Il campo parla chiaro: servono gioco, gol e vittorie

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Credo che un mese e mezzo fa neanche il più pessimista dei tifosi avrebbe immaginato un avvio di campionato del Perugia così negativo. Soltanto quattro punti in quattro gare, una media da retrocessione diretta e zona play-out evitata solo grazie alla penalizzazione del Novara. Eppure la realtà è questa, corredata da pochissimi spunti di bel gioco. A La Spezia primo tempo incolore, coi grifoni costretti ad arroccarsi in difesa dal ritmo e dal tasso tecnico superiore del centrocampo ligure. Fortunatamente la difesa, il miglior reparto della squadra, ha retto bene, concedendo poche conclusioni pericolose al munito attacco spezzino, limitando il passivo al solo bel gol di Brezovec. Inizio di ripresa volenteroso e venticinque minuti finali finalmente tonici, grazie all’ingresso,  tardivo, di Ardemagni, all’uscita dal campo di Lanzafame, sempre più oggetto misterioso, anche se con l’attenuante di dover giocare fuori ruolo e all’ennesimo vistosissimo calo atletico dello Spezia, come avvenuto a Bari nella prima giornata, quando in vantaggio di gol e di uomini, nell’ultima mezzora la squadra di Bjelica è sparita dal campo perdendo la gara, come contro la Pro Vercelli, che rimontò il vantaggio spezzino a fine primo tempo rischiando anche di vincere nella ripresa e come a Salerno dove Eusepi ha fallito un rigore nel finale, subito dopo il raddoppio di Catellani nell’unica azione offensiva, come successo ieri sera con l’azione di Nenè, bellamente respinta da Rosati. Proprio i buoni venticinque minuti finali contro uno Spezia non pervenuto hanno evidenziato ancora una volta che il Grifo non può prescindere da Ardemagni unica vera punta da area di rigore a disposizione di Bisoli e che, nonostante i miglioramenti rispetto alla gara col Crotone, i portieri avversari continuano a non essere severamente impegnati. E qui si intersecano le responsabilità di Bisoli e della società, visto che il tecnico, non avendo a disposizione molte frecce al suo arco a causa della rosa incompleta uscita dal mercato, dovrebbe sempre puntare sul suo unico terminale d’attacco e, soprattutto, sfruttare meglio il poco materiale che ha, magari provando Lanzafame dietro i due attaccanti, Ardemagni con Di Carmine o Parigini, con un centrocampo a rombo con Della Rocca, discreto il suo esordio, regista arretrato e Rizzo e Salifu a fare legna. All’orizzonte ci sono la gara casalinga col lanciato Cesena di Massimo Drago, il primo obiettivo di Santopadre nel dopo Camplone, terza forza della classifica e la “visitina” al munito fortino del Trapani di Serse Cosmi nel posticipo del “Monday Night” dell’altra settimana. Urgono gol, miglioramento del gioco e, soprattutto, vittorie.

Danilo Tedeschini