non so se sono più emozionato oggi o la prima volta che sono stato qui – ammette Serse – Col tempo più vai avanti e più le emozioni fai fatica ad arginarle. Il presidente ha avuto la forza di riportare un allenatore nella società della sua città. Sarebbe facile in termine di consensi, invece credo non sia così. Essere andato via da Perugia dopo quella partita (spareggio di Firenze, ndr) è un qualcosa che mi ha rovinato dentro in questi anni. Non poteva finire in quella maniera. Il pensiero va anche a Massimo Oddo, che è stato mio giocatore e amico. L’ultima scena che ci lega è quella di Trapani. È un ragazzo sensibile, mi fa partire da un ottavo posto e non da ultimo”.

Dopo le emozioni ed i dovuti ringraziamenti si passa ad argomenti più specifici, dove Cosmi dimostra di essere saggio e navigato.

“L’entusiasmo dura un po’ ma alla fine svanisce, contano i risultati e sono tornato per quello. Oggi bisogna tenere un profilo bassissimo. La prima cosa da fare è entrare nella testa dei giocatori. Servono altre qualità oltre a quelle istituzionali. Perugia nel DNA deve avere giocatori che diventano grandi attraverso il Perugia. Quà bisogna giocare come se si fosse debuttanti. Manca un’identificazione forte, le mie squadre vengono ricordate per la fame. I miei giocatori devono avere fame e ambizione, quella vera. Faremo venire la fame a tutti. Tutti devono capire che il Perugia sarà sempre un’occasione per loro. Se riesco in questo credo che i risultati ci verranno vicino. La parole chiave è appartenenza, servono valori semplici ma importanti. Dimentichiamoci gli aspetti negativi che inquinano tutti noi”.

Sulla tattica e sul mercato Cosmi si sbottona poco, anzi quasi per niente.

“Sistema di gioco? Ancora stiamo valutando gli orari di allenamento… Il Perugia è la squadra che ho più seguito, ho le mie sensazioni. Col Venezia ho visto una cosa che mi ha allibito, chi viene al Curi sicuramente deve soffrire. Per il resto dico che non abbiamo minimamente parlato di un acquisto con presidente e direttore. Conosco quasi tutti i giocatori, alcuni li ho già allenati. L’attacco non è sicuramente un reparto carente. Ma è scorretto parlare di singoli. In B valori stranissimi solo se non conosci questo campionato. È anomalo ma fino a un certo punto. La classifica? Va letta bene, può essere molto pericolosa”.

Si passa poi alla situazione contrattuale e allo staff.

“Contratto fino a giugno senza opzione? Cosa più logica. L’unico posto dove non avrei fatto una questione esclusivamente economica era Perugia. Abbiamo concordato solo un premio, non in caso di salvezza o playoff… Fate uno sforzo per capire quale. Lo staff sarà composto da Fabio Bazzani come mio vice, prepatore atletico Manuel Di Maria, match analyst Salvatore Pollina. Ci saranno anche due ragazzi che lavoravano nello staff di Oddo. Il preparatore dei portieri rimane lo stesso. Il rapporto con Goretti? Lo conosco da quando faceva gli allievi. Il lavoro che sta facendo ora è sotto gli occhi di tutti”.

Infine si tocca il tasto delle poche presenze al Curi negli ultimi tempi.

“Disaffezione del pubblico verso la squadra? Io penso che sia la squadra a dover trascinare la gente, non il contrario. Non voglio dare troppe responsabilità ai giocatori, ma loro devono essere determinanti. Per riportare entusiasmo serve solo il lavoro della squadra”.

Nicolò Brillo