Un pareggio inutile che sancisce il fallimento del “progetto post Camplone”

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Il pareggio più inutile, il pareggio più meritato in negativo, perché se si ha la fortuna di segnare nell’unica occasione creata nella ripresa non puoi continuare a difenderti nella tua trequarti perché prima o poi il gol arriva, ma questo con Bisoli non è certo una novità, come insegnano le gare con Brescia e Cesena fuori o con la Salernitana in casa, tanto per fare qualche esempio recente. E’ il pareggio che estromette definitivamente il Perugia dai play off e sembra quasi paradossale che questa dura sentenza arrivi dopo un pari in trasferta in uno scontro diretto in casa di una rivale, il Novara e al termine di una partita che, almeno per quasi un’ora i grifoni non avevano giocato male, difendendosi sì, usando spesso quei lanci lunghi, in luogo di triangolazioni palla a terra, che almeno fuori casa qualche volta hanno pagato. Purtroppo, però, tecnico e squadra sono ricaduti nella ripresa nel solito errore, quello di voler rinculare, di chiudersi a riccio rinunciando quasi del tutto a contrattaccare, agevolando gli attacchi avversari con la solita deleteria sostituzione, stavolta doppia, di un attaccante con un centrocampista o con un difensore, Fabinho per Prcic e Guberti per Milos, quest’ultimo, tra l’altro, in molta parte responsabile sul gol del definitivo pareggio di Evacuo. Sul banco degli imputati sale, comunque, tutto il reparto arretrato che nel girone di ritorno ha visto perdere la propria impenetrabilità alla luce delle ben ventidue reti subite in diciassette partite, ben sette nelle ultime tre trasferte, quando all’andata, con gli stessi avversari, i gol subiti erano stati solo dodici, quindici in totale al giro di boa. C’è poi da sottolineare come nel girone di ritorno il Perugia sia attualmente in ritardo di due lunghezze rispetto ad un girone d’andata non trascendentale e di come,  con lo svuotarsi dell’infermeria nel mese di Aprile, i risultati siano stati nettamente peggiori rispetto al mese precedente quando ci si lamentava delle tante assenze. Il tutto condito dalla costante di un gioco offensivo che ha latitato per tutta la stagione e che non ha prodotto spettacolo, allontanando oltre duemila spettatori a partita dagli spalti del “Curi”. E’ un pareggio che sancisce matematicamente il fallimento del progetto della società che a Giugno aveva colpevolmente e inspiegabilmente esonerato l’allenatore Camplone che, dopo aver vinto la stagione prima la Lega Pro, al primo anno di Serie B aveva portato il Grifo ad un prestigioso sesto posto con sessantasei punti, sostituendolo con Bisoli, dopo che sia Drago che Giampaolo, la prima e la seconda scelta ideata della società per rimanere nel solco dell’allenatore precedente, avevano optato per altre proposte. Ingaggiato il tecnico di Porretta Terme, attuando un’inversione di rotta di trecentosessanta gradi, la società aveva dichiarato apertamente di puntare decisamente a migliorare la posizione e il punteggio dell’anno precedente ma, a questo punto, a quattro giornate dal termine, la matematica sanziona che, l’obiettivo è fallito perchè anche vincendo tutte e quattro le gare rimaste, il Perugia potrà al massimo totalizzare sessantaquattro punti e arrivare non più avanti del sesto posto! Tutto questo matematicamente ma è altresì evidente che, in pratica, anche arrivando a quota sessantaquattro, il Perugia, a causa degli scontri diretti negativi con tutte le squadre dentro la griglia play-off, ne rimarrebbe inevitabilmente escluso. Valeva la pena, quindi, attuare questa rivoluzione estiva per disputare un campionato anonimo di centro classifica nel quale solo in quattro giornate, due quelle iniziali, il Perugia è stato all’interno della griglia play-off, tre volte all’ottavo posto e una al settimo? Un’assunzione delle responsabilità da parte della società per le scelte attuate sia all’inizio che durante la stagione, evidenziate dai numeri incontrovertibili appena snocciolati, sarebbe auspicabile. Il riferimento a quel “durante la stagione” è riferito al mancato cambio tecnico nel girone d’andata dopo le sanguinose sconfitte di Ascoli o col Novara e a Bari. Se allora ci fosse stata l’umiltà di fare un passo indietro, tornando sulle proprie scelte sbagliate iniziali probabilmente la stagione avrebbe preso una piega decisamente migliore. L’esempio dato dal Presidente della meravigliosa Sir Saferty Perugia, Gino Sirci, che, ad un certo punto della stagione ha avuto il coraggio e l’umiltà di fare un passo indietro, esonerando Il tecnico da lui scelto in estate, l’argentino Castellani, addirittura dopo una vittoria, per richiamare il grande Boban Kovac, beniamino della tifoseria, lasciato andare due stagioni prima ad allenare la Nazionale iraniana, sta lì a dimostrarlo. Una scelta rivelatasi fondamentale e azzeccata visto il trionfale accesso alla finale scudetto con conseguente prestigiosa qualificazione alla Champions League, raggiunto l’altra sera.

Danilo Tedeschini