Prosegue l’arcano del Perugia di Alvini che, con il successo colto a Ferrara nel finale, è adesso addirittura secondo nella particolare classifica delle partite esterne con dodici punti, dietro al Brescia, che la guida con tredici, frutto di quattro vittorie, un pari e un’unica sconfitta, rimediata proprio al “Curi” contro i grifoni che, al contrario, nella classifica delle gare interne sono addirittura quartultimi con i solo cinque punti conquistati davanti al proprio pubblico, tre dei quali, appunto, contro le rondinelle.
Una vittoria, quella colta contro la squadra di mister Clotet, arrivata al termine di una vera e propria battaglia sotto la pioggia battente e il fango, che ha esaltato il Perugia nel momento topico della tenzone, il gol del due a uno annullato dal Var per un fuorigioco millimetrico. In quel momento Alvini è stato bravo ad effettuare le sostituzioni giuste e il Perugia è salito in cattedra, approfittando delle tante assenze spalline, con Clotet che non aveva, al contrario di Alvini, sostituti all’altezza dei titolari odierni. Alvini lo sapeva ed è stato bravo a sfruttare la panchina lunga.
L’iniziale rinuncia al falso trequartista, Kouan, per varare un più solido 3-5-2 è risultata poi decisiva. Alvini che cambia è un evento raro che, però, ha portato i suoi frutti, alla luce del grosso passo in avanti fatto registrare sul piano della manovra dalla squadra biancorossa, tornata finalmente a creare diverse occasioni da rete, purtroppo, però, sciupate dagli attaccanti, dopo il buio offensivo delle tre ultime gare. Le reti sono infatti arrivate dal rigore trasformato dal subentrato De Luca e da un bel colpo di testa di un difensore, Curado, su azione d’angolo.
La partita è stata molto combattuta, aperta, con tutte e due le squadre che potevano vincerla o perderla e che hanno sprecato molto sotto porta. A deciderla, oltre ai tempestivi e azzeccati cambi di Alvini, alcuni episodi, su tutti il rigore del possibile due a uno calciato male da Mancosu e ben bloccato da Chichizola sul finire del primo tempo e il gol annullato alla Spal ad inizio ripresa dal Var dopo una lunghissima analisi allo schermo. La nostra impressione è che l’arbitro e il collega addetto al var abbiano sbagliato in entrambe le occasioni perchè sul rigore era stato Melchiorri a far fallo su Rosi mentre Melchiorri è sembrato in linea con Burrai nella seconda circostanza.
Il terzo episodio, quello decisivo, è stato il rigore a favore del Perugia a otto minuti dalla fine. Anche se non proprio solare, era un rigore che si poteva fischiare perchè la maglia di Rosi è stata tirata frenando il difensore romano nel suo inserimento in area ed è stato freddo il subentrato De Luca nel trasformarlo, regalando tre punti che permettono al Perugia di allontanarsi dalla zona playout, adesso tornata distante quattro lunghezze e, al contempo, di conservare la buona posizione, tra l’ottavo e il nono posto, in compagnia del Monza.
La difesa ha avuto un solo attimo di sbandamento, purtroppo costato caro, quando, sul taglio in area per Mancosu, Angella e Curado hanno colpevolmente lasciato l’ex trequartista del Lecce troppo libero di poter girare a rete di testa e battere l’incolpevole Chichizola che, oltre al rigore parato, è appaso sempre all’altezza della sitazione. Fondamentale è stato anche il rientro di Rosi che ha dato ancor più sicurezza al reparto, nel quale Curado, che ha avuto il grosso merito di aver segnato il primo gol, ha ben figurato, azione del gol spallino a parte.
Quanto agli attaccanti, sottotono Murano, preferito inizialmente a De Luca, combattivo Matos, anche se ancora a digiuno di segnature, mentre De Luca, subentrato dopo un’ora, ha battagliato molto, sciupato una ghiottissima occasione prima del prezioso scarico per Rosi in occasione del fallo da rigore, da lui poi sapientemente trasformato. A centrocampo buona la prestazione di Burrai e Segre mentre quella di Santoro è stata insufficiente. Kouan, che lo ha rilevato a mezzora dalla fine, ha ridato vivacità alla manovra, anche se il suo colpo di testa, finito alto da buonissima posizione, grida ancora vendetta.
E’ terminata l’imbattibilità della porta di Chichizola fuori casa ma il Perugia ha confermato ancora una volta di essere una squadra da trasferta, con i tre successi e i tre pareggi colti nelle sei gare lontano dal “Curi” dove è ancora imbattuta. Adesso occorrerà assolutamente cambiare registro in casa, dove il Grifo viaggia ad una media da playout, a cominciare dal doppio impegno casalingo contro Crotone e Cittadella, in programma nella seconda metà di Novembre dopo la sosta per gli impegni della Nazionale.
Prima, però. c’è la seconda trasferta consecutiva da giocare, quella di Como, contro un avversario in formissima, che ha colto quattordici dei suoi sedici punti attuali nelle ultime sei gare, gli ultimi tre conquistati ieri vincendo meritatamente due a uno al “Liberati” contro la Ternana. Un avversario ”tosto”, contro il quale ci auguriamo che il Grifo possa bissare la prestazione gagliarda di ieri per poter uscire anche dal “Sinigaglia” con un risultato positivo e mantenere la sua imbattibilità esterna.
Danilo Tedeschini