Perugia e i rischi di un altro mercato “last minute”

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Breda meritava rispetto, senza programmazione si spera nella Dea Bendata. Non convincono le modalità dell'esonero del trevigiano, Nesta a Perugia solo per ragioni tecniche. Nessun investitore estero all'orizzonte
 

Il Perugia è sempre vigile sul fronte del mercato, ma pur essendosi attivato da tempo, con gli acquisti di Brignoli, Fazzi e del giovane Terrani, rischia di trovarsi impelagato nelle ultime, accese, trattative per completare la rosa a disposizione di Cristian Bucchi. E’ un po’ il destino di una società sempre attenta ai bilanci, ma anche un questione di appeal che il Grifo sembra non nutrire più su un certo livello di giocatori. Non sappiamo se alla base ci sono solo ragioni economiche, ma le rinunce di Scozzarella (Parma) e quella ormai probabile di Vives (Pro Vercelli?) lasciano riflettere, anche perchè non stiamo parlando di giocatori ambiti dalla serie A o da piazze più importanti della serie B. Come resta da capire il perchè, da tre anni a questa parte, in qualsiasi sessione di mercato il nodo del Perugia è sempre legato all’acquisizione di un attaccante. O si è andati sui prestiti, vedi le esperienze con Falcinelli e Ardemagni, o si è puntato su nomi importanti, vedi Bianchi, ma prontamente scaricati per mancanza di rendimento pur conoscendo il livello prestazionale delle ultime stagioni.  Ad oggi un attaccante serve come il “pane”, perchè Di Carmine è out (Nicastro è a rischio) e il Perugia da qui al termine del mercato dovrà affrontare due partite molto importanti (Cesena e Bari) per mantenersi in zona playoff. Radio mercato racconta di un Grifo costretto ad attendere alcune dinamiche, che nelle ultime ore potrebbero portarlo a tentare Ganz (Verona) o Maniero (Bari). Nel frattempo resta in piedi la trattativa per Forte della Lucchese, capocannoniere della Lega Pro con 15 reti già a metà stagione. Rodriguez del Cesena è legato ai tempi di recupero di Di Carmine, anche perchè lo spagnolo è più una seconda punta, che un vero centravanti. In tutto questo rincorrersi di nomi e di voci, la dirigenza ha pensato bene, con l’avvallo di Bucchi (!?), di mettere nuovamente in naftalina l’unico giocatore che attualmente potrebbe sopperire all’assenza di Di Carmine e dare un senso compiuto al gioco offensivo. Ogni riferimento a Bianchi è puramente casuale, anche se prima o poi qualcuno ci dovrà spiegare perchè il Perugia, da alcuni anni, acquisisce giocatori e li presenta come “colpi” e poi finiscono irrimediabilmente nella lista dei partenti, con l’aggravante di essere trattati come dei “primavera” e cosa di non poco conto, avendo anche la stima e la considerazione umana del pubblico perugino. Bianchi è l’ultimo della lista, ma se ne potrebbero citare anche altri (Ardemagni, Taddei, Mazzeo e Clemente). Logiche, che pur nel rispetto di un’autonoma gestione sportiva, risultano difficili da comprendere al di fuori, anche in considerazione del fatto che sin qui, gli obiettivi ambiziosi della dirigenza, si sono sempre scontrati con la dura realtà di un campionato, dove per ruoli determinanti servono tempismo, lungimiranza ed investimenti.