Non gettare via il bambino con l’acqua sporca

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Grifo: a Cremona c'è da

Non gettare via il bambino con l’acqua sporca. La sconfitta di Cremona va presa per quel che è. Chi di dovere dovrà riflettere, ma senza eccessivi allarmismi

 

Dopo il turno vittorioso del 27 dicembre con il Foggia, ho deciso con il nostro Direttore che – complice il doppio turno ravvicinato – avrei scritto un unico articolo.

Sia per celebrare la fantastica vittoria casalinga sui pugliesi.

Sia il punto (che davo sicuro a Cremona), se non un’inaspettata vittoria in terra Lombarda che avrebbero chiuso alla grande il girone d’andata.

Invece mi trovo a dover commentare nello stesso articolo una bellissima vittoria, ma anche una disfatta bruciante, apparentemente inspiegabile.

E – si sa – le ultime sensazioni prevalgono sulle penultime, anche se sono di appena 4 giorni fa.

A questo punto non è possibile commentare l’una indipendentemente dall’altra.

3 gol fatti al Foggia e 4 subiti dalla Cremonese con un saldo di -1 che rispecchia quello assoluto di questo girone appena concluso.

OK, l’abbiamo capito: la difesa è un problema.

Le ultime gare ci avevano illuso che avessimo risolto i problemi del reparto arretrato.

La coppia di centrali che si stava iniziando a trovare con continuità e coordinazione tra di loro.

Gli esterni difensivi che – seppur fuori ruolo – riuscivano a tenere botta.

Una partita senza subire gol e tutti – sottoscritto incluso – pensavamo di aver risolto i problemi della difesa.

Soprattutto una squadra che – al netto di alcune disattenzioni – aveva tenuto contro le attrezzatissime Spezia e Cittadella, schiacciando senza problemi il Foggia, ci aveva illuso che anche da Cremona avremmo riportato quantomeno un punto.

Ma bisogna tenere sempre a mente ciò che disse il “Maggico” qualche mese fa.

Questa è una barca che alla minima disattenzione o calo di tensione inizia ad imbarcare acqua.

In poche parole non è una squadra in grado di giocare in scioltezza, in contenimento, ma necessita di costante tensione e concentrazione.

E ciò sia per le carenze in organico, sia per la giovane età media e la conseguente inesperienza.

Probabilmente al Curi nell’ultima davanti al pubblico amico, contro un Foggia sinceramente non irresistibile, con una difesa anche peggiore (se possibile) della nostra, giocando come sappiamo, abbiamo imperversato.

Mentre con la Cremonese al primo gol subito siamo andati in bambola e – diversamente da altre volte – non abbiamo avuto la forza (mentale) di reagire.

E sono, quindi, riemerse con prepotenza tutte le nostre carenze.

Da quello che abbiamo visto tutti, se i lombardi avessero continuato a spingere, lo score finale avrebbe potuto essere ancor più umiliante per i Grifoni.

E allora qual è il vero Perugia?

Quello del 3-0 al Foggia o quello di Cremona?

Questa risposta è facile: entrambi sono il vero Perugia.

Squadra garibaldina, spesso irresistibile, con ottimi fraseggi ed intensità, con magnifiche individualità.

Squadra, però, che si scioglie come neve al sole al primo calo di tensione e concentrazione.

E quindi cosa significa questo?

Secondo me nulla di trascendentale, né di particolarmente allarmante.

Anzi.

Forse la sconfitta arrivata proprio prima della sosta non è così improvvida.

E ciò per vari motivi.

Innanzitutto fa tornare prepotentemente con i piedi per terra tutti coloro (sugli spalti ed in campo) che pensavano che il campionato si fosse definitivamente raddrizzato.

Che avremmo conquistato “senza colpo ferire” quantomeno i play off, se non qualcosa meglio.

Ed invece una sberla così conferma – ove ce ne fosse bisogno – quello che Nesta va predicando da settembre.

Dal fischio d’inizio al triplice finale bisogna pensare solo alla partita e null’altro.

Ed invece a Cremona i nostri non c’erano con la testa.

Dove fossero non lo so.

Qualcuno dice già in vacanza.

Sinceramente non m’interessa.

Ma l’abbiamo capito noi e l’hanno capito anche i ragazzi.

E ciò è l’unica cosa importante.

Trovo anche assolutamente ingenerose tutte le critiche a Gabriel, colpevole di alcune decisive incertezze.

Forse sarebbe ora che qualcuno spiegasse ai detrattori di Gabriel che egli “sente” gli umori della difesa che ha davanti.

Se i difensori “girano” bene, gira pure lui.

Se non “girano”, egli è costretto ad intervenire, ma senza quella sicurezza che è necessaria per rendere al massimo.

Poi perdere (ma anche vincere) 1-0 o 4-0 è solo questione psicologica.

Sempre 3 punti sono.

Siamo a 26, fuori dalla zona play off solo per la classifica avulsa.

Non è successo nulla.

Non è tutto da rifare.

E tutto quello che di buono abbiamo visto in questi mesi c’è ancora: non è sparito solo per una partita sbagliata, che può essere ben definita come “infortunio”.

Quindi non dobbiamo “buttare il bambino con l’acqua sporca”.

Ma fare tesoro dei problemi, mantenere tutto ciò che di buono hanno fatto Nesta e questo magnifico gruppo.

Tenere ben presente le debolezze di questa squadra, ma anche il fatto che giocando concentrati e “cazzuti”, non temiamo nessuno.

E dal 18 ripartire a testa bassa.

Sperando che – nel frattempo – nel gruppo vengano innestati quei chili e centimetri richiesti a gran voce dal “Maggico”.

Perché sarebbe beffardo precluderci un buon obiettivo, solo per la mancanza dei terzini di ruolo.

E buon 2019 a tutti voi!!

Avv. Gian Luca Laurenzi