Giannitti: “Grazie Frosinone per l’accoglienza”

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Il d.s. del Perugia: “In gialloblù come all’Università grazie a Stirpe. Alisson il rammarico più grande”

 

Il direttore sportivo del Perugia Marco Giannitti, grande ex della gara di Frosinone, è intervenuto sulle frequenze ‘ciociare’ di Radio Day durante la trasmissione “Dallo Stadio allo Studio”. Queste le sue parole:

“Ringrazio tutto il popolo gialloblù perchè mi hanno riservato un’accoglienza stupenda – ha dichiarato Giannitti – Vorrei ringraziarli e abbracciarli uno a uno. Quando si è lavorato in un posto, non si comprende quanto sia stato apprezzato il proprio lavoro fin quando a distanza di tempo non si torna lì. E’ un legame importante, l’ho scritto nella mia lettera d’addio, è un legame che non si spezzerà mai”.

Quale i calciatori che hai portato a Frosinone ti ha inorgoglito di più?

“Uno in particolare non c’è, in cinque anni ne sono passati tanti di calciatori. Certo che quando a distanza di anni questi calciatori cambiano casacca, cambiano città e citano ancora il direttore questo rimane. Al di là del professionismo, il rapporto umano è importante ed è quello che rimane. Sono tanti che hanno scritto la storia con noi. Senza binomio città-calciatori non sarei riuscito a vincere niente”.

Quale trattativa è stata la più difficile?

“Io nei cinque anni di Frosinone sono stato all’Università, perchè quando hai un presidente come Stirpe che in ogni trattativa ti facilità perchè la fa insieme a te, diventa tutto semplice. Credo che le trattative più importanti siano merito di Stirpe perchè le ha condivise tutte insieme a me”.

Quale il tuo rammarico?

“Lo dirò fino alla fine, mister 100 milioni, perchè Alisson era nostro. Bisognerebbe scrivere un libro e saperle certe cose. Questa è stata una trattativa che con il presidente siamo andati a farla a Roma ed è stato un grandissimo rammarico perchè avremmo portato a Frosinone un calciatore che è poi stato venduto a 75-80 milioni”.

Aiutato dall’essere stato calciatore?

“Sicuramente si. E’ diverso ma certamente essere stato negli spogliatoi aiuta a capire i momenti. Io capivo gli sguardi, capivo chi aveva bisogno di aiuto, chi stava in fiducia e chi invece dovevi lasciar stare. I calciatori sono essere umani e dallo sguardo capivo chi magari aveva bisogno di staccare la spina due-tre giorni. Avendo fatto il calciatore sicuramente ero facilitato in queste situazioni. Credo che il ruolo fondamentale del d.s. stia nella gestione della settimana e mi dispiace che questa cosa stia un po’ sparendo. Un calciatore bravo lo vedono tutti, ma è nella gestione della settimana la questione importante. Il coprire l’allenatore e i calciatori è fondamentale perchè ogni virgola può mandare in fumo un progetto”.

Se un giorno arrivasse una chiamata, torneresti a Frosinone?

“Quando si dice che un legame non si spezzerà mai…”.

Nicolò Brillo