La partita vista dal tifoso: Entella – Perugia

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Per l’ennesima volta, in questo spazio dedicato solamente al tifoso perugino, dobbiamo raccontare l’epilogo di un’amara e triste sconfitta. Vi avremmo voluto raccontare di un Grifo che riuscisse a riaprire le ali nella trasferta ligure contro la Virtus Entella, ma purtroppo la realtà è ben diversa dai leciti sogni di gloria che un qualsiasi tifoso “doc” del Perugia ha avuto in testa fino alle due ultime disfatte. La frustrazione è davvero tanta, ma proveremo comunque a descrivere le emozioni e le sensazioni dei circa 100 tifosi biancorossi giunti in terra ligure sfidando chilometri e pioggia.

Prologo Il momento non è certo buono, ma comunque, tra i circa 100 tifosi che sono partiti alla volta della ridente cittadina ligure, c’è sempre la voglia di lottare e di crederci fino alla fine. Tra le varie aree di sosta che costellano il percorso verso Chiavari, il pensiero dei tifosi che si stanno rifocillando è unanime: “Vogliamo a tutti i costi i tre punti, senza se e senza ma. Non accettiamo più scuse”. I nervi e la pazienza dei supporter del Grifo sono già stati messi a dura prova nelle ultime uscite, ma si sa, al cuor non si comanda e cosi, nonostante questo senso di “cauto pessimismo” verso l’operato della società e le immense delusioni per i risultati che non arrivano, c’è ancora la voglia di sostenere la squadra e di cantare fino al 90° ed oltre. Presenti tutti i gruppi organizzati della Curva Nord.

L’arrivo La legione umbra inizia ad occupare lentamente il settore ospiti a circa un’ora dal fischio d’inizio. Il tempo non è certo dei miglior: cielo totalmente nuvoloso e pioggia leggera. Tuttavia, niente a che fare con le previsioni meteorologiche che davano per certo un diluvio universale per tutto l’arco pomeridiano tra Toscana e Liguria. Ma non è certo un clima avverso a scoraggiare la truppa biancorossa. Simpatico siparietto anche in tribuna stampa, dove i cronisti ospiti e i dirigenti del Perugia hanno ricevuto in omaggio da alcuni supporter di casa, dei Baci perugina in segno di accoglienza e ospitalità. Sarà una delle poche cose da salvare di questa sciagurata trasferta.

Fischio d’inizio Sono ormai le ore 15 e le squadre sono già schierate in campo: il Perugia indossa la tenuta nera con inserti biancorossi che poca fortuna ha portato negli ultimi anni al Grifo. Qualche tifoso, forse attraverso il sesto senso, interpreta questo segnale in maniera negativa, ma nulla importa: ora bisogna solo alzare la voce e sostenere una squadra ed un allenatore apparsi un  po’ in bambola, per usare un eufemismo. I 100 ultras perugini iniziano immediatamente a scaldare la voce e a farsi sentire. Il grido “alé alé aleò, Perugia facci un gol e fallo per la Nord” diventa sempre più infuocato ed incessante.

Parola al campo e subito la mazzata Come poteva essere facilmente prevedibile, gli uomini di Bisoli appaiono timorosi e bloccati, al cospetto di un avversario che aggredisce subito il Perugia. Al 7’ minuto arriva subito la mazzata per i tifosi presenti al Comunale di Chiavari: gol di testa di Masucci ed Entella subito in vantaggio. Subito uno schiaffo per i 100 eroi biancorossi; una coltellata sferzata nell’animo dei tifosi, che cominciano già a palesare qualche segno di disapprovazione. Nonostante la batosta rimediata a freddo nei primi minuti iniziali, il settore ospiti continua a cantare, anche se in maniera meno decisa e più blanda rispetto al solito. Nulla però hanno da rimproverarsi, in quanto la Nord ha digerito già tantissimi bocconi amari ed ha continuato quasi sempre, fino ad ora, a sostenere i ragazzi. Il Perugia trova la traversa con Spinazzola e prova ad accennare una reazione, ma il gioco è brutto ed ingessato. Coloro che dopo la sfuriata ed i fischi nel post-Trapani e qualche parola animata tra pochi tifosi e squadra nell’allenamento di martedi, si aspettavano una svolta ed un cambio di rotta, sono già in parte delusi. Cosi finisce il primo tempo, con i padroni di casa in vantaggio.

Seconda metà La contesa si riapre con la seconda frazione, ma il Grifo, pur non subendo quasi nulla, non riesce ad organizzare una vera trama offensiva. Qualcuno, ironicamente, canta un pezzo del grande Celentano, che più o meno fa cosi: “… e intanto il tempo se ne va …” e la musica non cambia, aggiungerei. Questo rende bene l’idea dello stato d’animo del tifoso, che ormai non sa più a quale divinità appellarsi. Il mister, come i giocatori, appare in confusione e i supporter iniziano a spazientirsi; anche chi ha seguito dalla Tv il match, ha sicuramente più volte sentito il coro “Onorate questi colori”. Curiosità: alcuni residenti nei palazzi vicino allo stadio di Chiavari, seguono tranquillamente dal loro terrazzo la partita armati d’ombrello.

Prcic, croce e delizia All’onor del vero, bisogna dire che i liguri hanno solo amministrato il vantaggio. Il pareggio sarebbe il risultato più giusto e cosi, più inaspettato di un cross ficcante dalla fascia da parte di Milos (poi rilevato da Zapata), all’87’ minuto arriva il pareggio. Il bosniaco Prcic, da fuori area, batte Iacobucci con un fendente preciso, angolato e a rasoterra. Scoppia l’esultanza dei Biancorossi. Un’esultanza che non esprime certo grande gioia, ma che almeno restituisce un po’ di morale anche al tifoso più pessimista. La partita sta per volgere al termine e qualcuno si espone dicendo che alla fine il pareggio è il risultato più giusto. Ma come ricorda il buon vecchio Trapattoni, “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. Mai vaticinio fu più funesto. Lo stesso Prcic, con un intervento scomposto in area di rigore nel recupero, regala un rigore e il successivo nuovo vantaggio ai liguri. Un’ingenuità davvero sciocca che i tifosi del Perugia non digeriscono affatto.

Fine partita incandescente Finisce la partita: 2-1 per l’Entella. I tifosi ora hanno davvero paura della classifica, essendo anche ad una settimana dal sentitissimo derby con i cugini ternani. Alcuni tifosi sembrano respingere il saluto finale dei giocatori sotto il settore ospiti, altri li spronano a non abbattersi, facendolo in maniera davvero accesa. Ora, tra l’ambiente che popola solitamente la Nord, c’è grande paura e l’obbiettivo diventa, a detta di tutti, unico e categorico, ovvero quello di mantenere la categoria. L’aria è sempre più pesante, ma una tifoseria da 7000 abbonati, caratterizzata dalla sua passione viscerale e dal suo tifo spesso infernale, non merita questo ennesimo oltraggio.

Spazio social In un mondo sempre più tecnologico e (purtroppo) virtuale, è anche giusto monitorare i social come metro di giudizio e misurazione della “temperatura” della tifoseria, attraverso i vari gruppi e pagine facebook. Lasciamo da parte le varie critiche e polemiche e riportiamo i messaggi più simpatici e goliardici. Insomma, cerchiamo di sdrammatizzare cosi. Qualcuno afferma: “ce rivorrebbe Gaucci … e dopo vedrete come corrono i giocatori!”; qualcuno rivisita uno dei cori più amati dalla Nord in questa maniera: “Siam ancora qui, in serie B … e in lega pro, n’ce voglio argi … lololo”; altri propongono macumbe verso presunti gufi; un altro tifoso si chiede ironicamente a che punto stiamo della famosa “autostrada” più volte citata da Bisoli.

Morale Siamo all’inizio di una settimana di fuoco che culminerà con il derby di sabato. Il tifoso medio perugino, come è normale che sia, ora è molto giù di morale e viene meno anche quel senso di unione e di appartenenza che lo ha sempre contraddistinto. Chiudiamo recitando un recente striscione esposto dalla Nord durante una partita casalinga: “Con la sciarpa al cielo, finché avremo fiato, avanti vecchio Grifo aldilà del risultato!”

Nicolò Brillo