A Rimini un pazzo Grifo

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Sul sintetico del
foto: Settonce

Sul sintetico del “Neri” succede di tutto e il Perugia lascia due punti. In cima alla classifica si corre e i biancorossi non sembrano avere una rosa adatta per i primi tre posti

 

E’ veramente difficile, anche a freddo, commentare la gara di Rimini, una gara pazza, dove è successo di tutto, dove sono venuti a galla i pregi e i difetti di questo Perugia che, con il pareggio per due a due, il quarto pari in cinque partite, decisamente troppi, conferma il nostro giudizio iniziale, ovvero che, non solo non è in grado di ambire alla promozione diretta, ma anche che, difficilmente, potrà raggiungere le due posizioni, la seconda e la terza, che garantiscono in genere le chance più importanti per poter vincere quell’autentica lotteria che sono i playoff della Serie C.

Qualcuno ci risponderà che siamo solo alla quinta giornata, con ancora trentatré partite e novantanove punti in palio e che quando tre stagioni fa vincemmo il campionato con mister Caserta,  avevamo gli stessi sette punti di allora dopo cinque partite. Tutto vero ma, detto che Caserta non fece praticamente il precampionato (dalla fine di quello di B all’inizio di quello di C passarono solo quaranta giorni), nonostante la nostra fiducia in mister Baldini, riteniamo che questo organico non  possa viaggiare, da qui alla fine, alla media di 2,18 a partita, settantadue punti in trentatré gare, come fece quella squadra, come, per arrivare sul podio, potrebbero non bastare due punti a partita.

Tra l’altro, in quella stagione la capolista dopo cinque giornate, il Sudtirol, aveva undici punti, al contrario dei potenziali quindici, in caso di vittoria, stasera a Carrara contro il Sestri Levante, della Torres, dei tredici in caso di pareggio, insieme ad un Pescara vittorioso nel recupero del derby col Pineto, solo sulla carta in trasferta perché si giocherà all’“Adriatico”, o i dodici, in caso di sconfitta dei sardi e di mancato successo del Pescara, con il favorito della vigilia Cesena, in grande spolvero dopo l’inciampo iniziale, in grado di salire a quota dodici battendo la Spal nel recupero di mercoledì

Già, la Spal. L’abbiamo vista in tv prima della gara del Perugia, letteralmente dominata in casa dalla Lucchese, ben oltre lo svantaggio di due a uno con il quale la gara è stata sospesa dopo cinquantasei minuti e rinviata per il lungo e violento diluvio che aveva in pochi minuti reso impraticabile il terreno del “Mazza”, a conferma dell’assenza completa di una parvenza di gioco della squadra di Di Carlo, palesatasi anche nel vittorioso esordio con la modesta Vis Pesaro e, soprattutto, contro il Perugia, vittorioso per due a uno.

All’indomani di quel successo probabilmente anche noi ci siamo fatti prendere troppo la mano dall’euforia per quella bella e meritata vittoria, anche se sottolineammo di nutrire dubbi su Di Carlo. Una vittoria che, alla luce di quanto visto ieri a Ferrara e soprattutto a Rimini, dalla ripresa della gara dopo la lunga sospensione per l’incendio del materasso in poi, deve essere, purtroppo, alquanto ridimensionata.

Il Perugia che, nei primi tredici minuti, aveva giocato una gara perfetta, dominando l’avversario, costretto nella propria metà campo, sciupando un paio di ghiotte occasioni prima di trovare il meritatissimo vantaggio con una ficcante percussione centrale di Kouan, al rientro in campo dopo diciotto minuti,  non era più lo stesso e subiva subito il gol del pari, rischiando addirittura di andare sotto in un paio di circostanze. Un blackout mentale che non doveva assolutamente capitare.

Ci pensava un capolavoro balistico di Bartolomei  da trenta metri, con la collaborazione del portiere riminese,  a riportare  davanti il Perugia  nel finale di tempo ma, nella ripresa, non si rivedeva più il bel Perugia ammirato nel primo quarto d’ora e anzi, subìto il meritato pareggio con la nostra difesa schierata “a presepe”, per dirla alla Beppe Viola, (per i più giovani, un grande maestro del giornalismo prematuramente scomparso) si è rischiato addirittura di perderla e non si sarebbe trattato certamente di un furto.

La difesa del Perugia manca di un difensore centrale veloce. Dell’Orco, subentrato a metà secondo tempo, non è ancora al massimo ed è uno che si trova bene come terzo della difesa a tre o quinto di quella a cinque, meno da secondo della difesa a quattro. Angella e Vulikic sono lenti, lo si sapeva e tutti e tre hanno sofferto la velocità di Capanni e Lamesta, di quest’ultimo anche la tecnica, molto bravi con i loro inserimenti tra le linee a creare scompiglio.

Ma il Rimini era tutto qui, abbastanza slegato tra i reparti, con una difesa perforabile, la più battuta del torneo con dieci gol, contro la quale il nostro attacco ha fatto ancora una volta cilecca: i gol sono arrivati ancora una volta dai centrocampisti. Una rete a testa in cinque gare per Vazquez, ieri impalpabile, e Matos, uno dei pochi comunque a salvarsi, sono un bottino troppo misero e non sempre arriveranno in soccorso i gol dei compagni. Male la catena di sinistra, con Cancellieri in netta difficoltà e Lisi ancora sottotono, mentre in mezzo male Iannoni, con Kouan e Bartolomei che, solo grazie ai gol, meritano la sufficienza.

Domenica si torna al “Curi “ contro la matricola Sestri Levante. Superfluo dire che la vittoria è d’obbligo. Il campionato è difficile, le squadre della parte destra della classifica macinano punti e con le squadre  più modeste non bisogna buttare punti  perché a Rimini sono stati buttati due punti e non conquistato uno. Chiosa, dovuta, sull’episodio del materasso bruciato da un fumogeno lanciato dalla curva del Perugia, a nostro parere più per festeggiare il gol del vantaggio, vista la tempistica del gesto, che come ennesima contestazione a Santopadre.

Rimane il fatto che il gesto, assolutamente da condannare, ha, comunque, danneggiato la squadra, vista la netta involuzione registratasi dopo la lunga sosta e, mediaticamente, la stessa immagine di Perugia non ne esce bene. Se poi, ma non lo crediamo, fosse stato fatto ancora una volta per provocare multe alla società, esistono modi non violenti e più efficaci, come quello attuato, anno dopo anno, da un sempre maggior numero di tifosi, per colpire economicamente Santopadre: non andare allo stadio!

Danilo Tedeschini