Santopadre: “Io non vendo il Perugia”

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Santopadre: “Io non vendo il Perugia”. Il presidente del Perugia: “Non siamo ancora squadra, a Breda do un 6”

 

Massimialino Santopadre, amministratore unico del Perugia, è tornato a parlare attraverso alcuni quotidiani della situazione negativa che continua ad attraversare la squadra e non solo. Di seguito alcune delle dichiarazioni principali (fonte ‘Corriere dell’Umbria’):

“La situazione è ingarbugliata – ammette Santopadre – Tutto è ancora possibile ma dopo una sconfitta i pensieri sono negativi. Di positivo c’è stato l’approccio, ma ancora non siamo squadra.

Giudicare l’operato dell’arbitro sarebbe un alibi, però vedere giocatori che in campo nemmeno si lamentano dà fastidio. I ragazzi ce la stanno mettendo tutta per ritrovare compattezza, ci manca qualcosa. Bisogna accorciare in fretta rispetto alla benedetta quota 50 punti altrimenti diventa sempre più difficile.

All’allenatore do un 6 per quello che si è visto fino ad ora. Tutti abbiamo tolto qualche punto a questo Perugia. Per fortuna c’è il mercato di gennaio e speriamo che i direttori individuino i giocatori giusti da inserire e anche coloro che sono da togliere. Perché uno dei problemi di quest’anno è anche la rosa troppo ampia.

Il mercato? Prevedo tre o quattro movimenti in entrata. Deve partire chi non ha reso secondo le aspettative. Di Carmine per noi è importantissimo e ha fatto 10 gol. Se qualcuno è interessato deve presentarsi con un’offerta che ci faccia tremare le gambe. Non abbiamo bisogno di spicci.

La società non passa di mano perché non ci sono offerte e sono convinto di portare avanti il mio progetto che non è concluso. Poi se qualcuno che gravita intorno alla sede manda in giro certe voci è solo perché gli sto antipatico.

Non bisogna far passare il messaggio che con il Bari il Curi era vuoto. Perché c’erano – 7 gradi e pioveva in uno stadio scoperto. Ho sentito la curva cantare 90 minuti.

Lo stadio? Intanto il campo è da rifare perché è una palude e devo prendere una decisione definitiva. Sul “Curi” qualcuno ci ricama. É una spesa da 20 milioni, il Comune non ha soldi e mi devo accollare tutto. Si tratta di un milione all’anno  per 30 anni. Il mio sogno è fare lo stadio, lo metto sullo stesso piano della serie A. Il tutto non deve gravare sulla società. Al primo posto c’è il bilancio, al secondo la classifica, poi le infrastrutture, i giocatori e poi lo staff. La prima voce è il bilancio. Per questo al costo giusto vendo tutto.

Che tempistiche mi sono dato? Diciamo un massimo di due anni, perché ho una certa età e poi è difficile ottenere un mutuo per certe cifre. Il Comune è in pressing ma se contribuisse al finanziamento sarebbe diverso.”